Confronto Totò Riina, Mutolo e Marchese (1993), [TVrip - DivX - Ita Mp3] [TNT Village]
.: Scheda Originale :.
.: Trama :.
ROMA - Sono i "grandi pentiti" che stanno raccontando i segreti dei Corleonesi che sfidano, con le stragi, lo Stato e governano, con pugno di ferro, Cosa Nostra. Sono i collaboratori della giustizia che vanno svelando la trama di complicità politiche e connivenze istituzionali che ha garantito l' impunità a Totò Riina e ai suoi alleati. Si presentano per la prima volta in pubblico - dopo quella che definiscono la scelta - nell' aula bunker di Rebibbia in qualità di "imputati di un reato connesso" in due processi palermitani: Antonino Carollo è accusato di associazione mafiosa; i fratelli Nino e Aldo Madonia, i tre fratelli Galatolo sono accusati di associazione mafiosa finalizzata al traffico degli stupefacenti. Si presentano, Mutolo e Marchese, con la formula burocratica del rito giudiziario. "Mi chiamo Mutolo Gaspare, sono nato Palermo il 5 febbraio 1940, sono stato combinato uomo d' onore della famiglia di Saro Riccobono nel 1973 a Marano, vicino a Napoli, nella villa di Lorenzo Nuvoletta...". "Mi chiamo Marchese Giuseppe, sono nato a Palermo il 12 dicembre 1963, sono stato combinato uomo d' onore, con un' affiliazione riservata, alla fine del 1980 in una villa di Casteldaccia. C' era Totò Riina... Sono stato sempre nel cuore di Totò Riina...". Mutolo e Marchese hanno facce molto diverse da quelle consacrate nelle foto di cronaca. Gaspare Gasparino Mutolo ha conservato soltanto i baffoni neri come la pece. I pochi capelli sono bianchi e grigi, il corpo gli si è appesantito, gli anni e le tensioni lo hanno come ingobbito. Appare dimesso nella sua giacca nocciola, nei suoi sformati e larghi pantaloni grigi. Ha le mani sempre in movimento. Sembra intimidito, usa spesso il dialetto, qualche volta il baccagghiu (il gergo dei soldati della mafia) per spiegare meglio, per essere più puntuale. Per salvare la pelle Giuseppe Pino Marchese ha un viso ben rasato, affilato come una lama. E' dimagrito, è elegante. Nasconde gli occhi dietro grandi Rayban. Siede composto e non spreca le parole. Si sforza di parlare un italiano decente. Non nascondono di aver disertato da Cosa Nostra per motivi molti concreti. Non s' aggrappano ad ideali che non hanno. L' unico ideale che hanno conosciuto è stata Cosa Nostra e non bluffano su questo. Hanno tradito perché si sentono traditi, hanno tradito per salvare la pelle, per cancellare un' illusione, per vendicarsi di chi molto gli ha chiesto e promesso, poco o nulla ha dato e mantenuto. Mutolo. "Io amavo Cosa Nostra, ne ero affascinato. Ho creduto che mi garantisse rispetto e onore. L' ho creduto per molti anni. Ho cominciato a capire quando Riina fece uccidere Saro Riccobono, il capo della mia famiglia, la famiglia di Partanna-Mondello. Altro che onore!... Altro che uomini d' onore!... Per stare dentro Cosa Nostra basta sapere uccidere, l' onore non c' entra nulla con questa Cosa Nostra che è ormai in mano a uomini che vogliono tutto il potere, ad ogni costo e tutto per loro. Anche prima si uccideva. Si è sempre ucciso. Ma sempre un altro uomo d' onore si è ucciso e sempre per difendere l' onore, gli interessi della famiglia, il rispetto delle regole. Era sempre un delitto, c' era sempre un morto, ma ci voleva coraggio e pazienza ché sapevi che anche tu potevi essere ucciso. Non ci vuole coraggio, oggi, per sparare sulle donne e sui bambini. Anch' io sarei stato ucciso. In libertà avrei potuto anche farla franca, ma ero in carcere e, in carcere, mi avrebbero fumato e, dopo di me, la mia famiglia. Io non volevo morire in mano di qualche amico per l' unica colpa di essere stato con Saro Riccobono. Non avevo possibilità... Io sono stato un delinquente, un delinquente vero. Ho fatto la galera, sono stato latitante. Non ho mai avuto paura di un processo. Ho trafficato droga e ho ucciso, e so che devo pagare. Quando ho cominciato a collaborare, stavo scontando una pena di 13 anni e otto mesi. Tra condoni e abbuoni, in due anni, due anni e mezzo, sarei uscito... e invece ho confessato, ho confessato tutto. Sì, anche i molti omicidi che ho fatto (22, n.d.r.). Me li sono accollati tutti. Ho fatto trovare i mitra che tenevo nascosti. Mi dovevano tornare utili per farmi giustizia. Se avessi scovato i boss che dico io, li