Titolo originale: Body of Evidence
Titolo italiano: Oggetti di reato
Autore: Patricia D. Cornwell
1ª ed. originale: 1981
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller, giallo
Lingua originale: inglese
Traduttore: Angelini L.
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Data di Pubblicazione: 1993
Pagine: 322
Reparto: Narrativa straniera
Protagonisti: Beryl Madison
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Qualcuno perseguita Beryl Madison. Qualcuno che la spia e la minaccia con telefonate oscene. La donna, terrorizzata e stanca di scappare, finisce una sera con l'aprire la porta a colui che poi sarà il suo assassino. Gli indizi che emergono sotto il microscopio della dottoressa Kay Scarpetta, capo dell'ufficio di medicina legale, si trasformano poco a poco in un incubo che minaccia la sua vita stessa.
Scavando nella vita di Beryl Madison, Kay Scarpetta e l'agente Marino puntano i loro sospetti sulle persone che gravitavano intorno al suo mondo di scrittrice. In particolare, sembra rivestire particolare importanza un manoscritto smarrito, contenente scottanti rivelazioni sulla vita privata della Madison. Ma la soluzione dell'enigma alla fine si troverà in un autolavaggio e in una casa di cura per malattie mentali dove molti anni prima...
Delitti misteriosi che impegnano a fondo la responsabile dell'Istituto di medicina legale. Un poliziesco ad alta tensione della serie di Kay Scarpetta.
Incipit:
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Prologo
13 agosto
KEY WEST
Dear M,
sono passati trenta giorni di delicate sfumature di sole e di cambi di vento. Penso troppo e non sogno.
Trascorro quasi tutti i pomeriggi in veranda da Louie's, a scrivere e a guardare il mare. Sopra il mosaico di lingue di sabbia l'acqua è color smeraldo screziato, verde azzurra dove si fa più profonda. Il cielo continua all'infinito, le nuvole sono bianchi batuffoli in perenne movimento, come fumo. Una brezza costante si porta via i rumori della gente che nuota e delle barche a vela che gettano l'ancora appena oltre gli scogli. La veranda è coperta e quando si scatena un temporale improvviso, come sovente capita nel tardo pomeriggio, resto al mio tavolo ad annusare la pioggia e a osservarla increspare l'acqua come una pelliccia accarezzata contropelo. A volte diluvia e c'è il sole contemporaneamente.
Nessuno mi infastidisce. Ormai faccio parte della famiglia del ristorante, come Zulù, il Labrador nero che si tuffa in acqua per rincorrere i frisbee, e i gatti randagi che si aggirano silenziosi in educata attesa di avanzi. I quadrupedi sotto la tutela di Louie's mangiano meglio di qualunque essere umano. È consolante osservare il mondo trattare con gentilezza le proprie creature. Non posso lamentarmi dei miei giorni.
Sono le notti a farmi paura.
Quando i pensieri tornano a strisciare nelle oscure crepe della mia mente e a tessere le loro spaventose ragnatele, mi tuffo nelle affollate stradine della città vecchia, attirata dal chiasso dei bar come una falena dalla luce. Walt e PJ hanno trasformato in arte le mie abitudini notturne. Walt torna alla pensione per primo, verso il crepuscolo, perché il commercio di monili d'argento in Mallory Square cessa appena cala il buio. Stappiamo bottiglie di birra e aspettiamo PJ. Poi usciamo, passando di bar in bar, per finire di solito allo Sloppy Joe's. Stiamo diventando inseparabili. Spero che loro lo restino per sempre. Il loro amore non mi sembra nemmeno più fuori dell'ordinario. Nulla mi appare più tale, se non la morte che vedo intorno a me.
Uomini emaciati ed esangui, gli occhi come finestre attraverso cui scorgo la loro anima tormentata. L'Aids è un olocausto che brucia le offerte di questa piccola isola. Strano, dovrei sentirmi a mio agio tra gli esiliati e i moribondi. Ma potrebbero tutti sopravvivermi. Quando la notte giaccio sveglia ad ascoltare il ronzio del ventilatore sulla finestra, vengo catturata dalle immagini di come accadrà.
Ogni volta che sento squillare il telefono, ricordo. Ogni volta che sento qualcuno camminarmi alle spalle, mi giro. La sera guardo nell'armadio, dietro la tenda e sotto il letto, poi spingo una sedia contro la porta.
Dio, non voglio tornare a casa. Beryl
E' sempre un piacere rincontrare la cara dottoressa Scarpetta, che continua imperterrita a lavorare (e a rischiare) troppo, ma che stavolta rivelerà un'anima ancora più sensibile ed intensa. E questo arricchimento del personaggio, perfetto proseguimento di quanto già fatto in "PostMortem", si sviluppa sullo stile solido e attento della Patricia, che, mattone dopo mattone, sa costruire anche qui una bella storia corposa ed appassionante, che forse ha l'unico demerito di somigliare troppo, come impostazione e svolgimento, a quanto già letto nel primo libro della serie (appunto "PostMortem"). Ma é solo una piccola venialità.
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