Titolo originale: Sherlock Nazionalità: Regno Unito Anno: 2010 Formato: Serie TV Episodi: 3 da 90 minuti Genere: Giallo Durata: 270 minuti
Soggetto: Arthur Conan Doyle Sceneggiatura: Mark Gatiss, Steven Moffat Montaggio: Charlie Phillips Musiche: David Arnold, Michael Price Fotografia: Steve Lawes Scenografia: Danny Rumbelow, Joelle Rumbelow Costumi: Sarah Arthur Trucco: Sarah Astley, Claire Pritchard Effetti speciali: Danny Hargreaves Produttore: Sue Vertue Produzione: Hartswood Films, BBC Wales, Masterpiece Theatre Distribuzione: BBC Worldwide Data di uscita : 25/07/2010 (TV – UK)
La BBC One ha prodotto un nuovo adattamento del personaggio di Sherlock Holmes riproponendolo in chiave moderna. Trattasi di tre nuovi episodi da 90 minuti a partire dal 25 luglio 2010 in onda per tre domeniche di fila sul canale britannico.
A vestire i panni dell’investigatore più celebre di sempre sarà Benedict Cumberbatch, attore uscito dal classico teatro britannico con molti anni di gavetta e di scuole di recitazione.
Al cinema l'abbiamo visto in "Espiazione", dove interpreta un viscido industriale dolciario rivelatosi poi come l’autore dello stupro del quale fu accusato il personaggio di James McAvoy.
Il team creativo della miniserie è costituito da Steven Moffat e Mark Gatiss, certamente noti ai fan di Doctor Who; sono infatti gli sceneggiatori ai quali è stato affidato il nuovo corso della serie.
I due hanno creato qualcosa di decisamente nuovo scrivendo tre nuove storie e trasportando il protagonista ai giorni nostri.
La serie è un libero adattamento dei romanzi e dei racconti di Conan Doyle con protagonista il detective Sherlock Holmes e il suo amico e assistente, il dr. John Watson: le avventure dei due si svolgono però nella Londra odierna.
Watson è un reduce della guerra in Afghanistan e deve ancora ritrovare il suo posto nella società civile. Quando un amico gli suggerisce di trovarsi un coinquilino con cui dividere le spese di un appartamento, si ritrova a vivere con l'eccentrico Holmes.
Vedremo quindi un Holmes con tanto di telefono cellulare, blog personale e con i cerotti al posto della pipa. Restano invariati la storica residenza del 221/b di Baker Street e neanche a dirlo l'acerrimo nemico di Holmes il celebre Dr.Moriarty.
Considerata la favorevole accoglienza ricevuta da parte della critica, è già stata commissionata una seconda stagione che andrà in onda nel 2011 con lo stesso formato. In Italia la serie è inedita.
Questo il dettaglio della serie:
1 - Episodio: A Study in Pink - 25 luglio 2010 2 - Episodio: The Blind Banker - 1º agosto 2010 3 - Episodio: The Great Game - 8 agosto 2010
Rifare un classico implica, per la natura stessa della derivazione, il confronto, un confronto che spesso nuoce alla declinazione in questione. Attingere a un (corpus) classico letterario che ha già generato trasposizioni celebri e reinventare un personaggio come Sherlock Holmes - vera e propria icona di Albione - è un azzardo così ardito da meritare ammirazione. Al cinema, il bromance action-packed di Guy Ritchie con l'iperbolico Robert Downey Jr. nei panni di Sherlock Holmes ha vinto grazie alla sfacciataggine con cui ha preso le distanze dai riveriti romanzi e racconti composti da Sir Arthur Conan Doyle, ma una versione più rispettosa può fare i conti con l'antenato letterario e gli adattamenti canonici con Basil Rathbone?
Steven Moffat e Mark Gatiss, amici di lungo corso ed entrambi sceneggiatori di un'altra icona britannica, Doctor Who, durante i frequenti viaggi in treno da e per Cardiff si raccontano reciprocamente l'antica passione per l'opera di Arthur Conan Doyle e decidono di riportare il grande investigatore sullo schermo. Il progetto diventa una produzione della Hartwoods Films e di BBC, e i due si preparano a sceneggiare un nuovo adattamento televisivo per la stagione autunnale. Nel frattempo, l'astuto personaggio vittoriano viene riesumato da un altro compatriota, l'irriverente Guy Rutchie, il quale si inventa una versione rocambolesca e adrenalinica dell'investigatore che funziona benissimo dal punto di vista dell'intrattenimento e dello humour. L'episodio pilota partorito da Moffat/Gatiss intanto è stato promosso a miniserie - tre episodi da 90 minuti ciascuno - ma posticipato all'estate successiva, non proprio l'alta stagione della programmazione televisiva.
Benedict Cumberbatch e Martin Freeman in una foto promozionale della serie Sherlock Sherlock è andato in onda tra il 25 luglio e l'8 agosto su BBC1 (ed è già stato rinnovato per una nuova stagione), dimostrando che i tagli ai fondi BBC e le migrazioni dei britannici oltreoceano non bastano ad affondare la qualità della serialità inglese. Scritto con ironia ed eleganza, diretto con perizia cinematografica e interpretato da due protagonisti in stato di grazia e in perfetta sintonia, lo Sherlock reimmaginato da Moffat e Gatiss è una creazione riuscitissima che deve il suo successo alla profonda conoscenza dei testi di riferimento, sapientemente fusa con un'elaborazione brillante e d'intrattenimento che mantiene lo spirito dell'opera originale aggiornandola con esiti più che felici.
