Titolo originale: Buchi nella sabbia
Autore: Marco Malvaldi
1ª ed. originale: 2015
Data di pubblicazione: 5 novembre 2015
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Sellerio Editore
Collana: La Memoria
Pagine: 243
Nato a Pisa nel 1974, attualmente vive nella sua città natale.
Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, ha esordito nella narrativa nel 2007 con il giallo La briscola in cinque, pubblicato con la casa editrice Sellerio. Nel 2008 ha pubblicato Il gioco delle tre carte, seguito da Il re dei giochi, del 2010. Nel 2012 è uscito invece La carta più alta.
Nei libri che compongono la serie del BarLume, compaiono gli stessi personaggi principali: il barrista Massimo, gli anziani frequentatori del bar che spesso si esprimono in vernacolo pisano (nonno Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca) e la banconiera Tiziana.
Malvaldi ha inoltre pubblicato un quinto giallo intitolato Odore di chiuso, con protagonista Pellegrino Artusi e ambientato quindi alla fine dell'800.
Nell'ottobre 2011 ha pubblicato Scacco alla torre, presentato al Pisa Book Festival. Il libro è una guida per una passeggiata nella sua città natale. Uno dei primi racconti presenti nel ibro, Finalmente soli, che narra di una passeggiata notturna, è ispirato ad uno scatto del fotografo Nicola Ughi, suo ritrattista ufficiale e anch'egli pisano.
A fine ottobre 2012 Sellerio ha pubblicato un nuovo giallo di Malvaldi, dal titolo Milioni di milioni, ambientato nell'immaginario paese toscano di Montesodi Marittimo. Il libro è stato presentato nella prestigiosa sede dell'ISIS Niccolini-Palli, Liceo Classico di Livorno.
Nel settembre 2013 Sellerio pubblica il romanzo Argento vivo, la cui vicenda ruota attorno a un doppio furto: quello di una Peugeot 206 color argento e quella di un computer portatile del medesimo colore; e di una doppia coppia - Paola e Giacomo e Letizia e Leonardo - le cui vicende si aggrovigliano e si sciolgono a corrente alternata.
Nel luglio 2013 vince il Premio letterario La Tore Isola d'Elba.
E' del 2014 la pubblicazione de Il telefono senza fili cui segue ultimo nato - scorso aprile - "La battaglia navale".
Serie del BarLume
2007 - La briscola in cinque
2008 - Il gioco delle tre carte
2010 - Il re dei giochi
2012 - La carta più alta
2014 - Il telefono senza fili
2016 - La battaglia navale
Altri libri
2011 - Odore di chiuso
2012 - Milioni di milioni
2013 - Argento vivo
2015 - Buchi nella sabbia
Saggi
2011 - Scacco alla torre (Guida alla città di Pisa)
2011 - Sol levante e pioggia battente (Inediti d'autore, ironico saggio che effettua un parallelismo tra Olanda e Giappone)
2012 - La pillola del giorno prima. Vaccini, epidemie, catastrofi, paure e verità (saggio scritto con Roberto Vacca)
2014 - La famiglia Tortilla
2014 - Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos (scritto con Dino Leporini)
2015 - Le regole del gioco. Storie di sport e altre scienze inesatte
2016 - L'infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges
2017 - Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà
Racconti
2011 - L'esperienza fa la differenza, racconto nell'Antologia Un Natale in giallo (protagonisti: Massimo Viviani e i vecchietti del BarLume)
2012 - Il Capodanno del Cinghiale, racconto nell'Antologia Capodanno in giallo
2012 - Cose che non puoi capire, racconto nell'Antologia Igea e psiche. Racconti di vita sospesa
2013 - Azione e reazione, racconto nell'Antologia Ferragosto in giallo
2013 - La tombola dei troiai, racconto nell'antologia Regalo di Natale
2014 - Costumi di tutto il mondo, racconto nell'antologia Carnevale in giallo
2014 - Aria di montagna, racconto nell'antologia Vacanze in giallo
2015 - Non si butta via nulla, racconto nell'antologia La crisi in giallo
2015 - Fase di transizione, racconto nell'antologia Turisti in giallo
2016 - Donne con le palle
2017 - In crociera con il cinghiale
Ernesto Ragazzoni avrebbe voluto che sulla propria tomba fosse scritto: "D'essere stato vivo non gli importa". Poeta dei buchi nella sabbia e delle "pagine invisibilissime", dell'arte giullaresca realizzata nella vita fuori dal testo, è in un certo senso il testimone di questo "dramma giocoso in tre atti". Come grottesco contrappasso, accanto a lui, bohémien anarchicheggiante e antimilitarista, agirà come in duetto un rigido ufficiale dei regi carabinieri. Siamo nel 1901, tempo di attentati (il re Umberto è stato appena ucciso), e a Pisa, terra di anarchia. Al Teatro Nuovo si aspetta il nuovo re, per una rappresentazione della Tasca di Giacomo Puccini. Le autorità sono in ansia: il tenore della compagnia "Arcadia Nomade", i cavatori di marmo carrarini convocati per alcuni lavori, gli stessi tecnici de teatro, sono tutti internazionalisti e quindi sospetti. E nell'ottusa paranoia dei tutori dell'ordine, perfino il compositore, il grande Puccini, è da temere tra i sovversivi. A scombinare ancor di più le carte è l'intervento di quello stravagante di Ragazzoni, redattore del giornale "La Stampa". Fatalmente l'omicidio avviene, proprio sul palcoscenico al culmine del melodramma, e non resta che scoprire se sia un complotto reazionario o un atto dimostrativo di rivoluzionari. O un banale assassinio...
