Titolo: Il simbolo perduto
Titolo originale: The lost symbol
Autore Brown Dan
Data di pubblicazione:2009
Pagine: 604
Genere:Romanzo
Sottogenere: Thriller
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus stranieri
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Robert Langdon, professore di simbologia ad Harvard, è in viaggio per Washington. È stato convocato d'urgenza dall'amico Peter Solomon, uomo potentissimo affiliato alla massoneria, nonché filantropo, scienziato e storico, per tenere una conferenza al Campidoglio sulle origini esoteriche della capitale americana. Ad attenderlo c'è però un inquietante fanatico che vuole servirsi di lui per svelare un segreto millenario. Langdon intuisce qual è la posta in gioco quando all'interno della Rotonda del Campidoglio viene ritrovato un agghiacciante messaggio: una mano mozzata col pollice e l'indice rivolti verso l'alto. L'anello istoriato con emblemi massonici all'anulare non lascia ombra di dubbio: è la mano destra di Solomon. Langdon scopre di avere solamente poche ore per ritrovare l'amico. Viene così proiettato in un labirinto di tunnel e oscuri templi, dove si perpetuano antichi riti iniziatici. La sua corsa contro il tempo lo costringe a dar fondo a tutta la propria sapienza per decifrare i simboli che i padri fondatori hanno nascosto tra le architetture della città. Fino al sorprendente finale. Un nuovo capitolo de "Il Codice da Vinci", un thriller dalla trama mozzafiato, che si snoda a ritmo incalzante in una selva di simboli occulti, codici enigmatici e luoghi misteriosi.
Incipit:
House of the Temple
20.33
Il segreto è come si muore.
Fin dal principio dei tempi, il segreto è sempre stato come si muore.
L'iniziato, che aveva trentaquattro anni, guardò il teschio umano che teneva fra le mani come una coppa. Era pieno di vino rosso sangue.
Bevilo, si disse. Non c'è nulla di cui aver paura.
Come richiesto dalla tradizione, aveva cominciato il suo viaggio indossando le vesti rituali dell'eretico Medievale condotto al patibolo: la tunica aperta sul petto chiaro, il calzone sinistro arrotolato sopra il ginocchio, la manica destra rimboccata fino al gomito e un grosso cappio intorno al collo. Quella sera, invece,
come gli affiliati che assistevano al cerimoniale, era vestito da maestro.
I fratelli intorno a lui avevano grembiuli di pelle d'agnello, fasce e guanti bianchi, e al collo portavano gioielli cerimoniali che brillavano come occhi spettrali nella luce fievole. Molti di loro ricoprivano cariche prestigiose nella vita, ma l'iniziato sapeva che tra quelle mura la posizione sociale non aveva alcuna importanza.
Lì erano tutti uguali, fratelli uniti da un legame mistico, da un giuramento solenne.
Mentre osservava quello straordinario consesso, l'iniziato pensò che nessuno avrebbe mai immaginato di vedere riunita quell'assemblea, e meno che mai in quel luogo. La sala pareva un antico santuario.
Ma la verità era ancora più strana.
Mi trovo a pochi isolati dalla Casa Bianca.
Il monumentale edificio, al civico 1733 di Sixteenth Street NW a Washington, ricalcava un tempio precristiano, il tempio di re Mausolo ad Alicarnasso - il primo "mausoleo" - costruito per ospitare le spoglie del defunto monarca. Ai lati dell'ingresso principale, due sfingi di diciassette tonnellate facevano la guardia al portone di bronzo. L'interno era un labirinto riccamente decorato di camere rituali, corridoi, sotterranei, biblioteche e persino una parete cava dietro la quale erano murati due scheletri.
L'iniziato era stato informato che ogni stanza di quell'edificio racchiudeva un segreto, ma lui non ne conosceva nessuna che potesse racchiudere segreti più arcani della sala gigantesca in cui era inginocchiato quella sera, con un teschio fra le mani.
Il simbolo perduto dello scrittore statunitense Dan Brown era forse il libro più atteso dell’anno. Adesso che lo possiamo leggere in Italia, grazie a una traduzione dall’inglese a più mani e fatta a tempo di record (The Lost Symbol è uscito negli Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna solamente lo scorso 15 settembre), siamo felici di aprire questo sequel del bestseller Il Codice Da Vinci e di ritrovare il protagonista principale di quell’opera vendutissima e molto dibattuta, Robert Langdon. Archiviate le indagini sulla Chiesa, i misteri dell’Opus Dei e la vita di Gesù, nel nuovo romanzo il professore di simbologia dell’Università di Harvard indaga sulla massoneria americana.
Il romanzo ha un prologo di grande impatto scenografico: l’iniziazione misteriosa di un trentaquattrenne nella sala di un tempio massonico, che si trova a pochi isolati dalla Casa Bianca. L’iniziato, che ha davanti a sé la figura vestita di bianco del venerabilissimo Maestro, avvicina un teschio alla bocca, lo inclina e beve il vino rosso, scuro come il sangue, in lunghe sorsate, a sigillo del suo giuramento per la nuova fratellanza. Da qui, sempre nella stessa zona di Washington D. C. e nell’arco di una sola, lunghissima giornata, si dipana l’intrigo della narrazione, irresistibile e coinvolgente, come solo Dan Brown riesce a creare. Langdon, convocato nella capitale americana dal potente massone Peter Solomon per tenere un intervento di apertura al prestigioso istituto culturale Smithsonian, ben presto capisce che quella conferenza è un pretesto per attirarlo in una trappola e obbligarlo ad impegnarsi nel tentativo di svelare segreti millenari. Il viaggio del professore tra labirinti, oscuri templi, antichi riti iniziatici diventa così una vera e propria corsa contro il tempo, che prende l’avvio dopo il ritrovamento di una mano mozzata con all’anulare un anello istoriato da emblemi massonici. È la mano destra di Solomon e Langdon capisce di avere poche ore per ritrovare l’amico e un’unica arma, la sua abilità nel decifrare i simboli che i padri fondatori hanno nascosto tra le architetture di Washington.
Fulcro della storia è il ruolo della massoneria nella costituzione degli Usa: massoni furono i padri della patria americana, da Franklin a Washington, così come lo furono i presidenti Roosevelt, Truman e Ford. Il mistero ruota intorno a un oscuro pittogramma cifrato che è impresso sulla Chiave di Salomone: quest’ultimo potrebbe evocare il potere del re d’Israele di scatenare i demoni e sarebbe un’arma invincibile nelle mani sbagliate, capace di mettere a rischio l’intero pianeta. Contro Langdon, si misura un personaggio minaccioso, pieno di tatuaggi e imbottito di steroidi, che cerca di svelare quel segreto nascosto per secoli dalla massoneria, mentre la dottoressa Katherine Solomon, specializzata in scienza della relazione fra mente e corpo, è una sorta di eroina a fianco di Langdon nella soluzione dell’enigma, sospeso sul confine fra realtà ed immaginazione.
Fra mille colpi di scena, attraverso un ritmo serratissimo e i numerosi rompicapo creati da una piramide massonica che svela misteri sempre nuovi da decifrare, Dan Brown ci avvince e ci diverte, con questa nuova, grande narrazione che, ne siamo certi, replicherà l’enorme successo del suo famoso Codice.
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