Titolo originale: Romanzo di una strage Paese: Italia, Francia Anno: 2012 Durata: 129 minuti Genere: Drammatico, storico
Soggetto: Basato sull’attentato del 12/12/1969 e ispirato al romanzo di Paolo Cucchiarelli “Il segreto di Piazza Fontana”. Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Marco Tullio Giordana Fotografia: Roberto Forza Montaggio: Francesca Calvelli Musiche: Franco Piersanti Scenografia: Giancarlo Basili Costumi: Francesca Livia Sartori Produttore: Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Riccardo Tozzi, Gina Cardini, Fabio Conversi Produzione: Cattleya, Rai Cinema Distribuzione: 01 Distribution Data di uscita: 30 marzo 2012 (al cinema)
Milano, 12 Dicembre 1969. Alle ore 16.37 in piazza Fontana un'esplosione devasta la Banca Nazionale dell'Agricoltura, ancora piena di clienti. Muoiono diciassette persone e altre ottantotto rimangono gravemente ferite. Nello stesso momento, scoppiano a Roma altre tre bombe, un altro ordigno viene trovato inesploso a Milano. E' evidente che si tratta di un piano eversivo. La Questura di Milano è convinta della pista anarchica, ci vorranno molti mesi prima che la verità venga a galla rivelando una cospirazione che lega ambienti neonazisti veneti a settori deviati dei servizi segreti. La strage di Piazza Fontana inaugura la lunga stagione di attentati e violenze degli anni di piombo. Nel corso di 33 anni vari processi si susseguono nelle più varie sedi, concludendosi con sentenze che si smentiscono a vicenda. Alla fine tutti risulteranno assolti, la strage di piazza Fontana per la giustizia italiana non ha colpevoli.
Il film di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una strage”, prodotto da Riccardo Tozzi per Cattleya e RaiCinema, è stato scritto dal regista insieme a Sandro Petraglia e Stefano Rulli, coi quali aveva già collaborato per “Pasolini, un delitto italiano” e “La meglio gioventù”.
Il film, basato su una minuziosa ricostruzione dei fatti - anche alla luce di più recenti indagini - narra il contesto e le conseguenze della bomba esplosa alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, il 12 dicembre 1969, che causò 17 vittime (alle quali il film è dedicato) e un’ottantina di feriti, inaugurando la cosiddetta “strategia delle tensione”. La bomba, considerata inizialmente di matrice anarchica, fini invece per rivelarsi, tra mille ostacoli e depistaggi, di matrice neofascista. "Affronteremo temi difficili come la morte di Giuseppe Pinelli e del Commissario Luigi Calabresi", dice il produttore Riccardo Tozzi. "L'enorme lavoro d'indagine e giornalistico che è stato svolto in questi quarant'anni ha fatto chiarezza su molti punti oscuri. Con Rulli e Petraglia ci lavoriamo da circa cinque anni. Il nostro intento è raccontare l'indicibile, cioè una di quelle verità fondamentali che in genere in Italia vengono coperte da altro".
"Il 12 dicembre 1969, alle ore 16,37 p.m. una esplosione al n° 4 di piazza Fontana - nel pieno centro di Milano, a pochi passi dal Duomo - devastò la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, provocando 17 vittime ed oltre una novantina di feriti. “Una caldaia” fu la prima sbigottita spiegazione. Ma ai soccorritori che cercavano di farsi largo fra le macerie a soccorrere i superstiti orrendamente dilaniati fu subito chiaro che nessuna caldaia avrebbe mai potuto provocare un disastro del genere. Si trattava invece del primo episodio di quella che si sarebbe chiamata in seguito “strategia della tensione”, l’inizio di uno dei periodi più turbolenti e luttuosi nella storia della Repubblica italiana. Le indagini furono impostate in un’unica direzione. Per la Questura milanese - diretta da Marcello Guida, i responsabili andavano cercati fra gli anarchici, già autori nei mesi precedenti di una lunga serie di attentati dimostrativi . Fu rapidamente trovato il “colpevole” perfetto: Pietro Valpreda, ballerino senza scrittura, considerato elemento instabile ed esaltato. Nel paese, l’enormità dell’accaduto scatenò una violenta controffensiva. La mattina del 15 dicembre, giorno dei funerali delle vittime, chi contava sulla paura e sull’indifferenza della popolazione, o peggio su reazioni esagitate, fu smentito dalla presenza spontanea di più di un milione di persone, cittadini decisi a contrastare qualsiasi colpo di mano. Anni dopo, si scoprirà che furono proprio i funerali a stroncare sul nascere il tentativo di golpe organizzato dal Principe Junio Valerio Borghese, scoraggiando i suoi protettori in alto loco. La sera del 15 dicembre, durante un interrogatorio che si protraeva ormai da tre giorni, precipitava dal quarto piano della Questura, l’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dall’ufficio di un brillante funzionario di polizia, il giovane commissario Luigi Calabresi. Pur non essendo presente nella stanza, il suo nome resterà associato alla morte di Pinelli, all’ambiguità delle versioni date, all’atroce sospetto di violenze e torture. Contro di lui iniziò una campagna diffamatoria che lo indicava come il vero responsabile della morte dell'uomo. Tutto questo mentre Calabresi andava convincendosi dell’unilateralità delle indagini e senza dirlo ai superiori, iniziò a indagare per proprio conto, fino a scoprire un traffico di armi ed esplosivi NATO dalla Germania all’Italia, allo scopo di rifornire i movimenti ustascia croati e le cellule eversive neo-naziste italiane. Il 15 maggio 1972 il commissario Calabresi veniva assassinato sotto casa da un commando misterioso, l’azione non sarà mai rivendicata (...) Questo era il quadro dell’Italia di quarant’anni fa, un paese che stava per affrontare importanti riforme trovando continui ostacoli sul suo cammino. Qualche tempo fa alcuni ragazzi, intervistati nel corso di un’inchiesta televisiva, rivelavano nelle loro ingenue risposte la più assoluta ignoranza riguardo piazza Fontana. Qualcuno, un po’ più “informato”, azzardava si trattasse di un episodio di terrorismo, attribuendolo però alle Brigate Rosse, fenomeno effettivamente rilevante, sorto tuttavia nel decennio successivo. La disinformazione su questo capitolo cruciale della storia italiana è totale. Più che da un unico inconfessabile “segreto”, questa disinformazione sembra al contrario nascere da una massa sterminata di dati che finiscono per confondersi e cancellarsi a vicenda. Nel tempo la letteratura sull’argomento si è smisuratamente arricchita, ha continuato ad aggiungere tasselli al mosaico riuscendo a illuminare anche gli aspetti più oscuri di questa vicenda, ma al tempo stesso complicando il quadro, rendendone paradossalmente più difficile la sintesi. Credo però che un film - sia pure attraverso le sue inevitabili necessarie semplificazioni – possa aiutare la ricostruzione di un avvenimento così controverso,fissarlo nella memoria dello spettatore. Per questa ragione, credo sia molto importante affrontare la storia terribile di Piazza Fontana e raccontarla – senza reticenze, senza pregiudizi, senza interpretazioni di comodo – allineandone i fatti salienti, raccontando le cose come sono avvenute, facendo i nomi di tutti i protagonisti.
Marco Tullio Giordana
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Generale
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Audio
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Dimensione della traccia : 223 Mb (16%)
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