Titolo originale:Una mutevole verità Autore:Gianrico Carofiglio
1ª ed. originale:2014
Data di pubblicazione:2014 Genere:Romanzo
Sottogenere:Giallo
Editore: Giulio Einaudi Editore
Collana:Stile libero Big
Pagine:128
Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, pubblico ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008.
Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio. Con quest'opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano.
Il romanzo, che introduce il personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari.
Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel 2003 Ad occhi chiusi (premio Lido di Camaiore, premio delle Biblioteche di Roma e "miglior noir internazionale dell'anno" 2007 in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti) e nel 2006 Ragionevoli dubbi, premio Fregene e premio Viadana nel 2007, premio Tropea nel 2008. Nel 2004 Rizzoli pubblica il romanzo Il passato è una terra straniera, premio Bancarella 2005, da cui è tratto l'omonimo film prodotto da Fandango nel 2008.
Nel 2007 Carofiglio pubblica per Rizzoli con il fratello Francesco la graphic novel Cacciatori nelle tenebre, premio Martoglio. Nello stesso anno escono da Sellerio il saggio L'arte del dubbio e da Emons la versione in audiolibro di Testimone inconsapevole, con la voce dello stesso autore.
Nel 2008 gli viene conferito il Bremen Prize dalla radiotelevisione della città stato di Brema e il premio Grinzane Cavour Noir. Laterza pubblica Né qui né altrove ed Emons propone l'audiolibro di Ad occhi chiusi, sempre con la lettura dell'autore.
Nel 2009 Nottetempo pubblica il dialogo Il paradosso del poliziotto.
Nel gennaio 2010 torna l'avvocato Guido Guerrieri nel nuovo romanzo Le perfezioni provvisorie, l'editore è Sellerio, seguito poi dalla lettura di Carofiglio nella versione audiolibro di Emons.
A maggio 2010 Rizzoli pubblica Non esiste saggezza, una raccolta di racconti con l'inedito "Il maestro di bastone". Del 2010 anche un saggio intitolato La manomissione delle Parole, edito da Rizzoli. Del 2011 è Il silenzio dell'onda (Rizzoli).
Nel 2013 è autore assieme a Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo di un volume di racconti intitolato Cocaina, pubblicato da Einaudi. Per Rizzoli invece esce Il bordo vertiginoso delle cose.
È ancora con Einaudi che pubblica nel 2014 il poliziesco Una mutevole verità.
2002 - Testimone inconsapevole
2003 - Ad occhi chiusi
2004 - Il passato è una terra straniera
2006 - Ragionevoli dubbi
2008 - Né qui né altrove. Una notte a Bari
2010 - Le perfezioni provvisorie
2011 - Il silenzio dell'onda
2013 - Il bordo vertiginoso delle cose
2014 - La casa nel bosco
2014 - Una mutevole verità
Racconti
2009 - Il paradosso del poliziotto
2010 - Non esiste saggezza
2013 - Cocaina (con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo)
Saggi e di settore
1997 - Il controesame, dalle prassi operative al modello teorico
2005 - La testimonianza dell'ufficiale e dell'agente di polizia giudiziaria, con Alessandra Susca
2007 - L'arte del dubbio
2010 - La manomissione delle parole
Graphic novel
2007 - Cacciatori nelle tenebre
Nel suo appartamento viene trovato senza vita e in un mare di sangue il corpo di un uomo dalla condotta non proprio pulita. La sua vicina di casa ha visto uscire di gran corsa un giovane che portava un sacchetto in mano, sacchetto che poi la stessa vicina ha visto gettato in un cassonetto. Ha inoltre osservato poi il giovane salire su una vettura parcheggiata proprio di fronte e andar via a tutta velocità.
La buona samaritana, poiché ha ravvisato nella scena qualcosa di poco chiaro, ha prontamente segnato la targa che poi ha con diligenza consegnato ai carabinieri, nella mani del maresciallo Fenoglio (il protagonista del breve romanzo). Individuato il proprietario della vettura, recuperato il sacchetto con tanto di impronte digitali appartenenti proprio al giovane che guidava l’auto, abbiamo avuto in un attimo il colpevole. Un’indagine lampo che sa quasi del miracoloso… troppo bello per essere vero!
E infatti Fenoglio comincia a farsi venire dei dubbi. È tutto troppo perfetto, ma il giovane sembrava proprio una brava persona, mentre il cadavere non apparteneva certo ad una persona degna di stima. Che non ci sia dell’altro da scoprire? Fenoglio prosegue le indagini e il suo intuito si dimostra vincente: il colpo di scena c’è davvero.
Incipit:
Prologo
Cardinale Lorenzo detto ’u tuzz’ - cioè «la testata» - era un rapinatore, specializzato in banche e uffici postali. Lui e i suoi complici avevano una tecnica semplice e molto efficace: rubavano un’auto di grossa cilindrata, o addirittura un camion; aspettavano l’orario di chiusura al pubblico, quando le casseforti erano aperte, i sistemi di sicurezza a tempo disattivati e gli impiegati contavano il denaro. Allora lanciavano l’auto - o il camion - a marcia indietro contro la vetrina blindata, la sfondavano, entravano armi in pugno, prendevano il denaro e andavano via. Ovviamente con una macchina diversa. Quella utilizzata per lo sfondamento rimaneva infilata nella vetrina come un’installazione postmoderna, e cosí la ritrovavano la polizia o i carabinieri.
