Titolo originale: Dio e il suo destino
Autore: Vito Mancuso
1ª ed. originale:2015 Data di pubblicazione: Novembre 2015 Genere: Saggio
Sottogenere: Teologico
Editore: Garzanti
Collana: Saggi
Pagine: 463
Nato il 9 dicembre 1962 a Carate Brianza da genitori siciliani, è dottore in teologia sistematica. Dopo il liceo classico statale a Desio (Milano), ha iniziato lo studio della teologia nel Seminario arcivescovile di Milano dove al termine del quinquennio ha conseguito il Baccellierato, primo grado accademico in teologia, ed è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini all’età di 23 anni e sei mesi. A distanza di un anno ha chiesto di essere dispensato dalla vita sacerdotale e di dedicarsi solo allo studio della teologia. Dietro indicazione del cardinal Martini ha vissuto due anni a Napoli presso il teologo Bruno Forte (attuale arcivescovo di Chieti e Presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede della Cei), sotto la cui direzione ha conseguito il secondo grado accademico, la Licenza, presso la Facoltà Teologica “San Tommaso d’Aquino”.
Ha quindi iniziato a lavorare in editoria (Piemme, Mondadori, San Paolo, ancora Mondadori) proseguendo lo studio della teologia per il terzo e conclusivo grado accademico, il Dottorato, conseguito nel 1996 con il punteggio di 90/90 summa cum laude. Tesi dottorale: La salvezza della storia. La filosofia di Hegel come teologia, primo relatore Piero Coda (attuale Presidente dell’Associazione Teologica Italiana). La tesi è stata in seguito pubblicata da Piemme col titolo Hegel teologo e l’imperdonabile assenza del Principe di questo mondo.
Ricevuta la dispensa papale, si è sposato in una parrocchia milanese con Jadranka Korlat, ingegnere civile. Dal matrimonio sono nati Stefano nel 1995 e Caterina nel 1999.
E' stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007),Io e Dio Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), Dio e il suo destino (Garzanti 2015), quattro bestseller da oltre centomila copie con traduzioni in altre lingue e una poderosa rassegna stampa, radiofonica e televisiva. Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Dal 2009 è editorialista del quotidiano “la Repubblica”. Il suo ultimo libro è "Il coraggio di Essere Liberi" (Garzanti Editore, ottobre 2016). Dal 2013 al 2014 è stato docente di "Storia delle dottrine Teologiche" presso l'Università degli Studi di Padova.
1996 - Hegel teologo e l’imperdonabile assenza del Principe di questo mondo
1997 - Dio e l'angelo dell'abisso
1999 - Le preghiere più belle del mondo (insieme all’abate benedettino Valerio Cattana)
2002 - Il dolore innocente. L'handicap, la natura e Dio
2005 - Per amore. Rifondazione della fede
2007 - L’anima e il suo destino
2009 - Disputa su Dio e dintorni (insieme a Corrado Augias)
2009 - La vita autentica
2010 - La vita autentica (audiolibro)
2011 - Io e Dio 2012 - Obbedienza e libertà
2012 - Conversazioni con Carlo Maria Martini
2013 - Il Caso o la Speranza? Un dibattito senza diplomazia
2013 - Il Principio passione. La forza che ci spinge ad amare
2014 - Sinai Vito Mancuso – Nives Meroi
2014 - La vita segreta di Gesù. I Vangeli apocrifi spiegati da Vito Mancuso
2014 - Io amo. Piccola filosofia dell'amore
2015 - Questa Vita. Conoscerla, nutrirla, proteggerla
2015 - Dio e il suo destino
2016 - Il Coraggio di Essere Liberi
L'idea di Dio sembra essere scomparsa dall'orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l'esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Nelle pagine ambiziose di questo libro, Vito Mancuso conduce il lettore in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida a liberarci dall'immagine tradizionale del Padre onnipotente assiso nell'alto dei cieli che ci viene ancora offerta da una Chiesa cattolica che sembra aver modificato il suo linguaggio ma non la sua rigida dottrina. Si riscopre così il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell'impersonale e del femminile. Come ha scritto Agostino: "Sebbene non possa esistere alcunché senza Dio, nulla coincide con lui". Soltanto in questa consapevolezza risiede la possibilità di salvare dall'estinzione la spiritualità e la fede, e di far risorgere quella speranza e quella fiducia nella vita senza le quali non può esserci futuro per nessuna civiltà.
