Titolo originale : Lord of the Flies
Titolo italiano: Il signore delle mosche
Autore: William Golding
1ª ed. originale: 1954
Data di pubblicazione: 2002
Genere: Romanzo
Sottogenere: Realistico
Casa editrice: Arnoldo Mondadori Spa Milano
Collana: La biblioteca di Repubblica - il novecento
Traduzione: Filippo Donini
Pagine: 224
William Golding nacque il 19 settembre 1911 a St. Colomb Minor, in Cornovaglia. Golding proseguì gli studi a Oxford dove studiò dapprima scienze naturali e dopo due anni passò allo studio della letteratura e della filosofia. Nell'autunno del 1934 pubblicò la sua prima raccolta di poesie dal titolo Poems.
Una volta ottenuta la laurea breve, nel 1935, si trasferì in una comunità religiosa, nella quale si accostò alle teorie del filosofo austriaco Rudolf Steiner attinenti all'antroposofia.
Lavorò per due anni come insegnante di inglese in una scuola elementare a sud di Londra, dove il pensiero di Steiner aveva una grande risonanza, e nel 1937 tornò a Oxford per completare gli studi. Successivamente si trasferì a Salisbury dove insegnò in una scuola elementare e conobbe Ann Brookfield, un'attivista comunista che sposò l'anno successivo e da cui ebbe due figli: David e Judith Diana.
Nel 1952 cominciò a scrivere un romanzo intitolato Strangers from Within che spedì a diversi editori ottenendo solo risposte negative. Nel 1954 il romanzo venne pubblicato con il titolo Lord of the flies (Il signore delle mosche) dalla casa editrice Faber&Faber diretta da Thomas Stearns Eliot, che suggerì lui stesso il nuovo titolo, ispirandosi ad una metafora di Satana.
Nel 1962 abbandonò l'insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura, anche se ricevette la carica di visiting professor presso l'Hollins College in Virginia e da quel momento venne invitato dalle più prestigiose università britanniche.
Negli anni seguenti pubblicò diversi romanzi, anche se dal 1968 riscontrò dei problemi a scrivere, e che descrisse in un diario apposito a partire dal 1971. Nel 1982 gli fu conferita la laurea ad honorem alla Sorbona e l'anno seguente il Premio Nobel per la letteratura, motivato dalla sua capacità di descrivere efficacemente la condizione umana nel mondo contemporaneo, grazie ad una chiarezza narrativa realistica e all'universalità del mito. Nel 1988 fu nominato baronetto.
Il 19 giugno del 1993 morì a causa di un attacco cardiaco.
* Poems (1934)
* Il signore delle mosche (The Lord of the Flies) (1954) * Uomini nudi (The Inheritors) (1955) * La folgore nera (Pincher Martin) (1956)
* Farfalla d'ottone (The Brass Butterfly) (1958)
* Free Fall (1959)
* La guglia (The Spire) (1964) * The Hot Gates (1965)
* La piramide (The Pyramid) (1967) * The Scorpion God (1971)
* L'oscuro visibile (Darkness Visible) (1979) - vincitore del James Tait Black Memorial Prize. * Riti di passaggio (Rites of Passage) (1980). Primo volume della trilogia Ai confini della Terra (To The Ends of the Earth)
* Calma di vento (Close Quarters) (1987) . Secondo volume della trilogia Ai confini della Terra (To The Ends of the Earth)
* Fuoco sottocoperta (Fire Down Below) (1989). Terzo volume della trilogia Ai confini della Terra (To The Ends of the Earth)
* A Moving Target (1982)
* Gli uomini di carta (The Paper Men) (1984)
* An Egyptian Journal (1985)
* La doppia voce (The Double Tongue) (1995)
Il signore delle mosche di William Golding narra di un gruppo di ragazzi costretti a vivere e ad organizzarsi su un'isola deserta, in seguito a un incedente aereo dal quale sono usciti vivi miracolosamente. In un primo momento i ragazzi concordano di suddividersi i compiti affinché possano sopravvivere meglio in attesa di essere soccorsi, ma poco tempo dopo, in una crescente degenerazione, il lettore si accorge subito che qualcosa non funziona nella "società dell'uguaglianza assoluta" creata dai ragazzi. Infatti, iniziano a verificarsi i primi problemi riguardo allo svolgimento dei doveri, e iniziano i primi contrasti interni per via della smania di comando di qualche elemento. Il gruppo idilliaco comincia quindi a sfasciarsi e le difficoltà quotidiane aumentano sempre più, con il progressivo allontanamento reciproco dei ragazzi. In breve scoppia una vera e propria guerra fratricida che provoca la scissione del gruppo in più clan che, quasi subito, perdono lo spirito di democrazia che li aveva originariamente contraddistinti. Si verificano quindi scontri e addirittura morti, fino a quando ciò che resta dei superstiti viene portato in salvo da una nave della marina.
