MASKED AND ANONYMOUS
MUSIC FROM THE MOTION PICTURE
::->Cover<-::
::->Dati Album<-:: Titolo: Masked and Anonymous
Data Uscita: 2003
Genere: Rock
Etichetta: Sony Music
::->Tracklist<-::
1. My Back Pages - Magokoro Brothers
2. Gotta serve somebody - Shirley Caesar
3. Down in the flood - Bob Dylan
4. It's all over now baby blue - Grateful Dead
5. Most of the time - Sophie Zelmani
6. On a night like this - Los Lobos
7. Diamond Joe - Bob Dylan
8. Come una pietra scalciata (Like a rolling stone) - Articolo 31
9. One more cup of coffee - Sertab
10. Non dirle che non è così (If you see her say hello) - Francesco De Gregori
11. Dixie - Bob Dylan
12. Senor (Tales of Yankee Power) - Jerry Garcia
13. Cold Irons Bound - Bob Dylan
BONUS TRACK
14. City of gold - Dixie Hummingbirds
::->RECENSIONE<-:: Una colonna sonora che serve sia per il film con Penelope Cruz, Bob Dylan, John Goodman, Luke Wilson e Ed Harris, sia per omaggiare il grande Zimmy con
alcune delle sue canzoni recuperate da vecchi dischi ma anche registrate per l’occasione. Il disco si dipana tra alcune scelte decisamente azzeccate (è il
caso delle esibizioni dei grandi Grateful Dead, ad esempio) ed altre piuttosto discutibili. Comunque il livello delle proposte si mantiene mediamente
piuttosto alto e questo è un grande merito in un album che comunque si può considerare un tributo con la presenza del protagonista in quattro canzoni. Ma
andiamo con ordine.
Una delle proposte che lascia più a desiderare è decisamente la prima, che lascia subito interdetti in quanto è una versione di “My Back Pages” dei
giapponesi Molonoko Brothers che, pur se musicalmente decorosa, fa capire che ci sono lingue che con la musica poco o nulla hanno a che vedere, e il
giapponese è sicuramente una di queste. Ottimo il gospel di Hirley Caesar che propone uno dei pezzi più famosi del periodo cristiano di Bob, cioè “Gotta
serve somebody”. E’ poi il turno suo, quello di Bob Dylan, che con il suo attuale gruppo presenta un robusto rock-blues, si può dire impreziosito dalla sua
voce “abbaiata” di questi tempi, “Down In The Flood”. Bella e sentita la versione che i grandi Grateful Dead fanno di “It’ s All Over Now, Baby Blue”, in
questo caso una versione dal vivo del 1991 con Jerry Garcia sugli scudi. Sophie Zelmani va poi a riprendere una delle perle di Bob Dylan, quella “Most Of The
Time”, che aveva tanto incantato su “Oh Mercy” del 1989, e lo fa in modo egregio. Los Lobos fanno loro la canzone che apriva “Planet waves” del 1974, cioè
“On A Night Like This”, nel loro solito stile a metà fra il tex-mex e il latino. Torna poi Bob Dylan a farci ascoltare un traditional che aveva già inciso su
“Good As I been to you”, l’album di folk-songs con cui aveva sorpreso tutti nel 1992, cioè “Diamond Joe”, ed è la dimostrazione di come il suo amore per il
country sia assai più di una infatuazione degli ultimi anni. Non riesco ad immaginarmi Bob Dylan che scrive agli Articolo 31 chiedendo loro il permesso di
usare la loro versione di “Like A Rolling Stone” (in italiano “Come una pietra scalciata”) per questa colonna sonora. Comunque ottimo il testo incentrato su
una storia di razzismo che poi si ritorce contro la protagonista. Si va a recuperare materiale anche in Turchia con la cantante Sertab che ripropone
ottimamente, lasciando più o meno lo stesso arrangiamento di “Desire”, la ballata “One More Cup Of Coffee”, con una grande voce e un bellissimo violino. Del
pezzo proposto da Francesco de Gregori (nelle note interne descritto come “italian folk hero”, quindi, giustamente, altamente considerato), si sapeva tutto
dai tempi di “La valigia dell’attore”, una bellissima versione italiana di “If You See Her Say Hello” che diventa “Non dirle che non è così”. Torna di nuovo
il vecchio Bob con un altro traditional che risponde al titolo di “Dixie”, quindi riecco Jerry Garcia, stavolta in versione solista con la bellissima “Senor
(Tales of yanquee power)”, originariamente tratta da “Street Legal”. Ancora Bob Dylan con una registrazione ex-novo di “ Cold Irons Bound”, un oscuro
rock-blues che era apparso su “Time Out Of Mind”, del 1997. Chiudono il tutto i Dixie Hummingbirds, un gruppo country, che eseguono una buona “City Of Gold”
. ::->DATI TECNICI E NOTE<-::
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COVER INCLUSA
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