John Coltrane
Giant Steps
Artista:John Coltrane Titolo:Giant Steps Anno:1960 Genere:Jazz Tipo album: Studio Durata:37 min: 03 sec Dischi:1 Tracce:7 Etichetta:Atlantic Records Produttore:Nesuhi Ertegün Registrazione: 4 e 5 maggio, 2 dicembre 1959 Fonte:Web Found Formato:FLac Covers:Incluse nel Torrent
1)Giant Steps-4:43 2)Cousin Mary-5:45 3)Countdown-2:21 4)Spiral-5:56 5)Syeeda's Song Flute-7:00 6)Naima-4:21 v7)Mr. P.C.-6:57
Registrato in varie sessioni nel corso del 1959 e pubblicato nel gennaio del 1960 come debutto discografico di John Coltrane per la Atlantic, “Giant Steps” rappresenta indubbiamente una delle vette massime dell’hard bop, nonché il testamento di John Coltrane nei confronti delle sue origini — il rhythm and blues e il be bop — prima di imboccare la via che, gradualmente, lo porterà verso nuovi orizzonti musicali, dall’adesione al jazz modale interpretato in chiave spiritualistica fino allo sposalizio (raccogliendo il messaggio lanciato già dalla fine degli anni ’50 da Ornette Coleman) con la causa della New Thing durante gli ultimi anni della sua troppo breve esistenza. In “Giant Steps” c’è tutto cosa uno può aspettarsi da un disco hard bop, e, probabilmente, anche qualcosa in più: c’è calore, c’è veemenza, c’è rabbia, c’è dolcezza, c’è melodia. Ci sono assolo di sax tenore di rara perfezione e ci sono sette pezzi stupendi tutti scritti dalla mano di Coltrane, con temi accattivanti e di rara efficacia. C’è la tipica complessità armonica e ritmica dell’ be bop e dell’hard bop, con
modulazioni acrobatiche eseguite a tratti a velocità vertiginose - a tal proposito è curioso ricordare che il titolo del brano che dà il nome all’album,
a quanto asserisce Coltrane medesimo, è riferito ai salti da terze minori a quarte che opera la linea di basso nel corso della titletrack — senza però mai cadere nell’autoindulgenza narcisistica che troppo spesso affligge chi sa di essere un bravo strumentista: nel nostro caso tecnica e intricati intrecci armonico-ritmici sono esclusivamente al servizio della resa massima dei brani,
funzionali al significato artistico dell’opera. Il gruppo che affianca Coltrane nel disco de quo è eccezionale, tanto per qualità esecutiva quanto (e soprattutto) per gusto musicale e per la capacità di assecondare in maniera equilibrata l’estro e l’inventiva del Nostro, pur non essendo composto dagli stessi membri in tutti i brani dell’album. Sostanzialmente trattasi di due diversi quartetti, il primo dei quali (formato,
oltre che da Coltrane, da Tommy Flanagan al piano, Paul Chambers al ontrabbasso
e Art Taylor alla batteria) è entrato in sala di registrazione il 4 e il 5 maggio del 1959, mentre il secondo (Winton Kelly al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Jimmy Cobb alla batteria, direttamente dalle sessions di “Kind of Blue”, verrebbe da pensare!) ha inciso in un’unica seduta il 2 dicembre dello stesso anno.
Tommy Flanagan al piano, Art Taylor alla batteria, Paul Chambers al basso
color=blue]Curiosità[/color]
Giant Steps è un album del sassofonista jazz John Coltrane pubblicato nel 1960 dalla Atlantic Records (LP Atlantic 1311).
A seguito del grande successo dell'album e del brano (che è tuttora considerato
un banco di prova delle capacità tecniche di un solista jazz), questa caratteristica progressione è diventata un classico, spesso indicata come "Coltrane changes" o "Coltrane matrix".
Non a caso nessun altro componente del quartetto prese un assolo su questo brano, che il gruppo non aveva mai provato prima della seduta di registrazione ed è preso ad un tempo velocissimo. Lo stesso, famosissimo, assolo di Coltrane consiste essenzialmente in una serie di arpeggi velocissimi - ancorché magistralmente disposti. Il nastro originale riporta qualche tentativo del pianista, Tommy Flanagan, che poi evidentemente rinunciò. Nel 2004, Giant Steps fu scelto dalla Biblioteca del Congresso, assieme ad altre
50 registrazioni, per far parte della propria collezione di registrazioni nazionali. Il famoso cestista Kareem Abdul-Jabbar diede lo stesso titolo di questo album alla propria autobiografia (scritta assieme a Peter Knobler).
John William Coltrane (Hamlet, 23 settembre 1926 – New York, 17 luglio 1967)
che è stato uno tra i più grandi sassofonisti della storia del jazz, ha sicuramente lasciato un segno profondo nel tessuto di questa musica. "Trane", come fu anche soprannominato per il suo irruente fraseggiare, è stato uno dei più importantiinnovatori del jazz degli anni Sessanta, ponendosi come cerniera tra la poetica del bebop e la rivoluzione del free jazz.
Il pensiero musicale di Coltrane, colto nelle diverse fasi della sua voluzione, ha creato folle di proseliti e di imitatori tutt'oggi attivi sui più disparati palcoscenici del mondo. Il passaggio breve ma intenso, di questo grande musicista, sulla scena del jazz ha marcato un profondo discrimine tra la musica degli anni Cinquanta e quella degli anni seguenti: in appena un secolo di storia, il jazz si è trasformato da musica popolare in musica colta.
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