Titolo originale: Black Butterfly Paese: Spagna, USA Anno: 2017 Durata: 93 minuti Genere: Thriller
Sceneggiatura: Marc Frydman, Justin Stanley Fotografia: José David Montero Montaggio: Julia Juaniz, Mark Sult Musiche: Federico Jusid Scenografia: Michael Fissneider Costumi: Massimo Cantini Parrini Trucco: Federica Bastreghi, Jorge Hernández Lobo, Francesco Pegoretti, Barbara Pellegrini Effetti speciali: Stefano Corridori Produttore: Monika Bacardi, Alberto Burgueño, Harry Finkel, Marc Frydman, Juan Antonio García Peredo, Andrea Iervolino, Alexandra Klim, Viki Marras, Silvio Muraglia,Matt Varosky Produzione: Ambi Pictures, Battleplan Productions, Compadre Entertainment, Paradox Studios Distribuzione: Notorious Pictures Sito ufficiale: www.lionsgatepremiere.com/blackbutterfly Data di uscita: 13 Luglio 2017 (Cinema)
Paul, uno sceneggiatore in declino a corto di idee e sul lastrico, raccoglie per strada un vagabondo, e gli offre un posto dove stare. Quando lo straniero prende in ostaggio Paul e lo obbliga a scrivere verranno alla luce segreti sepolti da lungo tempo.
Antonio Banderas torna al cinema con Black Butterfly, il film diretto da Brian Goodman che vede coinvolti nel cast anche Jonathan Rhys Meyers, Piper Perabo e Abel Ferrara.
La pellicola racconta la storia di uno scrittore, Paul, la cui carriera è in costante declino. Un giorno, dopo essere stato difeso da un misterioso uomo, decide di accoglierlo nella sua dimora, un luogo isolato e poco frequentato. Il giovane però si scoprirà avere un passato nascosto che, se scoperto, potrebbe mettere nei guai Paul e Laura, una donna molto vicina al protagonista, Banderas. Ma siamo sicuri che non ci sia dell’altro dietro tutto questo?
È un vero peccato che un film tanto ben fatto sia stato letteralmente rovinato da un finale così banale e superfluo ai fini del racconto. Due minuti in più che, se non ci fossero stati, avrebbero fatto la differenza. Ma andiamo per gradi, perché il film merita di essere visto per diversi motivi.
Intanto è bene dire che la pellicola di Brian Goodman si avvale di un ritmo altalenante che permette di assaporare ogni singolo evento presentato. Dopo una partenza a rilento, si assiste ad un crescendo di situazioni esaltanti che trovano il loro apice nei pochi minuti prima della suddetta conclusione. Le dinamiche iniziali tra le due figure principali - Paul e il giovane - non sono approfondite come meriterebbero.
Non si capisce, infatti, come sia possibile, soprattutto di questi tempi, prendere in esame anche solo l’idea di ospitare uno sconosciuto in casa propria, così, dal nulla. Certo, qualcosa per meritare un minimo di fiducia l’aveva fatto, ma non tanto da giustificarne l’invito a casa sua. Altro aspetto altrettanto ridicolo è la reazione di Paul ad alcuni eventi che si manifestano, la quale sembra innaturale rispetto a quella che al normale vedremmo nella realtà.
Eppure il film funziona perché man mano che la storia prosegue il livello di tensione si alza notevolmente e permette al pubblico di rimanerne affascinato e di seguire quanto accade senza mai sentirsi annoiato.
Ciò che colpisce però è la regia di Goodman, il quale - attraverso un uso sapiente delle inquadrature - riesce a far immergere sin dall’inizio gli spettatori nella storia e a chiedersi in modo assiduo cosa sia realmente accaduto in passato. Queste inquadrature sono in grado di trasmettere a loro volta una maggiore tensione (seppur non abbastanza alta da far saltare lo spettatore sulla sedia), spesso evidenziata da una colonna sonora adeguata e mai fuori luogo e una fotografia pulita e composta da toni prevalentemente freddi e scuri.
Ma è come se il regista si fosse volutamente trattenuto: avrebbe potuto rendere la pellicola più accattivante con dialoghi incisivi e un maggior uso di primi piani dei volti dei protagonisti. Se Jonathan Rhys Meyers (Shelter - Identità paranormali e il recente London Town) ha dato grande prova di sé, risultando molto credibile, lo stesso non possiamo dire di Antonio Banderas il quale il più delle volte appare inespressivo.
Solo verso la fine, anche merito della buona idea del regista di chiarire la situazione solo negli ultimi 15 minuti di Black Butterfly, l’attore è riuscito a trasmettere lo stato d’animo di Paul.
Infine, possiamo dire che il progetto - nonostante abbia una perfetta ma semplice struttura narrativa e un vero e proprio colpo di scena - non si avvale di una sceneggiatura particolarmente originale. Eppure, in alcune scene presenta dei dialoghi intelligenti e ben studiati, diretti e pungenti.
Code:
Generale
Nome completo : Black.Butterfly.2017.iTALiAN.BDRiP.XviD-PRiME[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
Dimensione : 1,49 GiB
Durata : 1 o 33 min
Bitrate totale : 2.289 kb/s
Creato con : VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2542/release)
Compressore : VirtualDubMod build 2542/release
Video
ID : 0
Formato : MPEG-4 Visual
Profilo formato : Advanced [email protected] Impostazioni formato, BVOP : 2
Impostazioni formato, QPel : No
Impostazioni formato, GMC : No warppoints
Impostazioni formato, Matrix : Default (H.263)
ID codec : XVID
ID codec/Suggerimento : XviD
Durata : 1 o 33 min
Bitrate : 1.639 kb/s
Larghezza : 720 pixel
Altezza : 304 pixel
Rapporto aspetto visualizzazione : 2,35:1
Frame rate : 24,000 FPS
Spazio colore : YUV
Croma subsampling : 4:2:0
Profondità bit : 8 bit
Tipo scansione : Progressivo
Modo compressione : Con perdita
Bit/(pixel*frame) : 0.312
Dimensione della traccia : 1,07 GiB (72%)
Compressore : XviD 67
Audio
ID : 1
Formato : AC-3
Formato/Informazioni : Audio Coding 3
Impostazioni formato, Endianness : Big
ID codec : 2000
Durata : 1 o 33 min
Modalità bitrate : Costante
Bitrate : 640 kb/s
Canali : 6 canali
Posizione canali : Front: L C R, Side: L R, LFE
Frequenza campionamento : 48,0 kHz
Frame rate : 31,250 FPS (1536 SPF)
Profondità bit : 16 bit
Modo compressione : Con perdita
Dimensione della traccia : 428MiB (28%)
Allineamento : Audio splittato
Durata intervallo : 42 ms (1,00 frame)
Intervallo pre caricamento : 500 ms
ServiceKind/String : Complete Main
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