Incipit:
Ouverture
ovvero
Tosca vista da un toscano
Nessuna situazione come l’opera è in grado di passare in un attimo dal commovente al ridicolo, se il destino ci si mette di mezzo.
Il fatto è che l’opera, già di per sé, è una situazione artificiosa, che si regge in piedi per miracolo, e che richiede a noi fanatici del bel canto una dose smisurata di capacità di astrazione. Non è facile commuoversi per un baritono che, una volta ricevuta una coltellata nel petto, intona una romanza a tutta gargana invece di stramazzare sul palco, come farebbe qualsiasi persona beneducata qualora venisse pugnalata nelle reni. E ci vuole una robusta dose di concentrazione sulla musica per non mettersi a ridere di fronte a un tenore settantenne che sta facendo il giovanottino innamorato, decantando la bellezza di un mezzosoprano largo quanto due contrabbassi.
È un ottimo lavoro con un tocco di teatralità esplicita, ossia la suddivisione in tre atti.
La vicenda narrata, in primo piano, è quella di una sgangherata, quanto improbabile, compagnia teatrale che mette in scena una delle opere liriche italiane più celebri, la "La Tosca" di Giacomo Puccini. Nell'atmosfera storica regna ancora l'inquietudine anarchica a seguito dell'attentato di Gaetano Bresci che, come tutti sappiamo, ha ucciso il re d'Italia, Umberto I. Molto probabilmente il destino misterioso dell'anarchico italiano, vittima forse della tecnica punitiva del santantonio, ha aggiunto un giallo storico al giallo teatrale. Mentre lo spettro di un nuovo attentato anarchico si propaga ovunque, anche nel teatro, c'è un bel daffare tra la grande emozione per l'ospite illustre e la paura di un nuovo insuccesso, con conseguente fermento e mobilitazione da parte delle forze dell'ordine e della stampa ufficiale.
Essendo un giallo, com'è prevedibile, anche al culmine della rappresentazione teatrale, ci scappa il morto, tra una cerchia colorita e variegata di attori, più o meno improbabili.
BUCHI NELLA SABBIA è un ottimo giallo che si legge scorrevolmente e divertendosi.
La descrizione dei personaggi è così credibile che più volte viene da chiedersi se Malvaldi non stia raccontando, trasformando in letteratura d'intrattenimento, un fatto realmente accaduto. Malvaldi è tanto bravo che mi sono posta il dubbio ed ho rispolverato i miei vecchi e polverosi volumi di storia senza trovare riscontro. A fine romanzo, però, la finzione emerge con chiarezza, ma questo non cancella la sensazione che alla base della narrazione ci sia stato un accurato lavoro di documentazione. Anche la descrizione del mondo della lirica ai primi del Novecento è particolarmente meticolosa, avvalorata e comprovata, con citazioni e notizie disseminate lungo il racconto.
È un libro spassosissimo, grazie all'ottima tecnica narrativa dove le scene si susseguono veloci come in una commedia brillante dai toni farseschi. Si ha la costante sensazione di essere seduti in poltrona a teatro ad assistere all'opera lirica, grazie allo stile intelligente e brioso, ma sapientemente magistrale, da narratore onnisciente di Malvaldi, che ha la capacità di rendere visivamente quello che racconta, confrontando la realtà storica con quella contemporanea.
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