Il maresciallo Pietro Fenoglio lo conosceva bene, ’u tuzz’. Per mesi, con i ragazzi della sua squadra, aveva indagato su di lui e quella mattina, finalmente, lo avrebbe arrestato, in esecuzione - come si dice - di un’ordinanza di custodia cautelare per alcune di quelle rapine.
Il provvedimento del giudice era di almeno due settimane prima, ma quando erano andati a prenderlo ’u tuzz’ non era in casa. Lo avevano cercato per giorni, fino a quando un confidente non aveva passato l’informazione giusta.
Il figlio di Cardinale soffriva di attacchi epilettici, e quella mattina il padre lo avrebbe accompagnato al policlinico per una Tac al cervello.
Erano in tre: il brigadiere Sportelli, il carabiniere scelto Montemurro e Fenoglio. Parcheggiarono la Ritmo a una ventina di metri dall’ingresso della clinica neurologica e, proprio come aveva detto l’informatore, alle undici arrivarono Cardinale, la moglie e il bambino.
– Eccoli, – disse Sportelli, estraendo la pistola e aprendo la portiera.
– Che fai con quella?
Il brigadiere rimase con una mano sulla maniglia e l’altra sul calcio dell’arma.
– Non lo andiamo a prendere?
– Vuoi sparare al bambino?
– Che significa?
Fenoglio ignorò la domanda.
– Tu aspettaci qui, – disse al carabiniere scelto Montemurro. – È improbabile che succeda, ma se Cardinale dovesse uscire da solo, magari di corsa, fermalo –. Poi disse a Sportelli: – Noi entriamo, ma quella falla sparire, ché mi rende nervoso.
Nell’atrio della clinica chiesero a un infermiere dove si facessero le Tac e quello indicò un corridoio che terminava in una sala d’attesa. Cardinale era seduto con la testa fra le mani. Si accorse del maresciallo quando gli si sedette accanto e gli toccò la spalla.
– Ciao, Lorenzo.
’U tuzz’ ebbe un lieve sussulto. Poi si voltò e si strinse nelle spalle in un impercettibile gesto di rassegnazione.
– Buongiorno, maresciallo.
– Come sta il bambino?
– Non lo sappiamo. Adesso stanno facendo la… come si chiama… la Tac. Mia moglie sta con lui, lí dentro. Ha gli attacchi epilettici e non sanno perché. Dice che può essere un tumore…
Rimasero in silenzio qualche minuto, guardando tutti e due un punto imprecisato davanti a loro.
La penna dell’ex magistrato barese, ormai da tempo prestato alla letteratura, incanta un gran numero di lettori italiani, che sembrano confermare a ogni uscita l’affetto verso uno scrittore che, con grazia e profondo senso d’introspezione, è capace d’indagare con maestria nei recessi più nascosti della mente umana.
Con questo lavoro Carofiglio si dedica alla forma senza dubbio non facile del romanzo breve e lo fa scegliendo un genere mai frequentato nel corso della sua carriera di scrittore, ossia il poliziesco puro. Le pagine di una mutevole verità sono dedicate a un personaggio totalmente nuovo nella sua produzione: il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio.
Piemontese doc trapiantato a Bari, Fenoglio si trova a dover affrontare il più comune dei dilemmi nella professione di chi indaga per risolvere omicidi: la comprensione di una scena del crimine in cui tutto sembra plausibile e perfettamente comprensibile, tranne per la mancanza di un movente valido a carico dell’indagato principale.
In questo romanzo compare anche una figura che è parte fondamentale del repertorio dello scrittore barese: si tratta dell’avvocato Guido Guerrieri (protagonista di romanzi come Testimone Inconsapevole e Ad occhi chiusi), che muove pochi passi come comparsa ma che rappresenta comunque una “sicurezza” per tutti i fan di Carofiglio, affezionati alle sue indagini in una Bari oscura e un po’ underground.
Gianrico Carofliglio regala ai fan un lavoro praticamente perfetto considerando l’equilibrio della storia in poche pagine e soprattutto un personaggio nuovo dai tratti caratteriali molto particolari, estremamente attaccato ai valori della sua professione, ma anche consapevole di come la natura umana sia un coacervo di fragilità e contraddizioni.
Con questo romanzo Carofiglio inaugura una fase della sua vita completamente dedicata alla scrittura: dopo la carriera da magistrato e la parentesi come senatore ha infatti deciso di dare tutto se stesso alla letteratura, facendo contenti tantissimi lettori che in questi anni hanno potuto apprezzare l’evoluzione tecnica di una scrittura lucida ma non per questo priva di strali ironici, indirizzati alle storture e alle contraddizioni di quello straordinario prodotto dell’intelletto umano che è la giurisprudenza.
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