Titolo originale: Choke
Titolo italiano: Soffocare
Autore: Chuck Palahniuk
1ª ed. originale: 2001
Data di pubblicazione: 16/09/2003
Genere: Romanzo
Sottogenere: Commedia nera
Editore: Mondadori
Collana: Piccola biblioteca oscar
Traduzione: Matteo Colombo
Pagine: 280
Charles Michael "Chuck" Palahniuk (nato il 21 febbraio 1961) è uno scrittore statunitense.
I genitori di Palahniu sono di origine russa e francese. Il suo cognome deriva dai rispettivi nomi dei nonni ucraini: Paul e Nick. Si è laureato all'università dell'Oregon e vive a Portland.
Autore di culto, ha raggiunto il successo con Fight Club (1996), il suo primo libro pubblicato, da cui è stato tratto il film diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt e Edward Norton.
Il suo stile è simile a quello di scrittori come Breat Easton Ellis, Irvine Welsh e Douglas Coupland.
Chuck intraprende la scrittura all'età di 6 anni. Frequenta e abbandona la scuola di giornalismo, fa svariati lavori (camionista, meccanico...). Dice di non possedere un televisore dal 1990. Si dichiara gay ("Forse c'era una vena di pazzia nella famiglia e aspettarono che avessi vent'anni per lasciarmelo sospettare").
A quell'età suo padre gli raccontò che il nonno aveva ucciso la nonna a colpi di pistola e poi si era sparato, mentre lui, il padre, andava a nascondersi sotto il letto. Suo padre conobbe una donna attraverso annunci per incontri e uscì con lei. Al ritorno a casa, l'ex-marito di lei li uccise entrambi e poi bruciò i corpi nel garage.
Quando lavora su un racconto dice di voler essere un persona diversa, di voler essere cambiato da quello che legge. Chuck paragona la letteratura ad una viaggio che ti cambia costantemente come la vita.
Verso i trent'anni scrive il suo primo romanzo Invisibile Monsters, una storia di apparenze, di cambiamenti d'identità, nel quale l'immagine edonistica domina la realtà. Il suo stile è scentifico e crudo. Rasenta il grottesco enfatizzando le parole per far esplodere le frasi. La sua scrittura è priva di avverbi e perdite di tempo. Ci sono improvvise interruzioni. Ripetizioni a effetto. Eliminazione del superfluo. Battute drastiche, fredde. Viene respinto dalle case editrici. Nel 1996, dopo diversi rifiuti, pubblica il suo secondo romanzo, Fight Club, dal quale David Fincher trae un film che lo trasforma in un autore di culto.
Lo stile è asciutto e innovativo, con contenuti nichilisti. La libertà dalle oppressioni della società, dalla competizione, dai mass media che "ci fanno comprare cazzate che non ci servono", diventa il punto cruciale della scrittura di Palahniuk.
In Survivor questo attacco è rivolto verso le sette. Tender Branson cresce all'interno della setta dei Creedish, che sfrutta i suoi adepti facendo gioco sulle loro angosce. "La realtà è che uno vive finché non muore. E la verità è che nessuno vuole la realtà", dice Branson.
La critica alla società che crea schiavi illusi di essere liberi, trova il suo pretesto narrativo in Soffocare nella sessodipendenza. L'assunto al quale giunge il ragazzino Victor Mancini, guardando un film porno in cui un tipo si fa infilare da una scimmia delle caldarroste nel retto, è che "dopo che uno si sottopone allo sguardo di chiunque in un momento del genere, non temerà più nulla dalla vita".
Palahniuk parla della sofferenza, di come la gente preferisce rimanere in mezzo ai problemi per continuare a lamentarsi, a sentirsi misera, invece di capire che i problemi sono autoprodotti.