Interamente scritto dallo stesso Steven Moffat il primo episodio (in realtà esiste un pilota mai trasmesso ma reperibile in dvd dal 30 agosto), mentre Gatiss ha sceneggiato il terzo; il secondo è toccato all'emergente Steve Thompson. Moffat, che aveva già riscritto il Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson (l'imperdibile miniserie Jekyll), ambienta ai giorni nostri anche le avventure di Holmes e Watson e ci mostra la sua versione contemporanea dei due protagonisti. L'Holmes del XXI secolo ha una personalità vagamente "aspergeriana", non ha amici, o meglio ne ha solo uno, che incontrerà proprio nel primo episodio; il suo peggior nemico è la noia, da cui riesce ad affrancarsi solo risolvendo casi incomprensibili per chiunque altro. Il suo lavoro è più unico che raro - lo ha inventato lui -: è un consulente investigativo e lavora quasi esclusivamente per una sola persona, il detective Lestrade (un Rupert Graves nell'inedito ruolo del quarantenne anonimo) che lo interpella quando in presenza di delitti irrisolvibili. Gli altri poliziotti definiscono Holmes un freak, ma temono la sua schiettezza e la facilità con cui è in grado di spogliarli dei loro più intimi segreti con un solo sguardo.
Martin Freeman è John Watson in una foto promozionale della serie Sherlock L'unica altra persona indispensabile nella sua vita, è il Dr. Watson: sveglio, pazientissimo, umano, regolarmente scambiato per compagno dell'investigatore e irresistibilmente attratto dal lato oscuro del coinquilino, proiezione del suo stesso anelito al pericolo. A vestire i panni di Holmes, Benedict Cumberbatch, attore poco noto dalle nostre parti che in questo frangente esibisce - saranno gli occhi azzurri un po' orientali, sarà la sciarpa, saran le droghe e la convivenza con il più sensibile amico - una somiglianza impressionante con il Richard E. Grant del Brit Cult Shakespeare a colazione (co-protagonista Paul McGann, l'Ottavo Dottore...): meno povero, meno evanescente e meno disperato, ma altrettanto visceralmente londinese.
Benedict Cumberbatch è Sherlock Holmes nella serie Sherlock Cumberbatch, reduce da un provino folgorante e frutto di un casting azzeccatissimo, si dimostra uno Sherlock sorprendente: lo sguardo chiaro e felino è imperscrutabile mentre annichilisce i suoi interlocutori con le sue osservazioni, i lineamenti vagamente aristocratici e la figura alta e sottile fasciata nell'elegante e sobrio Belstaff gli conferiscono un'aria vittoriana e al contempo moderna. Se Holmes fosse stato un uomo del XXI secolo, sicuramente la sua curiosità e la necessità di avvalersi di strumenti di indagine sofisticati a supporto delle sue superiori doti deduttive lo avrebbero spinto a sperimentare le nuove tecnologie come internet e gprs. Sherlock fa largo uso della rete, smanetta in continuazione con l'I-Phone, scrive decine di sms al giorno, ha un sito internet dedicato alla "Scienza della Deduzione" (a sua volta Watson è google -dipendente e affida i resoconti dei casi al suo blog); ha anche un navigatore satellitare, ma quello si trova direttamente nel suo cervello: lo sappiamo grazie all'ottima regia di Paul McGuigan ("responsabile" del violento criminal Gangster No.1) che riporta, sovrimpressi ai fotogrammi, i contenuti degli sms, delle e-mail, e anche i percorsi stradali che Holmes è in grado di calcolare in modo rapidissimo durante gli inseguimenti. Il pigrissimo investigatore, infatti, diventa ipercinetico quanto quello di Ritchie quando si tratta di pedinamenti e scontri fisici, freneticamente ripresi da McGuigan - dietro la macchina da presa del primo e del terzo episodio - regista del grande schermo che trasferisce sul piccolo i tempi dell'azione cinematografica e i maestosi movimenti della mdp. Regista della puntata centrale è l'Euros Lyn di Doctor Who e Torchwood, incapace purtroppo di regalare lo stesso taglio cinematografico a The Blind Banker, episodio inferiore anche a livello narrativo rispetto agli altri due. Da - Movieplayer.it - Lorenza Negri
Mycroft vuole che suo fratello Sherlock indaghi sull'omicidio del funzionario Alan West e sul furto dei piani relativi al missile Bruce-Partington. Sherlock, invece, preferisce aiutare Lestrade ad indagare sullo scoppio di una bomba. L'attentatore sadico rapisce una serie di ostaggi, che sarànno rilasciati solo dopo che Sherlock avrà risolto una serie di puzzle, tra cui un omicidio di venti anni prima e due truffe assicurative, il secondo basato su un presunto furto d'arte. Affida a Watson l'incarico di indagare sul caso affidatogli da suo fratello.
Il proprietario della galleria racconta a Sherlock di essere stata avvicinata da un criminale che le ha assicurato di poterle fare guadagnare molti soldi - il suo nome è Moriarty. E' lui l'arrogante attentatore. Sherlock risolve tutti gli enigmi, nonchè il caso di omicidio di Mycroft, prima di affrontare, all'interno di una piscina, Moriarty un uomo solo apparentemente innocuo che lui ha già incontrato prima.
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