Titolo originale: The Big Bad City
Titolo italiano: Grande città violenta Autore: Ed McBain
1ª ed. originale: 1999
Data di pubblicazione: 11/11/2004
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: La Biblioteca di repubblica su licenza Mondadori
Collana: Le strade del Giallo
Traduzione: Nicoletta Lamberti
Pagine: 274
Ed McBain, principale pseudonimo di Evan Hunter, nato Salvatore Albert Lombino (New York, 15 ottobre 1926 – Weston, 6 luglio 2005), è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense.
Figlio di immigrati italiani di origini non chiarite (siciliane o lucane), è cresciuto nel quartiere di East Harlem, è morto nel Connecticut all'età di settantotto anni a causa di un cancro alla laringe, aveva ottenuto nel 1952 l'autorizzazione a cambiare il proprio nome.
Scrittore quanto mai prolifico, oltre che affermato autore di libri è stato anche un noto sceneggiatore cinematografico.
Ha pubblicato centinaia di romanzi polizieschi e molte sceneggiature firmando sia con il suo vero nome Evan Hunter sia con diversi altri alias, in particolare quello di Ed McBain (il maggiormente conosciuto e quello usato per i romanzi polizieschi).
Fra gli altri pseudonimi usati vi sono stati anche quelli di Richard Marsten, Hunt Collins, Ezra Hannon e Curt Cannon.
È con il proprio nome che ha scritto quelli che sono probabilmente i suoi romanzi di maggiore impegno: Il seme della violenza (The blackboard Jungle, del 1954) e la sceneggiatura originale del film Gli uccelli, portato sul grande schermo dal regista Alfred Hitchcock.
Come Ed McBain, ha scritto la famosa serie di romanzi dell'87º Distretto e la serie di Matthew Hope.
Considerata l'abbondanza della produzione letteraria di questo scrittore, rimandiamo per un dettaglio della stessa alla pagina di Wikipedia: (url=http://it.wikipedia.org/wiki/Ed_McBain)
[b] In questa città devi guardarti le spalle. Qui tutto può succedere in qualsiasi momento e in qualsiasi posto. E non occorre essere un detective per sentire nel vento l'odore del male. La città è immensa, ostile, spietata. Sui giornali compare il viso grazioso di una ragazza morta che giace scomposta vicino a una panchina di Grover Park, a meno di sette isolati dalla sede dell'87° distretto. Intanto i telegiornali della notte riferiscono degli ultimi successi di Cookie Boy, un abilissimo topo d'appartamenti che firma ogni colpo con una scatola di biscotti al cioccolato. Mentre i detective Carella e Brown si mettono al lavoro e scoprono che la ragazza del parco non è una delle tante assassinate ogni giorno, ma una donna dall'insospettabile passato, i colleghi Meyer e Kling setacciano i banchi dei pegni di Isola sperando di trovare una pista che li conduca a Cookie Boy. I quattro poliziotti non sanno che uno di loro è nel mirino dell'uomo che ha ucciso suo padre.
Incipit:
1
I detective non sapevano neppure che i due si conoscessero. Uno si tro-vava già nella gabbia dei fermati perché sventatamente aveva sparato a un piccolo droghiere coreano che si era opposto alla sua iniziativa di svuotargli la cassa. L'altro, che veniva portato in cella proprio in quel momento, era stato catturato mentre fuggiva dalla scena di una rapina a mano armata in un negozio di liquori, all'incrocio tra la Culver e la 12th.
A parte la loro professione, i due uomini non avevano niente in comune. Uno era bianco, l'altro nero. Uno era alto, l'altro basso. Uno aveva gli occhi azzurri, l'altro scuri. Uno aveva un fisico da sollevatore di pesi, forse perché si era fatto un paio d'anni nel carcere nel nord dello stato per un reato precedente. Quello che adesso veniva accompagnato in cella era piuttosto paffuto. A volte sono proprio i paffuti quelli da tenere d'occhio.
Pochi autori possono dire di aver creato dal nulla un genere letterario; Ed McBain è tra questi. È infatti l’inventore e a tutt’oggi il maggior esponente del “police procedural”, il giallo dove il protagonista non è un singolo individuo, ma un’intera squadra di polizia che agisce in modo corale. In questo caso l’87° distretto di Isola, quartiere simile a Manhattan, in una città immaginaria gemella di New York. E se Manhattan è Isola, il Bronx qui si chiama Riverhead, e Brooklyn diviene Calm’s Point. Episodio tra i più recenti scritti dall’autore e certamente tra i più riusciti, Grande città violenta si apre con il ritrovamento del cadavere di una graziosa ragazza a Grover Park, mentre i telegiornali della notte riferiscono degli ultimi successi di Cookie Boy, abilissimo topo d’appartamenti.
I detective Carella e Brown si mettono al lavoro e scoprono che la ragazza del parco è una donna dall’insospettabile passato, mentre gli investigatori Meyer e Kling setacciano i banchi dei pegni di Isola, nella speranza di trovare una pista per Cookie Boy. Nessuno, però, sa che c’è un killer a piede libero, ma le implacabili regole della grande città violenta parlano chiaro: il giorno dello scontro arriverà presto.
L'ultimo romanzo di McBain, come la grande città violenta, è meravigliosamente imprevedibile, popolato di personaggi che devono loro malgrado aprirsi un varco in una metropoli che non conosce regole.
È dal 1956 che Ed McBain scrive le sue cronache dell’87° distretto, mostrando grande capacità di esplorare continuamente nuovi temi, con una scrittura concisa e ironica, dialoghi brillanti, e un grande talento nel dipingere l’evoluzione della violenza cittadina. Una ventina di film e telefilm sono stati tratti dall’opera dello scrittore, e tra questi, trenta episodi dedicati all’87° distretto, e anche molti altri si sono ispirati alla fortunata serie di romanzi, come i realizzatori di Hill Street Blues, riuscitissimo poliziesco a puntate cui presero parte (tra gli altri) Tim Robbins, Danny Glover, Linda Hamilton e Jonathan Frakes .
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