Edward Lewis Wallant - L uomo del banco dei pegni [Pdf Epub Mobi - Ita] [TNTvillage]
Edward Lewis Wallant
L’uomo del banco dei pegni
Anno: 2008 Genere: romanzo Traduzione di: M.E. Morin Editrice : Dalai Dimensione del file: 1,22 MB Formato del file: Pdf Epub Mobi
Trama
Sol Nazerman è un ebreo polacco che gestisce ad Harlem un banco dei pegni. Sopravvissuto allo sterminio della famiglia nei campi di concentramento nazisti, Sol è devastato dai ricordi e completamente chiuso in se stesso, come inaridito. Rifiuta ogni amicizia, e respinge senza esitazioni le timide manifestazioni di affetto dei pochi familiari rimastigli. Ciò lo rende un perfetto esecutore del suo compito, una sorta di usuraio nel più povero quartiere nero d'America. Sol taglieggia con freddezza tutti coloro che, spinti dalla necessità, si rivolgono a lui per impegnare qualcosa. Il banco è di proprietà di un certo Murillio, che se ne serve come copertura di un vasto giro d'affari poco puliti. Solo Jesus, il giovane commesso portoricano che affianca Sol, sembra poter scalfire quest'animo indurito dal dolore. Un rapporto complesso straordinariamente descritto da Wallant, uno dei migliori scrittori della sua generazione e uno dei primi ad avere il coraggio e il talento necessari per affrontare il tema dei sopravvissuti all'Olocausto. Quando il vecchio ebreo scopre la vera natura degli interessi di Murillio, le cose prendono una piega imprevista, una drammatica accelerazione che costringerà Sol a riaprire le porte del suo cuore straziato.
Commento
Un romanzo meraviglioso e fondamentale di uno dei più grandi scrittori del dopoguerra americano, paragonato a ragione a Roth e scomparso prematuramente a soli 36 anni. L'uomo del banco dei pegni è stato uno dei primi romanzi ad affrontare il tema dell'Olocausto come memoria lacerante, occupandosi più dei sopravvissuti che non delle vittime. Storia di solitudini che si incrociano nei bassifondi newyorkesi degli anni '50 senza mai entrare in contatto, mondi isolati ognuno dei quali con un unico abitante a partire dal protagonista, Sol Nazerman, che nasconde dietro un'apparenza arida un terribile passato che irrompe nella sua vita incontrollabile durante il sonno.
L'uomo del banco dei pegni è un libro duro, freddo, ambientato in un banco dei pegni, luogo animato dal viavai di persone dalle mille solitudini diverse, alcune sfacciatamente all'arrembaggio di una vita grama, altre nascoste dietro il paravento di una dignità rosa dalle tarme del tempo e dei rovesci di fortuna.
Sol Nazerman dietro il suo bancone diventa di volta in volta l'ancora di salvezza, la nemesi che costringe a fare i conti con una miseria insostenibile, l'incomprensibile compagno di lavoro, l'incompreso parente a cui spremere i soldi della spesa, ma anche - inaspettatamente - il compagno di un pic-nic e l'uomo da difendere al costo della propria vita e tutto questo nello sfondo della guerra conclusa da poco, dei campi di concentramento nazisti, di una vita condannata alla compagnia di un fardello di ricordi impossibile da portare e allo stesso tempo impossibile da abbandonare.
Nel 1964 Sidney Lumet ha tratto un film dal romanzo, da cui tra l'altro è stata presa la foto di copertina, con Rod Steiger nella parte del protagonista
L’Autore
Edward Lewis Wallant (1926-62) iniziò a scrivere a trent’anni. Morì appena sei anni più tardi, nel ‘62, per la rottura di un aneurisma. Fece in tempo a vedersi pubblicati due romanzi (The human season e The pawnbroker) e a lasciarne altrettanti, inediti, ai posteri. Si sa, però, che questi ultimi tendono a essere generalmente distratti: perché perdere tempo con uno scrittore ebreo-americano prematuramente scomparso, quando si hanno a disposizione Bellow, Roth, Mailer e Malamud? Il pubblico e i critici americani si dimenticarono presto di lui.
Per i lettori italiani, Wallant è un oggetto ancor più misterioso. The pawnbroker fu pubblicato nel 1967 da Garzanti come L’uomo del banco dei pegni; tre anni prima ne era stato tratto un film di discreto successo con Rod Steiger, per la regia di Sidney Lumet, dove per la prima volta Hollywood entrava in un campo di concentramento nazista, attraverso i ricordi di un sopravvissuto che non riesce a scacciare i propri fantasmi. Dopo anni di purgatorio, il nome di Wallant è ricomparso alla ribalta letteraria nel 2003, quando l’inedito The Tenants of Moonbloom è finalmente uscito con una prefazione di Dave Eggers, il sedicente «formidabile genio» e direttore della rivista di culto McSweeney’s, e dove il tour de force di Wallant ribadisce il particolare talento di cui i moderni scrittori ebreo-americani dispongono nel creare personaggi indimenticabili, laddove i gentili (si pensi a Barth, a Pynchon, a De Lillo, giù giù fino a Volmann) sono piuttosto dei costruttori di complicate macchine narrative, all’interno delle quali i «caratteri» finiscono per essere incidentali.
Se si dovesse affiancare Edward Lewis Wallant a uno dei suoi fratelli maggiori, si potrebbe scegliere il Nathanael West di Signorina Cuorinfranti; ma a Wallant difetta la ferocia di quest’ultimo.(ilgiornale.it)
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