Titolo originale: Travelling to Infinity – My Life with Stephen
Titolo italiano: Verso l'infinito
Autore: Jane Wilde Hawking
1ª ed. originale:
Data di pubblicazione:02/01/2015 Genere: Romanzo
Sottogenere: Biografico
Editore: Piemme
Collana: Piemme voci
Traduzione: Annalisa Carena
Pagine: 586
Nata nel 1944, da Beryl Eagleton e George Wilde, è cresciuta a Saint Albans. Ha studiato lingue ed ha ottenuto un Ph.D. in lingue romanze. Nel 1965 ha sposato Stephen Hawking, che aveva incontrato a una festa all'università. Hanno avuto tre figli: Robert (1967), Lucy (1970) e Tim (1979). Jane e Stephen si sono separati nel 1990 e hanno divorziato cinque anni dopo.
Cinque anni dopo il divorzio, ha sposato il musicista Jonathan Jones, con il quale vive tuttora.
Nel 1999 ha scritto un'autobiografia sul suo matrimonio con Stephen, Music to Move the Stars: A Life with Stephen. Dal libro è stato tratto il film La teoria del tutto. Dopo che il fisico si è separato dalla seconda moglie, Elaine, Jane e Stephen hanno iniziato una relazione di lavoro. Nel 2008 è uscita un'edizione aggiornata della precedente biografia, pubblicata col titolo Verso l'infinito.
1999 - Music to Move the Stars: A Life with Stephen 2015 - Verso l'infinito (Travelling to Infinity – My Life with Stephen)
È il 1962 e Jane e Stephen frequentano l'università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell'universo. Eccentrico e bizzarro, così lo definisce Jane quando lo conosce. E le piace molto. Le loro vite scorrono separate, fino a che qualcosa non le avvicina indissolubilmente. Stephen ha solo ventun anni, l'età in cui l'immortalità è ancora l'unica ipotesi contemplata, quando riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia degenerativa che gli lascia solo due anni di vita. È allora, con il destino alle calcagna, che i due si innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Con Jane al fianco, Stephen combatte instancabilmente contro la malattia e intanto si butta a capofitto a studiare ciò che a lui più manca: il tempo. Grazie all'amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all'eternità, uno dopo l'altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Forse, la formula che tiene insieme l'universo ha un solo elemento comune: l'amore.
Incipit:
1
Ali per volare
La storia della mia vita con Stephen Hawking cominciò nell’estate del 1962, anche se può darsi che fosse iniziata una decina di anni prima senza che io ne fossi consapevole. Quando all’età di sette anni entrai alla St Albans High School for Girls, nei primi anni Cinquanta, per un breve periodo nell’aula accanto ci fu un bambino con una lunga frangia castana dorata seduto accanto al muro. La scuola accettava anche maschi, come mio fratello Christopher che era tra i piccoli, ma io vedevo il bambino con la frangia solo nei casi in cui, in assenza del nostro maestro, noi del primo anno dovevamo stringerci nella stessa aula dei più grandi. Non ci siamo mai parlati, ma sono certa che questo primo ricordo sia affidabile, perché Stephen fu allievo di quella scuola per un semestre prima di andare in una scuola elementare privata a qualche chilometro di distanza.
Le sorelle di Stephen erano più riconoscibili, perché rimasero in quella scuola più a lungo. Di soli diciotto mesi più giovane di Stephen, Mary, la maggiore delle due, era una figura decisamente eccentrica: paffuta, sempre scarmigliata, distratta, dedita ad attività solitarie. La sua dote principale, una carnagione luminosa, era mascherata da spessi occhiali che non le donavano. Philippa, di cinque anni più giovane di Stephen, era sveglia, nervosa ed eccitabile, con treccine bionde e una faccia tonda e rosea. La scuola imponeva una rigida osservanza sia in termini di studio che di disciplina, e gli allievi, come tutti gli studenti, sapevano essere estremamente intolleranti verso le particolarità. Se avevi una Rolls-Royce e una casa in campagna non c’erano problemi, ma se come nel mio caso il tuo mezzo di trasporto era una Standard 10 anteguerra – o peggio un vecchio taxi londinese, come nel caso degli Hawking – venivi preso in giro o fatto oggetto di un pietoso disprezzo. I ragazzi Hawking si sdraiavano sul fondo del loro taxi per non farsi vedere dai compagni. Purtroppo sul fondo della Standard 10 non c’era spazio per quell’azione elusiva. Le bambine Hawking lasciarono tutt’e due la nostra scuola prima di arrivare alle superiori.
