Jean-Pierre e Luc Dardenne - Il Figlio (Le Fils).
Titolo originale: Le Fils.
Titolo: Il Figlio.
Paese: Belgio/Francia.
Anno: 2002.
Durata: 100' circa.
Genere: Drammatico.
Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Soggetto: Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Sceneggiatura: Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Fotografia: Alain Marcoen.
Montaggio: Marie-Hélène Dozo.
Sonoro: Jean-Pierre Duret.
Scenografie: Igor Gabriel.
Costumi: Monic Parelle.
Aiuto Regista: Bernard Garant.
Trucco: Tina Kopecka.
Produttori: Jean-Pierre e Luc Dardenne, Denis Freyd.
Produzione: Archipel 35, Les Films du Fleuve, Radio Télévision Belge Francophone.
Distribuzione: Diaphana Films, LuckyRed.
Data di Uscita: 23 maggio 2002 (Fesival del Cinema di Cannes).
* Olivier Gourmet: Olivier.
* Morgan Marinne: Francis.
* Isabella Soupart: Magali.
* Nassim Hassaïni: Omar.
* Kevin Leroy: Raoul.
* Félicien Pitsaer: Steve.
* Rémy Renaud: Philippo.
* Annette Closset: Training Center Director.
* Fabian Marnette: Rino.
* Jimmy Deloof: Dany.
Trama: Proprietario di una falegnameria che funziona come centro di formazione professionale, il gentile e laborioso Olivier (O. Gourmet) accoglie tra i suoi allievi il sedicenne Francis (M. Marinne), reduce da cinque anni di riformatorio, che, dopo averlo conosciuto, gli chiede di diventare suo tutore, non sapendo che è il padre del ragazzino da lui ucciso cinque anni prima. Alla ex moglie, sconvolta, che gli domanda: “Nessuno lo farebbe. Perché lo fai?”, Olivier risponde: “Non lo so”. L'intreccio del 3° film dei fratelli Dardenne “è il personaggio, opaco, enigmatico. Forse è l'attore stesso.” (O. Gourmet fu premiato a Cannes 2002.) Braccato dalla cinepresa (una recente A-Minima) che gli sta incollata addosso, spesso alle spalle, Olivier è il raro caso di un personaggio inseparabile dalla suspense angosciosa che imbeve lo spettatore, costretto moralmente a immedesimarsi con lui anche nella prima ora abbondante in cui ignora la natura del suo rapporto con il ragazzo. I Dardenne “continuano a togliere, ad asciugare trama, dialoghi e décor. E più tolgono, più il risultato è potente.” (F. Tassi). Cinema lucido, concreto – “La verità è concreta.” (B. Brecht) –, preciso nei particolari, fatto di sguardi, con un uso della cinepresa a spalla che raramente è stato così fluido, funzionale, espressivo. Si chiama Il figlio. Poteva chiamarsi Il padre. Fotografia: Alain Marcoen. Senza musica.
--- Informazioni sul File ---
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