avrei fatti morti. Ora parlerò il vero, dirò tutto quel che conosco e so tante di quelle cose che spero di avere il tempo per dirle tutte. Siamo in un momento critico, si fa di tutto per screditare i pentiti. Dicono di me che stavo con i servizi segreti. Io con i servizi ho speso solo soldi. E molti. Avevo rapporti con il dottor Fabbri. Gli facevo dei regali ché sapevo aveva amicizie buone a Roma. Gli regalavo champagne, cannoli, cassate per sapere che stava combinando, per proteggere i miei amici che erano latitanti...". Marchese. "Sono stato sempre nel cuore di Totò Riina. Fin da ragazzino... ero sveglio, ci sapevo fare... e Totò Riina mi teneva nel cuore. Fu lui a chiedere a mio zio Filippo di fare un' affiliazione segreta. Ero uomo d' onore, ma pochi lo dovevano sapere. Il mio padrino fu Filippo Argano. Fu lui che mi punse con un ago il dito che mi serviva per sparare. Era il 1980 e c' era la guerra di mafia. La segretezza della mia affiliazione non è durata molto, presto è stata a conoscenza di quel ristretto gruppo di famiglie alleate di Riina, i Madonia, i Galatolo, i Gambino, i Ganci. ' Totò sembra un uomo buono' E' con loro che Totò governa Cosa Nostra e la Sicilia. Una volta, in una villa di San Giuseppe Jato, Riina mi disse: "Se noi riusciamo ad essere solo in quattro e stretti e più uniti, la Sicilia ce la portiamo dove vogliamo noi...". Riina, se lo vedi, se gli parli, sembra un uomo buono. E' gentile, premuroso. E' come una mela che vedi rossa e bella e dentro è marcia e ha i vermi... Per anni gli ho obbedito. Lui dava gli ordini, io eseguivo e lui pensava a tutto. C' era sempre una fetta per me negli affari, pagava gli avvocati, pensava alla mia famiglia. Dopo il primo ergastolo che presi per la strage di Bagheria dell' ' 81 mi disse, mi mandò a dire: ' Non ti preoccupare, aggiusterò il processo...' . Ero in carcere e mi ordinò di uccidere Vincenzo Puccio che alzava troppo la cresta. ' Stai tranquillo - mi mandò a dire - Si dirà che c' è stata una rissa in cella e che ti sei difeso. Un paio d' anni e sei fuori' . Ma mentre Puccio moriva all' Ucciardone, fuori moriva anche il fratello. E allora come era più possibile sostenere la tesi della rissa? Si sarebbe parlato di un complotto. E' complotto era, contro i Puccio e contro di me che ero fottuto... Riina mi diceva sempre: ' Sei nel mio cuore...' . Ma nel cuore Totò non ha nulla, non ce l' ha neanche il cuore. Non esita ad uccidere i bambini e gli innocenti. Quando il 23 maggio vidi in televisione le immagini di Capaci capii che dovevo lasciare. C' era una Uno bianca capovolta. I miei, di ritorno da un colloquio con me in carcere, erano atterrati a Punta Raisi quel pomeriggio e passati per Capaci pochi minuti prima della bomba. Potevano essere uccisi. Avevano una Uno bianca. E quando pochi giorni dopo sentii Rosaria Schifani chiedere il pentimento dei mafiosi, mi attristai assai, ma capii che quella Cosa Nostra, che era anche mia, non c' era più. Seppi finalmente che cosa dovevo fare...".
.: Locandina :.
.: Screenshot :.
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.: Dati tecnici del file :.
[ Info sul file ]
Nome: Confronto Totò Riina con Mutolo e con Marchese.avi
Data: 7/06/2010 08:50:10
Dimensione: 1,346,390,016 bytes (1284.018 MB)
[ Info generiche ]
Durata: 01:23:58 (5037.6 s)
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Streams totali: 2
Tipo stream n. 0: video
Tipo stream n. 1: audio
Audio streams: 1
ISFT: VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2540/release)
JUNK: VirtualDubMod build 2540/release
[ Giudizi sulla qualità ]
Risoluzione: MOLTO ALTA (640 x 480)
Larghezza: multipla di 32 (BENE)
Altezza: multipla di 32 (BENE)
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[ Traccia video ]
FourCC: divx/DX50
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[ Traccia audio ]
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Canali: 2
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Ritardo: 0 ms
[ Info sulla codifica MPEG4 ]
User data: DivX503b2318p
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Aspect ratio: Square pixels
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Max consecutive B-VOPs: 1
[ Analisi DRF ]
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Rapporto generato da AVInaptic (26-05-2007) in data 15 giu 2010, h 12:31:39 |