Romanzi
1996 - Fight club (Fight Club) 1999 - Survivor (Survivor) 1999 - Invisible monsters (Invisible Monsters)
2001 - Soffocare (Choke) 2002 - Ninna nanna (Lullaby) 2003 - Diary (Diary) 2005 - Cavie (Haunted) 2007 - Rabbia. Una biografia orale di Buster Casey (Rant: An Oral Biography of Buster Casey) 2008 - Gang Bang (Snuff) 2009 - Pigmeo (Pygmy) 2010 - Senza veli (Tell All)
2011 - Dannazione (Damned)
2012 - Invisible Monsters remix (2012) (versione di Invisible Monsters integrata)(non ancora in Italia)
2013 - Sventura (Doomed)
2014 - Beautiful You
2015 - Make Something Up
Altri
2003 - Portland Souvenir. Gente, luoghi e stranezze del Pacific Northwest (Fugitives and Refugees: A Walk in Portland, Oregon) 2004 - La scimmia pensa, la scimmia fa. Quando la realtà supera la fantasia (Stranger Than Fiction: True Stories)
Victor Mancini, studente di medicina fallito, ha architettato un fantasioso sistema per pagare le spese ospedaliere della vecchia madre: ogni giorno va a cena in un ristorante diverso e, nel bel mezzo della serata, finge di soffocare per colpa di un boccone andato di traverso. Immancabilmente qualcuno si lancia a salvarlo, e altrettanto immancabilmente diventa una sorta di padre adottivo del protagonista e in occasione dell'anniversario dell'incidente gli invia dei soldi. Dopo anni di questa attività il nostro eroe si trova a ricevere quasi quotidianamente un gruzzolo da persone di cui ormai non ricorda nulla ma che gli sono grate per aver dato un senso alle loro vite. Dopo il grande successo di "Fight Club", ChuckPalahniuk ci offre ancora una volta un ritratto geniale, sulfureo e divertentissimo della vita, dell'amore, del sesso e della morte nel mondo di oggi.
Incipit:
1
Se stai per metterti a leggere, evita.
Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero.
Salvati.
Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci a tirare su due soldi. Ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci.
Quello che succede qui all'inizio ti farà incazzare. E poi sarà sempre peggio.
Quello che trovi qui è la stupida storia di un ragazzino stupido. La stupida storia di vita vissuta di un tizio che mai al mondo vorresti conoscere. Questo coglioncellodevi immaginartelo alto un metro e un cazzo e con una manciata di capelli biondi ben pettinati e con la riga da una parte. Questo stronzetto schifoso devi immaginartelo sorridente in una vecchia foto dei tempi della scuola, con qualche dente da latte caduto e i primi denti veri che spuntano storti. Devi immaginartelo con indosso uno stupido maglione a righe gialle e blu, regalo di compleanno, un maglione che una volta era il suo preferito. E anche così piccolo, devi immaginartelo che si rosicchia quelle sue unghiette da testolina di cazzo. Le sue scarpe preferite sono le Ked. Il suo cibo preferito, i merdosissimi hot dog.
Immaginati questo secchioncello che viaggia senza cintura di sicurezza su uno scuolabus rubato insieme alla sua mamma, dopocena. Solo che nel parcheggio del motel dove stanno c'è un'auto della polizia, perciò la Mamma tira dritto a cento/centoventi all'ora.
Questa è la storia di uno stupido vermiciattolo che, poco ma sicuro, da piccolo doveva essere un imbecille piagnone spia come pochi.
Una fighetta da non credere.
La storia di Soffocare poco importa, l’importante è quello che capita ai personaggi mentre vivono questo loro piccolo pezzo di vita. Victor Mancini è un quasi medico con problemi di sessodipendenza, una madre malata e rinchiusa che ha lottato tutta la vita per demolire qualcosa, non riuscendo a costruire mai nulla, un’identità in bilico tra l’essere un salvatore e l’essere un incredibile bastardo senza scrupoli e l’hobby di farsi salvare da “finti” soffocamenti da cibo, in ristoranti sempre diversi, dalla prima persona pronta ad intervenire.
Palahniuk con Soffocare dipinge un quadro malato e sofferente, scatta una fotografia mossa e sgranata, ma quello che riesce a catturate è comunque un soggetto vero. Nella sua prosa riconosciamo il ritmo cadenzato ed espressivo di Bukowski e la stessa schiettezza nel ritrarre situazioni di Irvine Welsh. Un autore che assorbe quindi, raccoglie ma non copia, piuttosto rielabora, mastica e ci mostra un boccone del nostro mondo “a bocca aperta”.
Ecco che ci appaiono tutte le nostre ombre, le nostre debolezze, le nostre più nascoste perversioni, quello che appartiene al genere umano tanto quanto sentimenti buoni come la generosità e l’altruismo.
Il verità il senso che si coglie leggendo questo libro è l’esatto contrario del soffocamento, quasi una boccata d’aria. Una boccata d’aria magari fastidiosa, sgradevole, ma pur sempre salvifica. Rimane il sollievo di scoprire che qualcuno ha il coraggio di mostrarci come siamo, come possiamo essere, come è chi ci circonda e non vogliamo soffermarci a guardare, senza giudizi o pregiudizi, solo perché anche così è.
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