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Bellissime poesie in vernacolo napoletano sono raccolte nel libro "'A livella" del grande attore di origini partenopee Antonio De Curtis, più famoso come Totò.
Principe semplice, del popolo, del teatro e del cinema, ma soprattutto Totò fu ed è tutt'oggi Principe del sorriso che con i suoi film, le sue commedie, ha portato a tutti coloro i quali volevano scoprire la sua originalissima arte.
Un personaggio del XX sec. che rimarrà nelle pagine più grandiose della storia del cinema e dello spettacolo italiano, ammirato e amato da tutti, anche da molti suoi stessi colleghi. Ha lasciato impresso su pellicola un nuovo modo, spontaneo e scanzonato, professionale e infaticabile, di suscitar riso, talvolta amaro. Ha scritto alcune poesie nella sua lingua natia, il napoletano, che è possibile leggere in questo libro.
Il titolo del testo trae spunto da una sua composizione poetica omonima posta in apertura. Con essa ci sentiamo condotti in un cimitero, dove proprio di fianco a un marchese è stato seppellito un netturbino. I due iniziano a litigare e la storia si fa seria. Allora il poveraccio dice al nobile che non accetta la vicinanza di un popolano quale lui era: "Tu qua Natale... Pasca e Ppifania!!! T' 'o vvuò mettere 'ncapo... 'int' 'a cervella che staje malato ancora 'e fantasia? 'A morte 'o ssaje ched'è?... è una livella".
Non solo questa lunga composizione poetica affascina il lettore per profondità di temi e schiettezza espressiva, ma molte altre sono altrettanto significative. I soggetti sono l'amore, la riconoscenza, la sua Napoli, la vita, la felicità e la speranza.
Emozionante è, a mio parere, la poesia dal titolo "Si fosse n'auciello" dove Totò scrive: "Si fosse n'auciello, ogne matina vurria cantà 'ncoppa 'a fenesta toja: Bongiorno, ammore mio, bongiorno, ammore!".
Sfogliando le altre pagine, l'universalità dei sentimenti e l'allegria del suo 'cantare poetico' si fanno pian piano più evidenti e interessanti.
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