Titolo originale: L'allieva
Autore: Alessia Gazzola
1ª ed. originale: 2011
Data di pubblicazione: 16/11/2017 Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Tea
Collana: SuperTea Plus
Pagine: 376
È nata a Messina, figlia unica di un imprenditore e un'impiegata del municipio. I genitori si sono separati due anni dopo la sua nascita e Gazzola è cresciuta con la madre e i nonni materni, che abitavano nel loro stesso palazzo. Ha ricevuto un'educazione borghese e descrive se stessa da adolescente come una ragazzina composta, che cercava la solitudine, amava la lettura e la scrittura e andava molto bene a scuola. Dopo la maturità classica, ha deciso di coltivare la passione per la scrittura solo come hobby, e di perseguire, invece, un altro tipo di carriera. Laureatasi in Medicina all'Università di Messina, si è dedicata in seguito alla medicina legale, di cui è divenuta medico specialista nel 2011.
Vive a Verona con il marito medico, conosciuto durante gli studi universitari e sposato nel 2010. La coppia ha due figlie: Eloisa nata nel 2013 e Bianca nel 2015.
Serie con protagonista Alice Allevi
2011 - L'allieva
2012 - Sindrome da cuore in sospeso
2012 - Un segreto non è per sempre
2014 - Le ossa della principessa
2015 - Una lunga estate crudele
2016 - Un po' di follia in primavera
2017 - Arabesque
Altre opere
2016 - Non è la fine del mondo
Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un po' distratta. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere, Alice resiste a tutto. Fino all'omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena di un omicidio è lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, capisce che non sarà un caso come gli altri. Perché stavolta conosce la vittima.
Incipit:
Il sopralluogo
L'annuale party di beneficenza organizzato da quegli iperattivi di Pediatria mi ricorda puntualmente che, in qualità di specializzanda in Medicina legale, mi trovo - senza alcuna chance di progressione verticale - all'ultimo gradino della catena alimentare della Medicina. Gli altri, ossia tutti gli altri medici, sono convinti di essere al vertice.
Imbevuti di maratone di E.R., hanno una percezione distorta della loro realtà professionale e nessuno si prende la briga di spiegare, per esempio, a uno sfigato qualunque di Pediatria che lui non ha niente a che vedere con George Clooney. Non che io abbia a che vedere con CSI, perché nel mio terrificante Istituto, il grande santuario dell'umiliazione intesa come sport, il ruolo dello specializzando, e il mio nella fattispecie, è considerato alla stregua della carta igienica. Anzi, peggio, perché almeno la carta igienica ha una qualche utilità. Non c'è possibilità che a una specializzanda del mio rango venga affidato un grosso caso di quelli che finiscono sui giornali.
L'allieva è un libro che si legge piacevolmente, inutile sostenere il contrario. Sarà lo stile così canzonatorio e ironico, sarà la leggerezza con cui si scivola lentamente verso la fine, sarà la facile immedesimazione con la protagonista, ma è inevitabile arrivare alla fine con facilità e in poco tempo.
Non si tratta di un thriller con page turning e suspance elevata, lungi da me sostenere questo: anzi. Questo romanzo è un libro da tratti gialli che però si intreccia con una serie di personaggi che creano invece delle sfumature più da commedia romance che da poliziesco.
Alice Allevi, la protagonista, è una specializzanda di medicina legale con un problema non esattamente trascurabile: è impacciata, imbranata, confusionaria e ritardataria. In un lavoro che richiede un certo tipo di puntualità e precisione, è come la pecora nera da additare continuamente in caso qualcosa non vada come dovrebbe. Attraverso i suoi occhi noi viviamo l'ambiente dell'ospedale e ci circondiamo della classica amica secchiona ma bruttina (Lara), dell'oca piena di sé con tanto carisma (Ambra) e del capo che ovviamente è bellissimo e antipatico (Claudio); inoltre abbiamo i dottori come il Boss, il Supremo e la Wally che vogliono farle ripetere l'anno, perché non si impegna abbastanza - e perché, diciamolo, è un pericolo pubblico. La cosa bella di questi personaggi che apparentemente appaiono un po' stereotipati è che vengono descritti con quell'ironia di fondo che non riesce a non farti sorridere e a farteli amare un po' - od odiare, a seconda dei casi.
La Gazzola prende innumerevoli cliché e li esalta con quel suo stile impareggiabile che porta il sarcasmo ad essere il vero protagonista del libro e a condurti fino alla fine - nonostante i personaggi, a una riflessione più profonda, siano veramente degli eccessi di stereotipi.
La quotidianità dell'ospedale si alterna all'indagine sul caso che sconvolge tanto Alice: la morte di Giulia Valenti, da lei conosciuta soltanto il giorno prima del decesso. La giovane specializzanda non capisce la necessità di evitare dei coinvolgimenti diretti con la vicenda e se ne invischia fino al collo, conoscendo la famiglia più da vicino e avviando una vera e propria indagine personale che la porterà a collezionare una serie infinita di guai.
Infine, ovviamente, fa da sfondo una grande storia d'amore, che nasce repentinamente - la stessa protagonista, verso la fine, si accorge di provare quest'enorme sentimento per qualcuno di cui non sa poi così tanto - ma che è talmente vera e pura che non puoi fare a meno di tifare per loro. Perché Alice è, di fondo, insicura, e fa leva sul lettore questa sua mancanza di autostima che pare si compensi con la vicinanza di Arthur, un giovane reporter di viaggi insoddisfatto del proprio lavoro ma pieno di entusiasmo per la vita e il futuro.
Insomma: tante linee narrative e tanti rapporti umani; troppi, forse, per presentarsi nella categoria di "giallo". Non si può dire che sia un classico del genere infatti, perché la trama dell'omicidio appare quasi un pretesto per descrivere la vita e le relazioni della giovane specializzanda, tanto che a metà lettura personalmente avevo intuito chi fosse l'assassino: è evidente, se si fa attenzione ai difetti di Alice, dove l'autrice voglia andare a parare - per questo il tentativo di sviare i sospetti per un amante del genere può apparire completamente inesistente.
In definitiva: un'ottima lettura, senza pretese particolari, ma che risulta piacevole da leggere proprio grazie al vero protagonista: il sarcasmo, compagno fedele dalla prima all'ultima pagina, che oscura il tema di giallo in sottofondo facendo diventare il libro più una serie di comic relief che di indagini e omicidi, ma che alla fine ti lascia un gran bel sorriso.
E la voglia, nonostante tutto, di sapere ancora qualcosa di più della dolce Alice.
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