MENTIRE CON LE STATISTICHE
Scritto da DARRELL HUFF
Illustrazioni di Irving Geis
===> DETTAGLI <===
Autore: DARRELL HUFF
Illustrazioni: Irving Geis
Titolo originale How to lie with statistics
Edizione italiana: a cura di Giancarlo Livraghi e Riccardo Puglisi
Editore: M&A monti&ambrosini editori
Pagine: 206 Costo: euro 15
ISBN 978-8889479-09-4
Formato del file: Pdf/ocr
Formato di stampa: cm 14,00 x cm 20,57
N.Pagine: 193 (rispetto all'originale mancano le pagine bianche)
Dimensione del file: 9,71 MB
===> SOMMARIO <===
Premesse all’edizione italiana
1. – Un libro prezioso
2. – Capire con le statistiche
Mentire con le statistiche
Introduzione
1. – Il campione con l’errore incorporato
2. – La media ben scelta
3. – Quei piccoli numeri che non ci sono
4. – Molto rumore per praticamente nulla
5. – Il grafico fantasmagorico
6. – L’immagine monodimensionale
7. – Il numero pseudoconnesso
8. – Il vecchio post hoc ritorna in sella
9. – Come statisticolare
10. – Come reagire alle statistiche
Post scriptum all’edizione italiana
1. – L’arte di dare una seconda occhiata
2. – Alcune citazioni
3. – Come prima, più di prima
Questo è un libro prezioso. Perché contiene insegnamenti terribilmente utili per capire quali inganni possano celarsi dietro quel mare di dati statistici da cui siamo inondati ogni giorno, negli Stati Uniti ancora oggi come nel 1954 (anno di prima pubblicazione del libro) – e nello stesso modo, se non peggio, oggi in Italia.
Il libro è scritto con uno stile fresco, a volte tagliente, sempre spiritoso. Ciò non toglie che le nozioni in esso presenti sui vari temi importanti della statistica siano sempre maneggiate dall’autore con grande precisione e rigore. Divertimento e rigore: l’obiettivo è quello sacrosanto della divulgazione, cioè quello di fornire informazioni su una data materia scientifica a chi non sia un “addetto ai lavori” ma sia comunque molto interessato alle conclusioni che se ne possono trarre.
Chi legge vuole ricevere informazioni precise ma non vuole annoiarsi mortalmente dopo venticinque righe. E l’interesse del lettore viene immediatamente solleticato dal titolo stesso del libro di Huff: sembra trattarsi di un manuale per insegnare ai furbi come si imbroglia la gente con le medie e i grafici e le correlazioni, e invece si scopre che il manuale è scritto a vantaggio del cittadino che vuole per l’appunto difendersi dai furbetti della statistica.
L’inganno nell’uso dei dati statistici sta nel far credere che questi dati supportino una certa verità o interpretazione della verità, quando invece la verità è un’altra o ci sono altre dieci interpretazioni legittime alla luce di quegli stessi dati. Alla base di questo uso “improprio” della statistica vi è spesso e (mal)volentieri un intento doloso, ovvero la volontà ben formata di ingannare il destinatario del messaggio.
Altre volte non vi è dolo, ma colpa grave, cioè chi crea o utilizza il dato statistico ignora colpevolmente le proprietà e i limiti delle conclusioni che si possono trarre da quel dato.
A volte il confine tra dolo e colpa grave è assai incerto, poiché l’inconscio di chi usa dati statistici induce a sbagliare sempre nella direzione a lui più favorevole. Un po’ come nel caso del cassiere al supermercato (amabilmente citato da Huff) che – chissà perché – quando si sbaglia dà spesso meno resto del dovuto.
In altri casi poi chi presenta i dati statistici ha in mente una finalità diversa da quella di informare (non pochi giornalisti vogliono per esempio “fare sensazione” con i loro articoli), e l’effetto collaterale consiste nel fornire interpretazioni scorrette dei dati, perché esagerate in un senso o nell’altro, e che spesso si rivelano assurde. Soltanto però se si ha il tempo di dare una seconda occhiata.
Non bisogna dimenticare infine il rischio di una collaborazione al dolo o alla colpa da parte della stessa persona che legge un certo dato statistico e preferisce farsi ingannare, perché nel breve periodo è più felice così, sentendosi raccontare una storia che è più piacevole della verità.
In tutti questi casi il libro di Huff è prezioso perché fornisce un’arma di difesa contro gli usi dolosi o colposi della statistica. Le conoscenze tecniche che nel testo di Huff sono presentate nella forma divertente di esempi possono essere facilmente impiegate per dare una seconda occhiata al latinorum dei dati statistici, tradurlo in lingua corrente e capire in quale misura stiamo ricevendo informazioni utili o siamo vittima di un qualche inganno. Persino con la nostra stessa complicità.
