Titolo originale: Titolo italiano: Tagli
Autore: Karin Slaughter
1ª ed. originale: 2002
Data di pubblicazione: luglio 2006
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller
Editore: Piemme Collana: Maestri del Thriller n. 50
Traduzione: Luisa Corbetta
Pagine: 366
Karin Slaughter nata in Georgia il 6 gennaio 1971, è una scrittrice statunitense nota nel genere crime internazionale. Fra i suoi thriller, è nota la serie che ha come protagonista Will Trent, inaugurata con il best seller L’ombra della verità (Timecrime, 2012) e di cui Tre giorni per morire rappresenta il secondo volume. È stata insignita per quattro volte del prestigioso Crimezone Thriller Award.
Vive e lavora ad Atlanta.
Serie di Grant County
2001 - La morte è cieca (Blindsighted)
2002 - Tagli (Kisscut)
2003 - Corpi (A Faint Cold Fear)
2004 - Indelebile (Indelible)
2005 - Faithless
2007 - Beyond Reach
Serie di Will Trent
2006 - L'ombra della verità (Triptych)
2008 - Tre giorni per morire (Fractured)
2009 - Genesi (Undone)
2010 - Tra due fuochi (Broken)
2011 - Abisso senza fine (Fallen)
2012 - Corsa contro il tempo (Snatched)
2012 - Mente criminale (Criminal)
2013 - L'infiltrato (Busted)
2013 - L'invisibile (Unseen)
Altri titoli
2004 - Like a charm
2008 - Martin misunderstood
2011 - First thrills, vol. 3
2011 - Thorn in my side
2012 - The unremarkable heart
2013 - L'orlo del baratro (Cop Town)
2015 - Quelle belle ragazze (Pretty Girls)
2016 - La mia vendetta (Cold, cold heart witness impulse)
È sabato sera e Sara Linton, la coroner e pediatra, volteggia sulla pista di pattinaggio aspettando il suo ex-marito Jeffrey, capo della polizia. D'un tratto, intravede nella folla un volto conosciuto: si tratta di Jenny, una sua ex paziente di tredici anni, che esce dal bagno con una sacca in mano. Sara la saluta e nel farlo sfiora la sacca, e il suo vestito si imbratta di sangue. Giusto il tempo di accorgersi dell'accaduto e Jenny è già sparita, ma poco dopo Sara la ritrova nel parcheggio: sta puntando una pistola alla testa di un ragazzino e implora Jeffrey, arrivato nel frattempo, di spararle per fermarla. Nel silenzio spettrale che avvolge la scena riecheggia un colpo e Jenny cade a terra, uccisa.
Incipit:
SABATO
1
Dancing Queen, canticchiava Sara Linton sopra la musica, avanzando lungo la pista di pattinaggio. Young and sweet, only seventeen.
La distrasse un calpestio convulso di rotelle alla sua sinistra e si voltò di scatto, appena in tempo per acciuffare un bambino che stava per rovinarle addosso.
«Justin!» Aveva riconosciuto il piccolo di sette anni. Lo tenne in piedi reggendolo per il dietro della camicia mentre lui cercava inutilmente di tenersi dritto sui pattini a rotelle allineate.
«Oh, dottoressa Linton» le sorrise Justin ansimante. Il caschetto che aveva in testa era troppo largo e lui continuava a spingerlo indietro con la mano per riuscire a vederla.
Sara restituì il sorriso sforzandosi di non ridere. «Ciao Justin».
«A lei piace questa musica, eh? Anche alla mia mamma piace». La fissava negli occhi, con le labbra appena socchiuse, come se fosse sorpreso di averla incontrata fuori dal centro pediatrico. Succedeva spesso con i piccoli pazienti di Sara, sembravano convinti che lei dovesse stare in permanenza all'ambulatorio ad aspettare che a loro venisse il raffreddore o l'influenza.
Karin Slaughter è tra le più amate firme del crime internazionale e tradotta in 37 lingue, autrice di serie come quella dedicata a Grant County e Will Trent, nonché di fortunati stand alone.
Un po’ come Kathy Reichs o Patricia Cornwell, la Slaughter crea un piccolo universo con punti di riferimento luoghi e personaggi ricorrenti, atmosfere riconoscibili per il lettore affezionato: questo è sia il limite che la forza di questo tipo di autrici perché se da un lato – sopratutto se si è lettori compulsivi – ci si confronta con uno certo conformismo nella costruzione delle vicende, dall’altro è rassicurante ritrovare i protagonisti a cui ci si è affezionati, vedere l’evoluzione delle loro vicende personali, delle loro relazioni, ritrovare le atmosfere della provincia americana e – in questo caso – un certo old style conservatore che, se lo si vive da (molto) lontano, ha un certo fascino.
C’è molto mestiere nella stesura di Tagli: l’autrice semina dettagli, false piste, elementi a forte impatto visivo, e la scelta di usare come protagonista una pediatra che funge anche da medico legale è molto strategica, permettendo alla Slaughter di alternare i tratti retorici della pediatra di provincia alla crudezza del lavoro di anatomopatologo.
La trama è piuttosto bilanciata, e come nel precedente romanzo punta più sul generale effetto shock che sullo svelamento del colpevole: questo è un limite del romanzo che non è in realtà un limite del romanzo. Tagli è stato scritto dalla Slaughter nel 2002, e l’impatto delle tematiche trattate sui lettori era probabilmente molto più forte: si tratta di una vicenda che parla di adolescenti, con risvolti sia sessuali che di violenza fisica e psicologica disturbanti, ma cinema, serie TV, cronache quotidiane hanno alzato moltissimo la soglia di assuefazione alla violenza. Per un romanzo dove il valore aggiunto è fortemente legato alla percezione della vicenda, alla morale e ai valori sociali, il mutare del contesto muta anche la forza del racconto, e per il lettore più smaliziato c’è un senso di deja vu piuttosto ricorrente e la consapevolezza che il romanzo – come spesso accade ad autori mainstream – si spinge fino al livello accettabile per il grande pubblico .
La relazione tra i due protagonisti lascia un po’ perplessi e con la voglia di dare una scrollata a due adulti che, visti con gli occhi del lettore del 2018, sembrano due adolescenti gravati da un eccesso di paturnie: ma fortunatamente, non appena queste cominciano a prendere troppo piede, arriva un dettaglio truculento a riportare il romanzo sulla retta via.
Tagli non è un romanzo che lascia il segno, ma è perfetto ora che il periodo estivo chiede letture meno impegnative, scritto con linearità e godibile nella scrittura piuttosto semplice : se non si conosce Karin Slaughter sarebbe forse opportuno iniziare con il precedente La morte è cieca, del quale ha superato alcuni limiti. Consigliato sotto l’ombrellone.
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