Titolo originale: Man of the year
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Commedia
Durata: 115
Regia: Barry Levinson
Produzione: Universal Pictures, Morgan Creek Productions
Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Jeff Goldblum, Tina Fey, Doug Murray, Rick Roberts
Che cosa succederebbe se un errore di calcolo commesso da un computer portasse alla Casa Bianca uno degli uomini più divertenti della nazione? Tom Dobbs, é un uomo che ha fatto carriera in televisione prendendo in giro i politici e facendosi portavoce di una nazione esasperata. Nel corso del suo talk show quotidiano, racconta barzellette su un sistema politico in caduta libera … fino al giorno in cui ha un'idea veramente brillante e divertente: candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti! E per farlo, Dobbs fonda un movimento popolare con il quale si presenta alle elezioni. Quando finalmente giunge il fatidico giorno, Dobbs sorprende il mondo intero vincendo le elezioni. Ma una scrupolosa analista di software, Eleanor Green, scopre che è stato un errore nel software installato dalla sua società a far vincere in maniera assolutamente inaspettata Dobbs. A questo punto, cerca di aiutare Dobbs a scoprire la verità prima che il suo machiavellico datore di lavoro le dia la caccia, distrugga la sua credibilità e seppellisca per sempre il segreto di un'elezione truccata. Inseguito da Eleanor e dal consulente legale della sua società, Alan Stewart, Dobbs deve prendere una decisione importante e in brevissimo tempo, prima di pronunciare il discorso di insediamento: deve tornare al suo talk show oppure restare nello Studio Ovale e tentare di sovvertire le cose?
Se consideriamo titoli del calibro di "Good morning, Vietnam" (1987) e "Sesso e potere" (1997), deduciamo che il regista vincitore del Premio Oscar Barry Levinson non è nuovo a mix di satira e politica su celluloide.
Ma questo "L'uomo dell'anno", che vede il sempre ottimo Robin Williams ("Jumanji") nei panni del comico televisivo Tom Dobbs, alle prese con una vera e propria ascesa al potere, incuriosisce per non pochi motivi che, involontariamente o no, riportano alla memoria un certo modo di far ridere profondamente legato alla nostra cinematografia.
Già, perché se la sola idea di partenza non può fare a meno di ricordare da un lato l'epilogo del verdoniano "Gallo cedrone" (1998) e dall'altro la trama dell'apprezzabile low budget "Il punto rosso" (2006) di Marco Carlucci, il personaggio di Dobbs, il quale fa discorsi in pubblico travestito da George Washington e non esita a lanciare frecciatine verbali a Papa Benedetto XVI, sfoggia una comicità che sembra rifarsi in maniera evidente proprio a quella che ha reso celebre il nostro Roberto Benigni ("La vita è bella"), altro artista spesso dedito all'unione di politica e commedia che, guarda caso, Williams dichiarò di adorare ai tempi dell'uscita italiana di "The big white" (2005). E, sempre in quell'occasione, proprio come fa nel film di Levinson, parlò anche ironicamente dell'Italia come unico paese in cui è stata eletta alla camera una pornostar (il riferimento, ovviamente, era Cicciolina alias Ilona Staller).
All'esplorazione di similitudini e punti d'incontro tra la politica americana e gli eventi della cultura pop, quindi, questo è il quadro dentro cui viene sviluppata la vicenda dell'uomo dell'anno in questione, prima dedito allo sbeffeggiamento su piccolo schermo di chi governa gli Stati Uniti, poi suo diretto successore, accompagnato dal manager e mentore Jack Menken, con le fattezze del sublime Christopher Walken ("Il cacciatore"), e dall'astuto autore Eddie Langston, interpretato da Lewis Black ("Mi sono perso il Natale").
Mentre fa la sua entrata in scena una nevrotica Laura Linney ("Mystic river") nei panni della scrupolosa giornalista di software Eleanor Green, la quale scopre che è stato in realtà un errore nel programma installato dalla sua società a provocare l'inaspettata vittoria di Dobbs.
Alla fine, allora, accompagnati da una colonna sonora che spazia da "Political world" di Bob Dylan a "They can't take that away from me" di Michael Bolton, passando per "Bohemien like you" dei Dandy Warhols, scopriamo di aver appreso che il confine tra intrattenimento e politica tende ad essere sempre più sfocato ed indistinto in un paese pesantemente dominato dai media.
Ma anche che lo abbiamo fatto attraverso la visione di un'operina che, seppur a tratti divertente, risulta guardabile e niente più.
La frase: "Un buffone non governa il regno, si prende gioco del re".
Francesco Lomuscio
Dimensione: 700 MB Formato Video: DVDRip.XviD Lingua: Italiano Sottotitoli: No Sub
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