Nel 2005 la rivista Statistical Science, pubblicata dal prestigioso Institute of Mathematical Statistics, ha dedicato un’intera sezione speciale al libro di Huff, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua prima edizione. Il libro mantiene ancora oggi tutta la sua attualità. La diffusione sempre più ampia di vecchi e nuovi mezzi di comunicazione di massa ha parallelamente allargato lo spazio disponibile per messaggi basati sui dati statistici, e si può facilmente verificare come i trucchi smascherati da Huff nel suo libro non siano per niente scomparsi dalla circolazione.
Dopo avere vissuto per cinque anni in Inghilterra e per un anno negli Stati Uniti, posso affermare che la situazione in quei paesi – per quanto concerne la correttezza nell’uso della statistica – non sia particolarmente migliore di quella italiana, anche se i trucchi utilizzati lì sono in media vagamente più sofisticati.
Da un punto di vista empirico, è pressoché impossibile stabilire quanto di questo presunto maggior livello di sofisticazione – a patto di saperlo misurare – dipenda dalla disponibilità del testo di Huff in lingua inglese, ma sarebbe interessante scoprirlo.
Forse le varie traduzioni del testo originale che sono state fatte negli anni (prima di questa in italiano, l’ultima è quella cinese pubblicata dall’Università di Shanghai nel 2003) possono essere utilizzate come una sorta di “esperimento naturale” per rispondere a una semplice domanda: è vero che il libro di Huff, spiegando ai suoi lettori come si dà una seconda occhiata, rende un po’ più difficile la vita ai furbetti della statistica?
Anche se è difficile scoprire quale sia l’effetto totale del libro di Huff sulla consapevolezza statistica della popolazione di un dato paese, il singolo lettore può fare una semplice verifica su quanto questo libro gli potrà essere utile nella vita di tutti i giorni. Provi a contare tutte le volte che, di fronte a un qualche dato statistico a cui ha dato una seconda occhiata (alla maniera di Darrell Huff), gli venga da battersi la fronte con la mano (alla maniera di Homer Simpson) esclamando: «D’oh! E io che ci stavo pure credendo!».
Riccardo Puglisi
===> Recensioni <===
Gli inganni dei numeri (due libri) – giugno 2007 Ecco i trucchi e le menzogne delle statistiche – agosto 2007 Certo, certissimo, anzi probabile – agosto 2007 Statistica, numeri e l’arte di mentire – agosto 2007 Il senso dei numeri – dubitare delle statistiche – agosto 2007 Finalmente! – agosto 2007 Un libro davvero illuminante – settembre 2007 Non fidarsi è meglio – ottobre 2007 Una lettura facile, utile e divertente – dicembre 2007 I numeri possono essere perversi – gennaio 2008 Divertente e interessante – gennaio 2008 Leggetelo – ne guadagnerete – marzo 2008 L’arte di dare una seconda occhiata – maggio 2008 Non c’è alcun ”uomo medio” – luglio 2008 La statistica non è “esoterica” – luglio 2008 Tutto sbagliato, tutto da rifare – luglio 2010
===> PREVIEW <===
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===> Profilo di DARRELL HUFF <===
Darrell Huff (1913-2001) è noto soprattutto come scrittore, ma anche per altre attività, compresa la progettazione e costruzione delle case in cui ha abitato, di cui l’ultima a Carmel nella penisola di Monterey in California (dove ancora vive sua moglie Frances Marie Huff) è particolarmente apprezzata per la sua architettura.
Nato in campagna a Gowie, Iowa, già prima di laurearsi in sociologia e giornalismo nel 1938 aveva cominciato a lavorare come cronista di The Herald (Clinton) e come editorialista per The Gazette (Cedar Rapids). Passò poi dai quotidiani locali ai periodici nazionali, fino a diventare direttore di un’importante rivista, Better Homes and Gardens. Nel 1944 si trasferì a New York come direttore di Liberty, che era un’autorevole testata di interesse generale e largamente diffusa.
Decise poi di abbandonare gli incarichi di direzione e gestione di riviste e case editrici per lavorare come giornalista, fotografo e scrittore indipendente, collaborando con vari giornali e riviste, fra cui il New York Times e Harper’s. Nel 1946 andò a vivere in California.
Autore di centinaia di articoli, di cui purtroppo pochi sono ancora reperibili, pubblicò il suo primo libro nel 1944. Ne seguirono “non meno di altri quindici”. Di gran lunga il più noto è How to Lie with Statistics, dapprima visto con diffidenza e imbarazzo dal mondo accademico e dagli “addetti ai lavori”, ma poi progressivamente accettato e riconosciuto, fino a essere celebrato dall’Institute of Mathematical Statistics nel 2005 per il suo cinquantesimo anniversario.
How to Lie with Statistics è un insolito successo editoriale. Se ne sono vendute più di cinquecentomila copie – e si continua a ristampare. Ha avuto traduzioni in tedesco, in spagnolo e in altre lingue. La più recente, prima della italiana, è l’edizione cinese pubblicata dalla facoltà di economia dell’Università di Shanghai nel 2003.
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