La loro mamma era una figura ben conosciuta. Piccola e asciutta, avvolta in una pelliccia, sostava nell’angolo vicino alle strisce pedonali nei dintorni della mia scuola aspettando che il figlio minore Edward arrivasse con l’autobus dalla sua scuola elementare in campagna. Anche mio fratello andava in quella scuola dopo aver passato gli anni dell’asilo alla St Albans: si chiamava Aylesford House e lì i maschietti vestivano di rosa, giacche rosa e cappelli rosa. Sotto tutti gli altri aspetti era un paradiso per i bambini, specie quelli che non avevano una passione per lo studio. Giochi, cuccioli, campeggi e spettacoli teatrali, nei quali spesso mio padre suonava il piano, sembravano costituire le attività principali. Molto bello e affascinante, a otto anni Edward stava incontrando qualche difficoltà con la sua famiglia adottiva quando io conobbi gli Hawking, forse per via della loro abitudine di portarsi i libri che stavano leggendo al tavolo della cena, ignorando chiunque non fosse un topo di biblioteca.
All’inizio le cose tra Jane e Stephen vanno più o meno così. L’anno in cui si incrociano è il 1962 (anno di inediti “fermenti” in lungo e in largo per il mondo, Inghilterra compresa) e studiano entrambi. A Cambridge. Lei è una ragazza intellettualmente vivace, attratta dalla Spagna e dai libri dei poeti. Lui è decisamente più insolito, lo vedi spesso smarrito nei propri pensieri: studia cosmologia, senz’altro una materia impegnativa. Jane lo trova decisamente “bizzarro”, ma proprio per ciò ne è incuriosita, e insomma tra Jane Wilde e Stephen Hawking – tra una festa e l’altra, un esame e l’altro, una pausa e l’altra - all’inizio va in questo modo. C’è anche da dire che all’epoca in cui conosce Jane, il futuro per Stephen non lascia presagire nulla di buono: si ammala di una grave malattia degenerativa e la prognosi è spietata: due anni di vita al massimo, un tempo troppo breve forse persino per l’amore.
La storia dimostra come le cose andranno in tutt’altra direzione: malgrado debba confrontarsi con i limiti stringenti, imposti dalla sclerosi laterale amiotrofica, Hawking insiste e resiste, studia e resiste, diventa scienziato, professore, si sposa con Jane (che in venticinque anni di matrimonio gli darà tre figli). Diventa una specie di luminare degli studi su tempo e spazio, e chissà che molta di questa forza non gli venga proprio dall’amore. L’amore dato e l’amore ricevuto. Da Jane Wilde, in primo luogo.
“Verso l’infinito” (Piemme, 2015) è il libro in cui proprio lei ci rivela del “genio”, declinando gli squarci salienti del quarto di secolo trascorso al suo fianco, traducendo in scampoli di quasi-normalità una relazione che di normale, a pensarla da fuori, sembrerebbe avere avuto poco o nulla. Vuoi per le insolite occupazioni di Hawking, vuoi per una patologia che lo costringe a relazionarsi con la moglie e col mondo, in modo via via sempre più difficoltoso. Nel 1985 è colpito da una grave polmonite. Sottoposto a tracheotomia permanente perde l’uso della voce. Un tecnico di Cambridge costruisce per lui un sintetizzatore vocale, che trasforma in suono ciò che egli scrive su un sofisticatissimo computer.
Il libro è decisamente corpulento (si aggira intorno alle 500 pagine) ma scorre. In forza di uno stile narrativo piano e della curiosità che suscita l’interfacciarsi con le sfumature riposte di una mente a dir poco luminosa (quella di Stephen Hawking, naturalmente). E però niente prurigini. “Verso l’infinito” si ricorda soprattutto come una storia d’amore e di lotta, la storia d’amore e di lotta di Jane e Stephen riprova di quanto possano i sentimenti e la forza di carattere per la buona riuscita di un essere umano. Non soltanto per la sua sopravvivenza.
Da questo romanzo è stato tratto il film “La teoria del tutto” (regia di James Marsh), uscito in Italia nel corso dello scorso gennaio.
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