Titolo originale: Caccia al tesoro Paese: Italia Anno: 2017 Durata: 90 minuti Genere: Commedia
Soggetto: Carlo Vanzina, Enrico Vanzina Sceneggiatura: Carlo Vanzina, Enrico Vanzina Fotografia: Enrico Lucidi Montaggio: Luca Montanari Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia Scenografia: Nino Formica Costumi: Valentina Mezzani Trucco: Augusta De Angelis, Barbara Pellegrini Produzione: Medusa Film, International Video 80 Distribuzione: Medusa Film Data di uscita: 23 Novembre 2017 (Cinema)
Domenico Greco è uno sfortunato attore teatrale che naviga nei debiti e vive a sbafo in casa della cognata Rosetta, vedova di suo fratello, che ha un figlio di nove anni malato di cuore. L’unico modo per salvarlo sarebbe operarlo in America, ma l’operazione costa 160 mila euro. Disperati, vanno a pregare San Gennaro chiedendo un miracolo. E San Gennaro risponde... dando loro il via libera per “prendersi” uno dei gioielli della sua Mitra custodita insieme al famoso Tesoro nella cripta della chiesa. In realtà sono le parole di un parcheggiatore che rimbombano nella navata, e che Domenico e Rosetta scambiano per quelle di San Gennaro. Insieme a Ferdinando, Cesare e Claudia, parte una “Caccia al Tesoro” che li porterà da Napoli, a Torino, fino a Cannes in Costa Azzurra. Entrano in scena poliziotti, rapinatori professionisti, camorristi e mercanti d’arte, in una girandola di situazioni esilaranti con cifra comica e anche umana nella tradizione della commedia all’italiana.
Sarà vero che chi trova una Mitra trova un tesoro? Affiancato in fase di sceneggiatura dall’inseparabile fratello Enrico, ci risponde Carlo Vanzina attraverso quello che vuole essere l’omaggio dei figli di Steno alla comicità napoletana, che già il padre affrontò, tra l’altro, tramite i film con protagonisti Peppino De Filippo e Totò e la serie sul poliziotto Piedone incarnato da Bud Spencer.
Un omaggio che, rifacendosi chiaramente al super classico “Operazione San Gennaro” (1966) di Dino Risi, parte dalla figura di un attore teatrale di “insuccesso” dalle fattezze di Vincenzo Salemme, il quale, sommerso dai debiti e destinato a vivere a sbafo in casa della cognata vedova interpretata da Serena Rossi, va a pregare insieme a lei sotto la statua di San Gennaro dal momento in cui apprendono che l’unico modo per salvare da una morte sicura il figlio di nove anni della donna, gravemente malato di cuore, è sottoporlo negli Stati Uniti ad un intervento chirurgico del costo di centosessantamila euro.
Da qui, a causa di un equivoco, decidono di imbarcarsi in un colpo che, consistente nel furto di uno dei gioielli della Mitra del santo, non solo li porta a spostarsi tra Napoli, Torino e Cannes, ma li fa ritrovare appoggiati sia da una coppia di ladri romani con i volti di Max Tortora e Christiane Filangieri, sia da uno sconosciuto nei cui panni abbiamo Carlo Buccirosso.
Sconosciuto oltretutto costretto a far presenziare nella nient’affatto semplice impresa anche il figlio minorenne cui concede anima e corpo il Gennaro Guazzo visto in “Si accettano miracoli” (2015) e “Troppo napoletano” (2016); man mano che, tra mercanti d’arte e poliziotti più o meno affidabili, a complicare la situazione provvede l’entrata in scena del gomorriano Francesco Di Leva nel ruolo di un camorrista.
Personaggio, quest’ultimo, che, come pure i Mandrake e Pomata del dittico “Febbre da cavallo” e il Nino Manfredi del già menzionato capolavoro risiano, finisce per essere oggetto di una delle molte citazioni verbali dal sapore metacinematografico volte a tempestare i circa novanta minuti di visione, non privi neppure di ironici riferimenti all’attualità calcistica tricolore.
Riferimenti che, fin dai tempi di “Eccezzziunale... veramente” (1982), fanno quasi indelebilmente parte della tradizione vanziniana, insieme all’esilarante gioco dei dialetti che arriva in questo caso a far improvvisare napoletano Tortora e torinese Salemme.
Gioco dei dialetti efficacemente usato, come di consueto, quale stratagemma finalizzato a strappare la giusta dose di risate nel corso di una piacevolissima e veloce operazione mirata sì a divertire lo spettatore, ma anche interessata a concretizzare in fotogrammi un autentico atto d’amore nei confronti di quel capoluogo campano che è troppe volte esclusivo soggetto di notizie di cronaca nera e storie di malavita.
Un atto d’amore che l’autore di “Sapore di mare” (1983), inoltre, impreziosisce con il suo immancabile tocco di poesia qui testimoniato dalla splendida “Napul’è” di Pino Daniele posta a commento dei titoli di coda.
Code:
Generale
Nome completo : Caccia.Al.Tesoro.2017.iTALiAN.DVDRiP.XviD-PRiME[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
Dimensione : 1,42 GiB
Durata : 1 o 28 min
Bitrate totale : 2.302 kb/s
Creato con : VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2542/release)
Compressore : VirtualDubMod build 2542/release
Video
ID : 0
Formato : MPEG-4 Visual
Profilo formato : Advanced [email protected] Impostazioni formato, BVOP : 2
Impostazioni formato, QPel : No
Impostazioni formato, GMC : No warppoints
Impostazioni formato, Matrix : Default (H.263)
ID codec : XVID
ID codec/Suggerimento : XviD
Durata : 1 o 28 min
Bitrate : 1.844 kb/s
Larghezza : 720 pixel
Altezza : 304 pixel
Rapporto aspetto visualizzazione : 2,35:1
Frame rate : 25,000 FPS
Spazio colore : YUV
Croma subsampling : 4:2:0
Profondità bit : 8 bit
Tipo scansione : Progressivo
Modo compressione : Con perdita
Bit/(pixel*frame) : 0.337
Dimensione della traccia : 1,14 GiB (80%)
Compressore : XviD 67
Audio
ID : 1
Formato : AC-3
Formato/Informazioni : Audio Coding 3
Impostazioni formato, Endianness : Big
ID codec : 2000
Durata : 1 o 28 min
Modalità bitrate : Costante
Bitrate : 448 kb/s
Canali : 6 canali
Posizione canali : Front: L C R, Side: L R, LFE
Frequenza campionamento : 48,0 kHz
Frame rate : 31,250 FPS (1536 SPF)
Profondità bit : 16 bit
Modo compressione : Con perdita
Dimensione della traccia : 283MiB (19%)
Allineamento : Audio splittato
Durata intervallo : 40 ms (1,00 frame)
Intervallo pre caricamento : 500 ms
ServiceKind/String : Complete Main
|