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[MT]Qualcuno volò sul nido del cuculo[DvdRip-Divx-Ita-Mp3]

Torrent: [MT]Qualcuno volò sul nido del cuculo[DvdRip-Divx-Ita-Mp3]
Description:











Titolo originale: One Flew Over the Cuckoo's Nest
Nazionalità: USA
Anno: 1975
Genere: Drammatico
Durata: 129 minuti



Soggetto: Tratto dall'omonimo romanzo di Ken Kesey
Sceneggiatura: Bo Goldman, Lawrence Hauben
Montaggio: Sheldon Kahn, Lynzee Klingman
Musiche: Jack Nitzsche
Fotografia: Haskell Wexler, Bill Butler
Scenografia: Paul Sylbert
Costumi: Aggie Guerard Rodgers
Trucco: Gerry Leetch, Fred B. Phillips
Produttore: Michael Douglas, Saul Zaentz, Martin Fink
Produzione: Fantasy Films
Distribuzione: Warner Home Video
Data di uscita : 12 marzo 1976 (al cinema)








In un ospedale psichiatrico tutto ordine e pulizia arriva un giorno il giovane Randle P. McMurphy, che, condannato per reati di violenza, spera, spacciandosi per matto, di sottrarsi al carcere: ai medici il compito di scoprire se sia o meno un simulatore. La sua comparsa, intanto, porta lo scompiglio in quel chiuso ambiente di repressione mascherata, di intransigente disciplina imposta e mantenuta da una ferrea capo-infermiera, la signorina Ratched. L'allegro McMurphy volge in burla le sedute psicanalitiche di gruppo, si improvvisa radiocronista di immaginarie partite di baseball, organizza una "scappatella" in barca coi suoi compagni, impianta una squadra di basket. Più i ricoverati, però, gli stringono fiduciosi intorno, contagiati dal suo spirito di disubbidienza, più la Ratched stringe la vite del sistema repressivo. Forte dell'amicizia di un gigantesco indiano, che si era finto sordomuto, McMurphy decide di fuggire con lui. Prima, però, regala agli amici una festicciola notturna, con due ragazze fatte entrare clandestinamente. La Ratched scopre uno dei ricoverati, il mite Jimmy, tra le braccia di una di loro: lo terrorizza, facendo leva sul suo complesso di colpa, e il giovane si uccide. McMurphy, infuriato, salta al collo della capo-infermiera e quasi la strozza. Condotto in sala operatoria e sottoposto a lobotomia, McMurphy diventa una larva d'uomo che l'indiano, prima di evadere, soffoca pietosamente con un cuscino.







