Titolo originale: Blackhat/size] Paese: USA Anno: 2015 Durata: 133 minuti Genere: Azione, Thriller
Soggetto: Michael Mann, Morgan Davis Foehl Sceneggiatura: Michael Mann, Morgan Davis Foehl Fotografia: Stuart Dryburgh Montaggio: Mako Kamitsuna, Jeremiah O'Driscoll, Stephen E. Rivkin, Joe Walker Musiche: Harry Gregson-Williams, Atticus Ross Scenografia: Guy Hendrix Dyas Costumi: Colleen Atwood Trucco: Darlene Brumfield, Doniella Davy, Jane Galli, Kathrine Gordon, Michael Mosher Effetti speciali Marc Banich, Mike Edmonson, Adam Howarth, Shannon J. Thompson, Bruno Van Zeebroeck Produttore: Maggie Chieffo, Julie Herrin, Jon Jashni, Michael Mann, Diane L. Sabatini, Michael Solinger, Thomas Tull Produzione: Legendary Pictures, Forward Pass Distribuzione: Universal Pictures Italia Sito ufficiale: www.blackhatmovie.co.uk Sito italiano: www.blackhatfilm.it Data di uscita: 12 Marzo 2015 (al cinema)
Blackhat segue la storia di un hacker pregiudicato Nicholas Hathaway (Chris Hemsworth di The Avengers e della serie di Thor), in licenza dal carcere federale, che insieme ai suoi soci americani e cinesi cerca di identificare e sventare una pericolosissima rete di criminalità informatica che opera a livello mondiale: da Los Angeles a Hong Kong, passando per Perak, Malesia e Giacarta. Però, man mano che Hathaway si avvicina al suo obiettivo, il suo bersaglio diventa consapevole della presenza di Hathaway stesso, e la posta in gioco si sposta sul piano personale.
C’è una scena, che in Blackhat arriva abbastanza presto, che rivela molto del film di Michael Mann. Appena scarcerato per collaborare con l'FBI nella caccia a un pericoloso cyberterrorista, l’hacker Nick Hathaway si blocca sulla pista di un aeroporto, vicino alla scaletta del jet che lo ospiterà a bordo, a contemplare il vasto spazio aperto che si apre davanti ai suoi occhi. Si tratta di uno dei tanti momenti di distrazione (dello sguardo e dalla storia) che Mann dissemina nei suoi film: e, come sempre, ha un significato particolare e ben specifico.
Perché se Blackhat - che non a caso parte da un vero e proprio disastro, quello di una centrale nucleare - è un film catastrofico, che parla della catastrofe in senso drammaturgico e filosofico, mette allora i suoi protagonisti e noi spettatori di fronte alla necessità di rispondere, in fretta, a un interrogativo: ora che la catastrofe è avvenuta, che il disastro del presente ha azzerato e raso al suolo tutto (e paradossalmente ci ha regalato una libertà forse mai avuta prima), cosa facciamo di tutto quello spazio libero - da ricostruire, da rioccupare con la nostra presenza - che troviamo di fronte e dentro di noi?
Con Blackhat, quindi, arriva il momento di dare risposte, di fare delle scelte.
Il momento in cui il tempo non è più fortuna, non è più qualcosa al quale aggrapparsi momentaneamente in attesa che il destino faccia il suo corso, come in Miami Vice, ma un elemento da piegare con l’azione alla nostra volontà e alla nostra individualità, per quanto difficile possa essere.
"I'm doing the time, time isn't doing me," dice Nick.
Scelte difficili, senza dubbio, che si devono compiere in un panorama ambiguo e pericoloso, contro tutto e contro tutti: letteralmente controcorrente, risalendo il flusso avverso degli eventi e delle tante catastrofi che sono disseminate lungo il percorso da fare. E che a maggior ragione vanno affrontate con determinazione: la stessa che hanno Nick e Lien nel difendere il loro amore apparentemente impossibile e nel proseguire un cammino intrapreso, nel completare un disegno che da pubblica giustizia diventa di privata vendetta. Con la determinazione e la flessibilità dell'acqua, per parafrasare Bruce Lee.
Perché così è necessario per loro, per i loro cuori, per la loro coscienza.
