Titolo originale: Starship Troopers Nazionalità: USA Anno: 1997 Genere: Fantascienza, Azione Durata: 129 minuti
Soggetto: Liberamente tratto dal romanzo Fanteria dello spazio (1959) di Robert A. Heinlein Sceneggiatura: Edouard Neumeier Montaggio: Mark Goldblatt, Caroline Ross Musiche: Basil Poledouris, Zoë Poledouris Fotografia: Jost Vacano Scenografia: Allan Cameron Costumi: Ellen Mirojnuck Effetti speciali: Phil Tippett Presentato da: TriStar Pictures, Touchstone Pictures Produttore: Jon Davison, Alan Marshall Produzione: Big Bug Pictures Distribuzione: Columbia TriStar Data di uscita : 27 febbraio 1998 (al cinema)
Siamo in un lontano futuro. Finito il liceo, Johnny Rico decide di arruolarsi come volontario nella fanteria mobile. A spingerlo non sono motivi patriottici, ma il desiderio di conquistare il cuore di Carmen Ibanez, di cui è innamorato e che invece con molta grinta si prepara a diventare pilota di astronavi. Insieme ad altre giovani reclute, Rico arriva nel campo dove si sottopone ad un duro addestramento. Qui, dopo qualche tempo, incontra Dizzy Flores a sua volta segretamente innamorata di lui fin dai tempi di scuola. Conosce anche Ace Levy, con cui fa amicizia. Ben presto Rico si mette in evidenza per capacità e preparazione, al punto da guadagnarsi il ruolo di caposquadra. Ma, durante un addestramento da lui guidato, si verifica un tragico incidente, che gli fa capire di aver fatto la scelta sbagliata. Quando ormai è sul punto di ritirarsi, arriva la notizia che i Bugs, giganteschi insetti con volontà omicida, stanno per sferrare un feroce attacco contro la Terra, e già hanno raso al suolo Buenos Aires, la città di Rico.
In un futuro non troppo lontano la terra è controllata da gerarchie militari e vige un regime reso impalpabile dalla propaganda mediatica lobotomizzante. Una guerra incombe: una razza aliena, gli aracnidi, minacciano la stabilità del pianeta Terra, ostentando aggressività ed intenzioni belligeranti. I coraggiosi fanti spaziali avranno l’incarico (l’onore!) di difendere la patria e la propria specie.
Klendathu, il pianeta degli insetti, è una distesa arida e brulla. Ambientazione scarna e desolata ma ideale in quanto offre un campo di battaglia senza via di scampo, dove non c’è possibilità di fuga né di copertura. Il soldato indottrinato spinto da furore guerriero si getta a capofitto nella mischia, inebriato, o volta le spalle al nemico, terrorizzato, in una ritirata impossibile. Una scelta azzeccata molto efficace nella sua semplicità.
I fanti indossano una divisa leggermente imbottita e corazzata che lascia un’ottima libertà di movimento, fattore fondamentale nelle scene più spettacolari. Il design è ottimo, se non praticamente perfetto. Stesso dicasi per le armi, i fucili mitragliatori in dotazione sono quanto di più efficace si potesse realizzare. La semplicità anche stavolta si è rivelata il metodo migliore, garantendo un’immagine estremamente funzionale, dal sapore futuristico e militaresco, senza strafare.
La colonna sonora è probabilmente una delle migliori mai realizzate, trasuda epicità da ogni nota. Composta dal grandissimo Basil Poledouris, incarna perfettamente l’ardore battagliero che infervora gli animi dei soldati, rulli di tamburi militareschi sui quali si innalza un mastodontico muro di suoni. Da brividi.
L’attenzione dedicata alla costruzione di effetti speciali spettacolari ma realistici è stata fondamentale. Il livello epico e distruttivo è reso alla massima potenza, esplosioni, smembramenti, fuoco alieno e altro ancora sono realizzati con destrezza, non si poteva chiedere di meglio.
Gli scontri con gli aracnidi sono caratterizzati da una componente terribilmente disfattista. Il fante sa che in uno scontro frontale difficilmente può riuscire ad abbattere un nemico dalla ferocia inaudita E' veramente angosciante, soprattutto considerando la fine brutale alla quale vanno incontro. È qui che la violenza ultra-splatter prende il sopravvento, gli umani vengono letteralmente fatti a pezzi dagli aracnidi, che si avventano in gruppo su singoli malcapitati smembrandoli e scagliando i brandelli in ogni dove. Grande il senso di impotenza e di sadismo che le immagini trasmettono unitamente ad una carica violenta che raggiunge livelli elevati. Cast di serie B? In effetti non siamo di fronte a livelli di recitazione molto alti. Ma quanto importa? Quello che serve è rappresentare rudi veterani e ragazzi prestanti di belle speranze pronti a servire la patria. Militari cinici devoti al mito della violenza, senza troppe pretese intellettuali, praticamente lobotomizzati da una società dittatoriale. L’aspetto ironico svolto dalla ridondante propaganda rende ancora più evidente la necessità di sfruttare personaggi piatti e indottrinati. Passando all’aspetto prettamente recitativo è vero che non si tratta di grandi interpretazioni ma non è neanche il caso di parlare di tragedia: il livello si mantiene sulla sufficienza, innalzandosi di tanto in tanto. Menzione a parte per il valido Michael Ironside, un attore sopra la media e dotato di buon talento. La volutamente eccessiva militarizzazione, l’esasperante e snervante propaganda, l’incessante indottrinamento, oltre ad essere l’ossatura dell’intero film, sono sintomo di un’ironia più o meno evidente. In un’intervista Verhoeven dichiara che è una critica alla politica guerrafondaia americana che vuole sempre scovare un nemico da combattere per distrarre le menti dei cittadini (in realtà chi distrugge Buenos Aires?). È evidente che non c’è alcun intento propagandistico da parte del regista che, seppur da sempre affascinato dalla violenza, non si è mai sognato di esaltarla.