"Qualcuno volò sul nido del cuculo" è la storia (basata sul romanzo firmato da Ken Kesey) di uno stravagante e impenitente teppistello, indossato da Jack Nicholson, che viene rinchiuso in un manicomio per verificare, ed eventualmente curare, la sua presunta instabilità mentale.
Ma R.P. McMurphy, fin dal suo arrivo all'ospedale psichiatrico, non dimostra affatto di essere "pazzo": il suo carattere sanguigno e la sua vena da trascinatore, piuttosto, finiranno per conquistare gli altri pazienti e (forse) liberarli dalla loro condizione di automi, ridotti all'obbedienza da terapie feroci e coercitive.
Un grido contro la soppressione della libertà individuale, un coraggioso atto di denuncia nei confronti dei manicomi che (caso piuttosto frequente a cavallo fra gli anni '60 e '70, specie negli USA) ricorrevano a trattamenti brutali, dal condizionamento psicologico alla lobotomia, per guarire (o dovremmo dire zittire) le nevrosi dei "matti".
"Qualcuno volò sul nido del cuculo", venuto alla luce nel 1975, è figlio anche dell'onda emozionale scatenata da "Arancia Meccanica", uscito nelle sale appena tre anni prima (1972).
Con "Arancia Meccanica", la domanda di Kubrick era stata : è più disgustosa la violenza lucida, premeditata dello Stato che per neutralizzare Alex De Large ne annulla la personalità, o la ferocia ludica, spontanea, istintiva del "delinquente" Alex?
In "Qualcuno volò sul nido del cuculo" il quesito è simile, e trattato con la stessa potenza espressiva che Kubrick usò per "Arancia Meccanica". Solo che stavolta il problema non riguarda la violenza innata negli esseri umani, bensì un'altra "malattia" in grado di sconvolgere l'esistenza di un uomo: la follia.
Cosa è più disgustoso e/o pericoloso? Che persone deviate (o perlomeno bizzarre) si aggirino in libertà fra di noi esseri sani e "normali"...o che queste persone vengano rinchiuse in istituti mentali (per la verità molto simili a carceri di massima sicurezza) e sottoposte a ciniche terapie che ottengono l'unico effetto di appiattirne lo spirito e la vitalità?
La parabola di R.P. McMurphy, sapientemente esasperato da un Jack Nicholson in forma-Shining, ci colpisce, ci commuove e ci ammonisce.
R.P. McMurphy ha il solo, gravissimo torto di esprimere sé stesso. E di aiutare tutti gli altri "malati" a fare altrettanto.
Esprimere la propria personalità, nel bunker in cui sono rinchiusi i pazienti, equivale a infrangere le regole comportamentali fissate dai medici e comporterebbe, a giudizio dei dottori illuminati, il naufragio delle speranze di guarigione degli "schizzati".
La dottoressa Mildred Ratched (Louise Fletcher) non personifica propriamente il male o il sadismo.
Banalmente, rappresenta la cecità e la conseguente violenza della scienza, ingenuamente convinta di aver trovato nel razionalissimo prontuario di precetti e regole comportamentali (da imporre ai pazienti) la soluzione alla regina di ogni, deleteria manifestazione irrazionale: l'instabilità mentale.
Con, in più, quel pizzico di cinismo che condisce spesso le intenzioni degli esseri umani, dottori o pazienti che siano: conviene infatti a tutti, medici in testa, che i manicomi non si trasformino in piazze dominate dalle urla e dagli schiamazzi di quelli che danno di matto...
Milos Forman, per restituire al pubblico l'intensità emotiva del dramma di R.P. McMurphy e dei suoi amici, punta certamente sui contrappunti musicali (da brivido, specialmente nella scena finale) firmati dal compositore Jack Nietzche, ma soprattutto, per buona parte del film, conduce lo spettatore all'interno del manicomio, fra i pazzi e i "picchiatelli", per fargli vivere la vita che vivono i rinchiusi a continuo contatto con la detestabile miss Ratched.
Un realismo insistito, incalzante e, infine, struggente. Meno trovate registiche, meno virtuosismi formali rispetto al capolavoro di Kubrick (al quale, peraltro, sarebbe riduttivo riconoscere solo uno scopo di denuncia sociale), ma grande cura per la caratterizzazione psicologica dei personaggi segregati nel manicomio e per i rapporti umani che si instaurano via via fra di loro. Fino a farci provare, per la sorte di R.P. McMurphy, la stessa, identica indignazione che ci aggredisce nel vedere Alex De Large ridotto a un vegetale.
In un'ambientazione e in un contesto così avvolgenti e privi di orpelli scenografici (e, proprio per questo, poeticamente formidabili) Forman può sfoderare, come assi nella manica, almeno un paio di grossi colpi di scena (la sorprendente rivelazione del "Grande Capo", tutt'altro che sordomuto, e il suicidio di Billy Bibbit) che contribuiscono a dare spessore e scorrevolezza a una trama mai statica o ridondante.
Difficile, alla fine, trattenere le lacrime. Difficile dimenticare il volto unico e inconfondibile del granitico e struggente "Grande Capo" Bromden (Will Sampson), del timido Billy Bibbit (Brad Dourif), del cocciuto e irritante Martini (Danny De Vito) e di tutti gli altri pazienti che condividono con McMurphy la frustrazione e poi la speranza e poi il riscatto e poi la ritrovata consapevolezza di sé stessi e della propria forza interiore...


I premi:
* 5 Premi Oscar 1976: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Jack Nicholson), miglior attrice protagonista (Louise Fletcher), miglior sceneggiatura non originale

Critica:
"Tratto da un romanzo di Ken Kesey, il film non è solo uno spietato atto di accusa contro i manicomi, ma una metafora di straordinaria incisività sull'intolleranza del Potere, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell'uomo da parte di altri uomini. Diretto e interpretato con rara maestria, giocato su una vasta gamma di toni egregiamente fusi, animato da personaggi di toccante verità, il film ruota intorno alla figura di uno scapestrato amante della libertà."
('Segnalazioni cinematografiche', vol. 80, 1976)


La frase:
** Dr. John Spivey (Dean R. Brooks) e Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) :
- Lei è stato arrestato almeno cinque volte per aggressione. Cosa sa dirmi in proposito?
- Cinque combattimenti. Rocky Marciano ne ha fatti quaranta ed è diventato miliardario!
**Chief Bromden (Will Sampson) e Randy P. McMurphy (Jack Nicholson) :
L'ultima volta che l'ho visto era ubriaco fradicio, gli occhi bruciati dall'alcool. Ogni volta che portava la bottiglia alla bocca, non era lui che la beveva: era la bottiglia che gli beveva il cervello.


Curiosità:
* Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico.
* Il film è uno dei pochi nella storia del cinema ad aver vinto tutti e cinque gli Oscar principali (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura)
* L'autore del romanzo, Ken Kesey, a causa di controversie legali con la produzione del film, non ha mai voluto vedere il film.
* Per studiare la parte, gli attori hanno partecipato alle sedute di psicoterapia insieme ai pazienti.
* Jack Nicholson aveva 38 anni quando fu girato il film e ne ha altrettanti R.P. McMurphy (il personaggio da lui interpretato).










Code:

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Added: 2011-06-21 19:34:59
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