Perché per ricostruire e ricostruirsi, è da sé stessi e dai propri sentimenti (dai propri valori) che si deve ripartire.
Allo stesso modo, Mann fa quindi di Blackhat un film che riparte da sé stesso per dirigersi verso il futuro che gli interessa, incurante degli obblighi e del contesto.
Il suo stile raggiunge livelli di astrazione e di ellissi sconvolgenti, estremizzando quanto già mostrato nel Miami Vice di cui questo film è la diretta e parossistica evoluzione: con la libertà d’azione di chi non ha nulla da perdere, Mann elimina i raccordi, amplifica gli strappi spazio-temporali, non dimentica le distrazioni (quello mai), eppure proprio per questo va diritto al cuore delle cose e delle psicologie.
Il suo cinema non è più lineare, e non lo è mai stato tanto: esplode le scene e le azioni moltiplicando le inquadrature e restituendole nella loro interezza col montaggio, come scomposte da un prisma; e subito dopo asciuga il linguaggio fino all'essenzialità, quasi al minimalismo, capace così di aprire abissi di significato in un semplice e lineare passaggio campo/controcampo, o di dare il massimo risalto a una battuta appoggiata quasi distrattamente in momenti che interlocutori sono solo in apparenza.
Nel contesto conflittuale e anarchico che li circonda, Nick e Lien sfidano ogni regola e ogni convenzione, rimangono fedeli a sé stessi e ai loro sentimenti, all'amore, al dovere, all'amicizia; e compiuta la loro missione (che è la loro affermazione di identità e volontà) avanzano per mano, determinati, verso un futuro ancora incerto e nebuloso, svanendo come fantasmi sugli schermi del controllo tradizionale e lasciando terra bruciata alle loro spalle.
Allo stesso modo Mann, con Blackhat, raggiunge e supera il punto di non ritorno della sua idea di cinema, certo delle sue intenzioni e delle sue capacità; lascia dietro di sé, invecchiata di colpo di 10 anni, la forma-cinema hollywoodiana tradizionale e avanza verso il futuro con un film che si muove attraverso il racconto e l’immagine in modo ipertestuale, che occupa con modalità nuove e tutte digitali, come quelle della Rete, lo spazio sconfinato che il suo stesso gesto di rottura gli para davanti.
Code:
Generale
Nome completo : Blackhat.2015.iTALiAN.MD.WEBDLRip.XviD-WWCB[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
Dimensione : 1,11 GiB
Durata : 2o 12min
Bitrate totale : 1.194 Kbps
Compressore : VirtualDub build 32842/release
Video
ID : 0
Formato : MPEG-4 Visual
Profilo formato : Advanced [email protected] Impostazioni formato, BVOP : 2
Impostazioni formato, QPel : No
Impostazioni formato, GMC : No warppoints
Impostazioni formato, Matrix : Default (MPEG)
ID codec : XVID
ID codec/Suggerimento : XviD
Durata : 2o 12min
Bitrate : 1.056 Kbps
Larghezza : 720 pixel
Altezza : 304 pixel
Rapporto aspetto visualizzazione : 2,35:1
Frame rate : 23,976 fps
Spazio colore : YUV
Croma subsampling : 4:2:0
Profondità bit : 8 bit
Tipo scansione : Progressivo
Modo compressione : Con perdita
Bit/(pixel*frame) : 0.201
Dimensione della traccia : 1.004MiB (88%)
Compressore : XviD 1.2.1 (UTC 2008-12-04)
Audio
ID : 1
Formato : MPEG Audio
Versione formato : Version 1
Profilo formato : Layer 3
Modo : Joint stereo
Estensione modo : MS Stereo
ID codec : 55
ID codec/Suggerimento : MP3
Durata : 2o 12min
Modalità bitrate : Costante
Bitrate : 128 Kbps
Canali : 2 canali
Frequenza campionamento : 44,1 KHz
Modo compressione : Con perdita
Dimensione della traccia : 122MiB (11%)
Allineamento : Audio splittato
Durata intervallo : 42 ms (1,00 frame)
Intervallo pre caricamento : 500 ms
Compressore : LAME3.99r
Impostazioni compressione : -m j -V 4 -q 3 -lowpass 17 -b 128
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