Titolo originale: I grunden utan skuld
Titolo italiano: Nel nome di mio padre
Autore: Viveca Sten
1ª ed. originale: 2010
Data di pubblicazione: 5/5/2016
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Marsilio
Collana: Farfalle
Traduzione: Alessia ferrari
Pagine: 410
Viveca Sten,cognome da nubile: Bergstedt (Stoccolma, 18 giugno 1959) è una scrittrice svedese.
Alla sua attività di scrittrice affianca quella di consigliere giuridico, di membro del consiglio d'amministrazione e di docente universitario. Ha conseguito una laurea in giurisprudenza all'Università di Stoccolma ed è anche economista presso la scuola di economia di Stoccolma. Precedentemente ha lavorato tra l'altro come consulente generale presso la compagnia di viaggi Amadeus Scandinavia e la società di commercio elettronico Letsbuyit.com e successivamente presso l'operatore postale PostNord.
È stata ospite nel programma radiofonico 'Sommar' della radio svedese Sveriges Radio P1.
Per quanto concerne la sua carriera da scrittrice, i suoi libri, da cui è stata tratta anche una serie televisiva (Omicidi a Sandhamn), narrano le vicende del detective Thomas Andreasson e della sua migliore amica Nora Linde sull'isola di Sandhamn.
Viveca attualmente vive a Djursholm, nella contea di Stoccolma, con il marito Lennart e i tre figli e trascorre lunghi periodi sull'isola di Sandhamn dove la sua famiglia possiede una casa da generazioni.
Serie degli Omicidi di Sandhamn (edizioni italiane)
2008 - Il corpo che affiora (I de lugnaste vatten)
2010 - Nel nome di mio padre (I grunden utan skuld)
2011 - Questa notte morirai (I natt är du död)
Serie degli Omicidi di Sandhamn (opere non edite in Italia)
2009 - I den innersta kretsen
2012 - I stundens hetta
2013 - I farans riktning
2014 - I maktens skugga
2015 - I sanningens namn
2017 - Iskalla ögonblick Tio skärgårdsberättelser
Libri di cucina
2014 - Skärgårdssommar
Altri libri
2016 - Djupgraven
In una buia sera di novembre, una ragazza di vent'anni scompare misteriosamente dalla piccola isola di Sandhamn al largo di Stoccolma, un paradiso naturale di spiagge e boschi, famoso per lo storico circolo velico e le regate, con un accogliente villaggio di case in legno che si affacciano sulle acque del Mar Baltico. La bella stagione è ormai finita, chioschi e locali sono sigillati con robusti lucchetti, e sull'isola è rimasta solo una manciata di persone, in attesa che le giornate si facciano più luminose. Dalla centrale di Nacka, l'ispettore Thomas Andreasson torna ai luoghi dell'infanzia per partecipare alle ricerche, complicate dall'infuriare di una violenta tempesta di pioggia e vento, ma è tutto inutile. Di Lina Rosén non c'è più traccia. Qualche mese dopo un gruppo di bambini, giocando nel bosco, scopre un sacco che affiora dalla neve. Contiene resti umani. Potrebbero appartenere a Lina? Anche Nora Linde in quei giorni si trova a Sandhamn con i figli. Il suo matrimonio è in crisi e lei ha bisogno di riflettere, ma i tragici eventi che scuotono l'arcipelago hanno il sopravvento. Ora sente di dover dare un contributo alle indagini, in nome dell'antica e profonda amicizia che la lega a Thomas; e in nome della sua innata curiosità di avvocato che non si accontenta di stare semplicemente a guardare. L'assassino potrebbe trovarsi ancora sull'isola e non sembrano esserci piste a cui aggrapparsi.
Incipit:
1
Sabato, 4 novembre 2006
Marianne si fermò nell’ingresso: davanti alla porta c’erano scarpe sparpagliate dappertutto. D’istinto si chinò e cominciò a sistemarle, un paio accanto all’altro. Poi restò a fissare il punto in cui avrebbero dovuto esserci quelle di Lina, le Timberland chiare.
Lo spazio vuoto le mise paura. Perché la figlia non era tornata a casa a dormire?
Immersa nei suoi pensieri, raccolse un berretto gettato in un angolo. Lina seminava roba in giro per tutta la casa, tenere in ordine era impossibile. Se aveva deciso di passare la notte fuori, avrebbe almeno potuto avvisare.
E se invece le era successo qualcosa?
Marianne si sentì sopraffare dalla preoccupazione, le mancò il respiro.
Magari si era fatta male cadendo dalla bici? In quel periodo dell’anno le stradine sterrate diventavano scivolose, poteva capitare. Quante volte le aveva raccomandato di fare attenzione quando andava a Trouville, dagli Hammarsten.
Fu presa da un’ansia incontenibile e le sembrò che la stanza si mettesse a girare.
Adesso calmati, si disse, respira.
Nel nome di mio padre” è un giallo svedese con delle caratteristiche che ben lo distinguono da un giallo americano. La violenza, pur presente, ha radici nella vita sociale e mostra i difficili rapporti nell’ambito familiare. La supremazia dell’uomo sulla donna è dilagante e l’esaltazione religiosa complica le cose.
La lettura di questo romanzo procede in modo fluido, l’unica difficoltà è leggere i nomi dei luoghi dalla pronuncia impossibile. L’architettura della narrazione svela una trama principale a cui si ricollegano storie avvenute sempre a Sandhamn ma in un tempo lontano. Il presente vede l’ispettore Andresson impegnato nell’indagine per l’omicidio di Lena. Dal passato, inizi del Novecento, giunge l’eco di avvenimenti drammatici segnati da una violenza consumata tra le mura domestiche. I tempi della narrazione sono lenti e danno la possibilità di godere della descrizione dei paesaggi e regalano ai personaggi una dimensione umana. Manca il ritmo adrenalinico dei thriller e non troverete scie di sangue anche se, nella seconda parte del romanzo, il ritrovamento del cadavere offre una scena del crimine da brivido. I capitoli alternano il racconto delle micro storie che sembrano rubarsi la scena a vicenda per poi confluire nel finale prevedibile ma di grande effetto. Leggendo questo giallo mi sono lasciata coinvolgere maggiormente dalla storia di Gottfrid e di suo figlio Thorwald. Un rapporto di odio profondo fomentato dal fervore religioso. Un rancore da cui nasce un giuramento, una promessa di vendetta. Quando il passato irrompe con irruenza nel presente, la situazione precipita scoprendo il lato buio di alcuni personaggi. Ho apprezzato la scelta della scrittrice di dar voce a figure di persone normali con problemi normali: il lavoro, la famiglia, i figli, il difficile rapporto tra coniugi. In questo romanzo non ci sono eroi e superpoliziotti.
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