Titolo originale: Twelve Monkeys Nazionalità: USA Anno: 1995 Genere: Fantascienza Durata: 129 minuti
Soggetto: liberamente ispirato a “La jetée”, di Chris Marker, cortometraggio del 1962 Sceneggiatura: David Webb Peoples, Janet Peoples Montaggio: Mick Audsley Musiche: Paul Buckmaster Fotografia: Roger Pratt Scenografia: Jeffrey Beecroft Costumi: Julie Weiss Effetti speciali: Peerless Camera Company, Mill Films, Cinesite Presentato da: Universal Pictures Produttore: Charles Roven Produzione: Atlas Entertainment, Classico Distribuzione: CIC Video Data di uscita : 6 marzo 1996 (al cinema)
Siamo nel 2035, quel che resta del genere umano vive sottoterra, in totale desolazione e senza la possibilità di riemergere vista la pericolosità del virus aerobico che nel 1996 aveva annientato il 99 per cento della popolazione umana del pianeta. Si è ancora alla ricerca di un vaccino che possa consentire al genere umano di tornare in superficie. La speranza è nel passato, nella possibilità di trovare, tornando all’origine della tragedia, le tracce per bloccare il processo d’autodistruzione innescato dalla follia di qualcuno. In questo ultimo ed estremo tentativo gli scienziati offrono a James Cole (Bruce Willis), detenuto a vita, l’opportunità di essere graziato se disponibile a compiere la delicata missione: tornare indietro nel tempo e acquisire indizi e tracce per fermare in tempo l’epidemia. Cole accetta, ma il primo lancio a ritroso fallisce l’obiettivo temporale; siamo nel 1990 e non nel 1996 come programmato, tanto che l’ex detenuto viene trovato in stato considerato delirante e dunque tradotto in un istituto per malati di mente. Qui ha due incontri significativi per il prosieguo della sua indagine, quello con la dottoressa Railly (Madeleine Stowe) e quello con Jeffrey Gones (Brad Pitt), figlio psicolabile di un famoso immunologo. È il destino che si compie, quanto mai beffardo, ancorché Cole non sia del tutto preparato a comprendere. Perché la soluzione dell’enigma di un sogno ricorrente, che accompagna le sue notti fin da bambino, vive nell’inconscio di Cole come un presagio, una minaccia, un’evocazione terrificante che sembra vivere in un’altra dimensione spazio-temporale. Eppure è cosi tangibile, percettibile ma non ancora riconoscibile. Riportato al futuro-presente, poi restituito al giusto tempo per assolvere l’importante missione, il 1996, l’ex detenuto passerà di sfuggita per la Prima Guerra Mondiale, rincontrerà lei, la protagonista del suo sogno-incubo, e capirà il perché dei tanti segni sul suo cammino. Cos’è l’esercito delle 12 scimmie? Sono veramente loro i responsabili della distruzione del pianeta?
A metà fra fantascienza e thriller, narra la storia di James Cole (Bruce Willis) che dal 2035 viene inviato nel passato, nel 1996, dove a breve si sarebbe diffuso un virus micidiale che avrebbe ridotto la popolazione mondiale all'1%. In realtà il futuro non si può cambiare; la sua missione è solamente quella di trovare informazioni che permetteranno di trovare un vaccino in futuro. Aiutato dalla psichiatra Kathryn Railly (Madeleine Stowe), fra salti nel tempo sbagliati e frenetici inseguimenti con le forze dell'ordine, Cole scoprirà che tutto riconduce all'Esercito delle 12 scimmie, un gruppo di ambientalisti pronti a tutto capeggiati da Jeffrey (Brad Pitt), figlio non proprio sano di un famoso scienziato.
"L'esercito delle 12 scimmie" colpisce subito per una cosa: il regista conduce l'intera trama parallelamente nella realtà (tra l'altro paradossalmente verosimile) e nella mente di James. Noi partiamo con la giusta convinzione che Cole sia realmente partito dal futuro e proprio quando, come la dottoressa Railly, siamo quasi sicuri di quello che sta accadendo, il personaggio di Willis stravolge tutta la nostra comprensione, suggerendoci il dubbio che la storia possa benissimo esistere solamente nella sua testa. Anche noi, come Kathryn, dovremo allora pensare, riflettere con i vari indizi somministratici gradualmente ed intelligentemente dall'ottima sceneggiatura.
E quando si arriva in fondo al film è incredibile come tutti i pezzi del puzzle combaciano alla perfezione; ci chiediamo come mai non ci siamo accorti prima di questo o di quel particolare. Semplicemente esaltante.
I temi che tornano più frequentemente sono quelli della pazzia e della visione pessimistica del futuro e del comportamente dell'uomo in generale. Sul primo tema ho trovato interessantissimo il discorso della relatività della pazzia fatto da Jeffrey durante una scena nel manicomio, da sentire e risentire per coglierne ogni minimo particolare.
Registicamente Gilliam torna su diverse scelte già utilizzate in "Brazil", ma fortunatamente decide di limitare l'uso contrastante dell'ambiguità reale/immaginario e le scene che riconducono maggiormente a quello stile sono relativamente poche: più che altro sono quelle girate nel 2035. Il risultato è un film ottimamente equilibrato nel suo delirio (nella scena nella casa di cura stavo impazzendo pure io...), ma non solo delirio causato dalla complessità della trama o da particolari situazioni e personaggi, intendo anche delirio stilistico, dove vengono alternati freneticamente ambientazioni interne, esterne, luminose, scure, vaste e di dimensioni ridotte. Insomma non era certo facile girare un film costruito in questo modo (e nemmeno montarlo).
Non mancano nemmeno diverse citazioni (la migliore però rimane la sequenza in cui Kathryn cura le ferite a James all'interno della sala dove stanno proiettando Hitchcock - prima "La donna che visse due volte", poi "Gli uccelli").
Cast eccellente più che altro perché le interpretazioni degli attori principali sono fra le migliori della loro carriera; o almeno per la Stowe e Willis non sono pienamente sicuro (hanno anche diversi altri titoli dove riescono ad esprimersi ottimamente, giusto per citarne uno a testa, "America oggi" e "The sixth sense - Il sesto senso"), ma per Brad Pitt è assolutamente il ruolo dove l'ho trovato più in forma (anche se pure in "Fight club"...): le sue performance sia nelle scene del 1990 che in quelle del 1996 sono sbalorditive.
"L'esercito delle 12 scimmie" è in assoluto il mio film preferito di Gilliam, coinvolgente, divertente, potente, intelligente, visionario, in una parola geniale. A chi non l'avesse ancora visto: che lo faccia il più presto possibile.
I premi: * Golden Globe 1996: miglior attore non protagonista (Brad Pitt)
* Premio Hugo
* ASCAP Film and Television Music Awards
* 3 Saturn Awards 1995: miglior film di fantascienza, miglior attore non protagonista (Brad Pitt) e migliori costumi
* Blockbuster Entertainment Awards
* Empire Awards
La frase: **Jeffrey Goines (Brad Pitt) - Vedi la televisione? E' tutta lì la questione, tutta lì la questione.
- Guarda, ascolta, inginocchiati, prega! La pubblicità!
Non produciamo più niente, non serviamo più a niente, tutto automatizzato: che ca**o ci stiamo a fare allora?
**James Cole (Bruce Willis) :
- Bruce Willis "Lei e' la mia psicologa!"
- Portiere "Certo,come no,se te lo fa diventare duro...."
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