Incipit:
Capitolo 1
IL SUONO DELLA CONCHIGLIA
Il ragazzo dai capelli biondi si calò giù per l'ultimo tratto di roccia e cominciò a farsi strada verso la laguna. Benché si fosse tolto la maglia della scuola, che ora gli penzolava da una mano, la camicia grigia gli stava appiccicata addosso, e i capelli gli erano come incollati sulla fronte. Tutt'intorno a lui il lungo solco scavato nella giungla era un bagno a vapore. Procedeva a fatica tra le piante rampicanti e i tronchi spezzati, quando un uccello, una visione di rosso e di giallo, gli saettò davanti con un grido da strega; e un altro grido gli fece eco: «Ohè! Aspetta un po'!»
Qualcosa scuoteva il sottobosco da una parte del solco, e cadde crepitando una pioggia di gocce.
«Aspetta un po'» diceva una voce, «mi sono impigliato.»
Il ragazzo biondo si fermò e si tirò su le calze con un gesto meccanico: per un momento la giungla prese un'aria di provincia inglese.
La voce parlò di nuovo:
«Non posso quasi muovermi, con tutti questi rampicanti.»
Chi parlava uscì dal sottobosco camminando all'indietro tra i rametti che gli graffiavano la giacca a vento sporca di grasso. Aveva le ginocchia nude grassocce, graffiate dalle spine. Si chinò, tolse le spine con cura e si voltò. Era più piccolo del ragazzo biondo, e molto grasso. Venne avanti, studiando attentamente dove mettere i piedi, e guardò in su. Aveva dei grossi occhiali.
«Dov'è l'uomo col megafono?»
Il ragazzo biondo scosse la testa.
«Questa è un'isola. Almeno, credo che sia un'isola. Quella là nel mare è una scogliera. Forse di grandi non ce n'è in nessun posto.»
Il ragazzo grasso sembrò scosso.
«C'era quel pilota. Ma non era coi passeggeri, era su nella cabina davanti.»
Il biondo guardava la scogliera strizzando gli occhi.
«Tutti quegli altri bambini,» continuò il grasso, «qualcuno dev'essere venuto fuori. Qualcuno sì, non è vero?»
Il biondo si diresse verso l'acqua con l'aria più indifferente che poteva. Cercava di tenere le distanze, ma senza mostrarsi del tutto privo d'interesse. Il grasso si affrettò a tenergli dietro.
«Di grandi non ce n'è neanche uno?»
«Credo di no.»
Il biondo disse queste parole con solennità; ma poi fu sopraffatto dalla gioia di un'ambizione realizzata. Fece una capriola in mezzo al solco, e una smorfia al ragazzo grasso.
«Neanche un grande!»
Il grasso stette un po' a pensare.
«Quel pilota.»
Il biondo si rimise in piedi, poi sedette sulla terra che fumava.
Il signore delle mosche di William Golding, è un'opera incentrata sull'ineluttabile fallimento del concetto dell'uguaglianza assoluta tra gli uomini. In Il signore delle mosche William Golding spiega, in modo allegorico, le cause che concorrono a far diventare il concetto precedente nient'altro che un'utopia. Il libro di William Golding ha suscitato molte polemiche negli anni in cui fu pubblicata la prima edizione (1954), per via dei riferimenti ideologici, sebbene essi siano molto trasversali, fortemente censurati da molti critici.
La trama in breve: un gruppo di bambini e ragazzi, in seguito a un disastro aereo durante un conflitto planetario, si ritrova su un’isola deserta senza nessun adulto. Parrebbe la situazione ideale per sperimentare un’organizzazione sociale fondata sulla libertà naturale, ma a poco a poco il gruppo cade preda delle paure e delle insicurezze dei singoli, che allentano il controllo razionale e lasciano emergere un’istintualità aggressiva e selvaggia: un’istintualità capace di distruggere qualsiasi forma di collaborazione o solidarietà, fino a un esito tragico che da un certo punto in poi appare davvero ineluttabile.
Romanzo a tesi sulla naturalità del male, Il Signore delle Mosche è tuttavia innanzi tutto una perfetta macchina narrativa, in cui le mai stanche dinamiche dell’intreccio riescono a fondersi con una sottilissima e raffinata analisi della psicologia infantile e con una profonda quanto sconsolata riflessione sui fondamenti antropologici della violenza e della brama di potere.
Il libro fa certamente riflettere, come già detto, sull'impossibilità di creare una società di uguali in tutto e per tutto; non è infatti possibile, secondo Golding, avere la presunzione di eliminare qualsiasi tipo di gerarchia. È quindi necessario istituire una gerarchia che occorre sempre rispettare, solo così si riuscirà ad ottenere una società sicura e senza il pericolo di lotte interne e divisioni. Sempre secondo l'autore occorre riflettere sulla personalità dell'uomo, portata sempre a commettere ingiustizie e disuguaglianze che sfociano, se portate all'estremo, alle guerre civili, ai conflitti bellici e a tutte le piaghe che hanno martoriato il genere umano fin dalle epoche più remote. Pare dunque che la massima di William Golding, "l'uomo produce il male come le api producono il miele", sia quasi sempre esatta o, quantomeno, vi sono notevoli riscontri storici.
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