Incipit:
I. DICHIARAZIONE D’INTENTI E DESCRIZIONE DEL PROTAGONISTA
1. Sul concetto di Dio
Per affrontare nel modo meno inadeguato la questione al centro di questo libro occorre preliminarmente chiarirsi le idee sul concetto di Dio. Un concetto è veridico solo nella misura in cui veicola una realtà, solo se interpreta un fenomeno cogliendone l’essenza, altrimenti, privo di tale legame, è solo finzione, gioco della fantasia, proiezione inconsapevole dell’inconscio, come per esempio l’araba fenice, l’uccello che si credeva rinascesse dalle sue ceneri e a cui il poeta paragonava la fedeltà degli amanti dicendo che è «come l’araba fenice: che vi sia ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa».(1) Dio è forse come l’araba fenice, un essere da tutte le grandi civiltà ritenuto esistente e nominato in vari modi, ma di cui nessuno sa indicare dov’è?
L’errore più comune su Dio consiste nell’associare immediatamente a questo termine un essere personale, traducendo ogni fede o ricerca al riguardo in una fede o ricerca su questa entità. Dio cioè viene considerato un nome proprio, come Alcuino o Berengario, generando logicamente la domanda se Alcuino o Berengario esistano per davvero. Se però si vuole comprendere l’effettiva realtà in gioco nel concetto di Dio occorre scavare più a fondo.
Isaac Newton, oltre a essere uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, era anche un convinto credente e un appassionato esegeta della Bibbia e in questa veste scrisse, nello Scolio generale al termine della seconda edizione dei Principi matematici della filosofia naturale del 1713: «Dio è una parola relativa [vox relativa] e si riferisce ai servi: e la divinità è la signoria di Dio [...] La voce Dio significa sempre signore».(2) Uno dei primi pensatori cristiani, Giustino, aveva sostenuto secoli prima la medesima prospettiva: «Padre, Dio, creatore, signore, padrone, non sono nomi, ma attributi [...]. La denominazione “Dio” non è un nome».(3)
Cosa ha da spartire il Dio cristiano con la vita degli uomini sulla terra? Perché mai – se Dio rimane quell’“onnipotente” che tutto fa a suo piacimento, senza dover dar conto a nessuno, nemmeno ai più alti ideali del bene da lui stesso propugnati – dovremo preoccuparcene? La religione ha qualcosa da dire all’uomo perché questi se ne giovi, o è al contrario una specie di fardello che, per dovere, l’uomo non può caricarsi sulle spalle, a dispetto di ogni ragionevolezza? Ma poi: è solo un problema del cristianesimo, o non lo è forse di tutti i monoteismi? E infine: che ne sarà del Dio onnipotente – che per il suo essere “al di là del bene e del male” fa pensare più a Nietzsche che al Vangelo – all’alba di un terzo millennio sempre più insofferente – e motivatamente – al principio di autorità? Mentre le religioni monoteiste continuano a mietere vittime su scala globale, e proprio per mano di coloro che sembrano prenderle maggiormente sul serio…
Non c’è bisogno di concordare puntualmente con ciascuna delle sue tesi per ammettere che Vito Mancuso è una voce salutare e forse necessaria nell’attuale panorama culturale italiano. In questo nuovo libro colpisce lo sforzo di mantenersi nell’alveo della scientificità della trattazione, ma di farlo con un linguaggio narrativo, accessibile al lettore che – pur non addetto ai lavori – abbia voglia di capire che ne è di Dio nel nostro tempo. Un tempo che evolve rapidamente e in maniera spesso imprevedibile, e che proprio per questo ha quanto mai bisogno di integrare i saperi – scientifico, sociologico, filosofico, teologico… – in una visione quanto più possibile compatta e coerente. Il Dio dell’uomo, come lo si percepisce oggi, non può non essere Dio per l’uomo: l’idea di Dio come “padrone” dell’universo (secondo un’immagine tipicamente ebraica che il cristianesimo ha ben volentieri fatto propria) va ripensata e a fondo. Questo volume – che prosegue l’impresa cominciata con il precedente Io e Dio, nel quale l’autore poneva le basi di teologia fondamentale di questo discorso – è uno studio di teologia sistematica che affronta domande come: “Chi è Dio?” “Qual è il suo nome?” “Qual è il suo rapporto con li mondo e qual è il modo di parlarne più adeguato alla sua natura?” Saggio che porta avanti l’intento fondamentale dell’autore: liberare la coscienza dell’uomo dalle gabbie teoriche ed etiche che dai secoli e millenni scorsi sono arrivate fino alle religioni di questi giorni. Fortemente consigliato.
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