Il film di Verhoeven NON è una trasposizione del libro di Heinlein. Si tratta di ispirazioni, spunti, idee di partenza. Starship Troopers, prende il nome e lo sfondo dell’intera storia, cioè la guerra contro gli aracnidi. Si voleva girare un film di fanta-guerra con “insetti alieni”, ispirati in primis da vecchi film di sci-fi, e il romanzo di Heinlein ha offerto un ottimo spunto. In definitiva ritengo Starship Troopers un piccolo capolavoro di azione fantascientifica in salsa splatter, un gioiello incompreso e fin troppo calunniato: non c’è niente di fascista in questo film. Da Starship Troopers, con il suo leitmotiv di ironia, non traspare certamente una visione positiva della società che viene rappresentata. Lo stesso Heinlein fu accusato di fascismo, al che rispose che attribuire all’autore pensieri del narratore o dei protagonisti è da idioti. Stesso dicasi per il film.
I premi: * Saturn Award 1998 - Migliori costumi
* Saturn Award 1998 - Migliori effetti speciali
Critica: "Originale ed emozionante fumetto avventuroso dell'estroso olandese Paul Verhoeven, che fa largo uso di ironia oltre che di effetti davvero speciali, nella spettacolare guerra fra i soldati spaziali e l'orripilante congrega di cimici, ragni, mosche ricostruiti al computer. Avvertenza: non andare a cercare significati reconditi, limitatevi a guardare". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 26 novembre 2001)
"Al di là delle letture ideologiche e dei rimandi ai generi più popolari dell'entertainment americano, compreso il western, 'Starship Troopers', fanteria dello spazio è un colorato fumetto spaziale, un divertente, sanguinolente giocattolone in cui rivive l'antica inimicizia tra fanti e avieri. Naturalmente fantastico per i trucchi bavosi, per i panorami digitali dell'infinito e per l'orrore dell'insettone super kafkiano, il racconto sta ai minimi termini psicologici, con un romanzetto sentimentale gestito da ragazzi belli e inespressivi. Interessa a Verhoeven la paura di un futuro omologato, come in 'Robocop', predisposizione genetica alla dittatura. Poiché da buon europeo cita Platone, speriamo che tutto resti nel mondo delle idee cinematografiche." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 marzo 1998)
"Certo, il regista fiammingo di 'L'amore e il sangue' va giù pesante; come satira era mille volte più sottile il 'Mars Attacks!' di Tim Burton. Ma se 'Starship Troopers' non diverte, o forse diverte solo gli spettatori più perversi, ottiene un effetto forse ancora più raro: fa paura. Proprio perché ci mostra bruscamente di che pasta son fatte le immagini di cui ci cibiamo ogni giorno. Il tutto con un fragoroso giocattolone che racconta; di giovani spediti su un lontano pianeta a combattere aracnidi giganti e bacarozzi lanciafiamme a colpi di eroismo e di atomiche. camerateschi paesaggi aridi che fanno un po' western un po' Desert Storm. E una, assenza di coscienza, dubbi, morale, tanto negli uomini quanto negli aracnidi, davvero da brivido." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 marzo 1998)
"Paul Verhoven ('Robocop', 'Atto di forza', 'Basic Instinct') trasferendo il romanzo sullo schermo ne ha rispettato in apparenza le intenzioni e le cifre ma le ha esasperate in modo tale da rivelare in più momenti dei risvolti se non caricaturali certo parodistici. L'addestramento dei militari, ad esempio. Per un verso cita volentieri i film analoghi dei Cinquanta ma, per un altro, trasforma i loro impegni nazionalistici in una sorta di revival dei rituali nazisti con emblemi, uniformi e aquile stilizzate. Una trovata, dosata con furbizia e seguita sempre con estro. Cui, subito dopo, si accompagna la Grande Guerra ai Bugs: con tutti gli effetti speciali chiamati in frotta per ottenere risultati orripilanti fino al disgusto: ma con efficacia e, pur negli eccessi, sempre dosati senza mai strafare. Un film curioso, perciò, che dovrebbe piacere anche ai cinefili per le tante parodie dei vari generi cinematografici che qua e là si affacciano tra le sue pagine. Perfino il western, rifatto sul Pianeta delle Cimici." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 marzo 1998)
Code:
General #0
Complete name : Starship Troopers - Fanteria Dello Spazio.avi
Format : AVI
Format/Info : Audio Video Interleave
Format/Family : RIFF
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Video #0
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Writing library : Xing (new)
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