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Shoah (5/6)
Ribellione
di
Maurice Philip Remy
La storia siamo noi
by Tricco
- Scheda del documentario -
Resistenza e rivolta nel ghetto di Varsavia
L' eroica rivolta del ghetto di Varsavia fu la più importante azione di resistenza avvenuta nella seconda metà del 1942 in Polonia, quando la maggior parte delle comunità ebraiche erano state ormai decimate e i sopravvissuti erano stremati dall'orrore e dalla fame. Seppure nella drammatica emergenza del vivere o morire, quella di Varsavia non si tradusse in una mera ribellione alla violenza bruta nazista e non fu solo difesa estrema della vita. L'esistenza di una capillare rete di mutuo soccorso e di numerose attività culturali e formative era ed è la testimonianza dell'anelito vitale ed affermativo che in essa si esprimeva. Fu la prima rivolta urbana armata contro gli occupanti nazisti e la sua eco si diffuse in tutto il resto d'Europa.
La rivolta di Sobibor
Il 5 luglio 1943 Himmler ordinò la trasformazione di Sobibor in campo di concentramento. Il campo venne ampliato con l'aggiunta di una quarta sezione e vennero costruiti dei magazzini per munizioni sovietiche catturate. Contemporaneamente il perimetro del campo venne circondato da un campo minato.
Proprio nell'estate del 1943 nel campo si organizzò una cellula di resistenza che aveva come leader Leon Feldhendler che era stato capo del Consiglio Ebraico della città polacca di Zolkiew. Il gruppo aveva intenzione di organizzare una rivolta ed una fuga di massa.
Il piano venne facilitato dall'arrivo, il 22 settembre 1943, di un 600 prigionieri di guerra sovietici di fede ebraica. Di questi soltanto 80 vennero lasciati in vita per lavorare nel campo.
Tra i sopravvissuti venne reclutato per la sua esperienza militare il tenente Aleksandr Pechersky. Feldhendler gli cedette il comando divenendo il suo vice. Venne così preparato un piano per la fuga.
Il 14 ottobre 1943 scoppiò la rivolta di Sobibor. I rivoltosi riuscirono ad uccidere undici SS e alcune guardie ucraine, attraversarono il campo minato subendo gravi perdite e in 300 raggiunsero i boschi.
Di questi la maggior parte venne uccisa nella caccia all'uomo organizzata dai tedeschi. Alla fine della guerra i sopravvissuti erano circa 50.
A causa della sorpresa i tedeschi decisero di chiudere Sobibor anziché trasformarlo in un campo di concentramento. Tutti gli ebrei che non avevano partecipato alla fuga vennero eliminati e alla fine del 1943 il campo venne totalmente distrutto e l'area spianata. Vennero piantati alberi e costruita una fattoria nella quale venne lasciata una guardia ucraina travestita da agricoltore. Nell'estate del 1944 i sovietici liberarono la zona.
Nel dopoguerra 11 SS del campo vennero processati. Il processo tenutosi ad Hagen, in Germania nel 1965-66 terminò con il suicidio di un accusato in cella, un ergastolo, cinque pene detentive e quattro assoluzioni.
Un gruppo di sopravvissuti del campo di Sobibor il terzo da sinistra è Alexander Pechesky, capo della rivolta.
La rivolta di Treblinka
I tentativi di fuga da Treblinka furono numerosi. Verso l'aprile del 1943 si formò un gruppo di resistenza che elaborò un progetto di fuga di massa. I capi del gruppo di resistenza erano il dottor Julian Chorazycki ex poliziotto polacco, Marceli Galewski ed altri capi delle squadre di lavoro. Il piano consisteva nell'assalire le guardie, sottrarre loro le armi, distruggere gli impianti di morte e fuggire nei boschi circostanti il campo. Il gruppo della resistenza era formato da circa settanta persone. Quando la cremazione dei cadaveri era pressoché terminata fu chiaro ai membri della resistenza che il campo sarebbe stato chiuso e i sopravvissuti sarebbero stati uccisi. Occorreva agire subito. Il 2 agosto 1943 scoppiò la rivolta. I prigionieri riuscirono ad impossessarsi delle chiavi dell'armeria e vennero distribuite le armi. A questo punto però una SS, Kurt Küttner, si accorse che stava accadendo qualcosa e cercò di dare l'allarme. I resistenti furono costretti a sparargli uccidendolo. Il colpo mise in allarme gli ucraini e le SS e la distribuzione delle armi fu interrotta. Il piano di impadronirsi del campo venne abbandonato e si decise di tentare la fuga. La maggior parte dei prigionieri in fuga venne falciata dalle mitragliatrici poste sulle torrette. Quelli che riuscirono ad uscire dal campo vennero attaccati da altre unità SS arrivate di rinforzo. I più decisi tra i prigionieri ingaggiarono uno scontro a fuoco con le SS del campo e, prima di allontanarsi, diedero fuoco alle baracche. Nel campo al momento della rivolta vi erano circa 840 prigionieri tra uomini e donne. Circa un centinaio non parteciparono alla rivolta, dei rimanenti 740 soltanto 60 riuscirono a salvarsi la vita e sopravvivere sino alla fine della guerra. Le SS utilizzarono i prigionieri rimasti in vita per smantellare il campo. L'opera di demolizione andò avanti sino all'autunno. Il 20 ottobre 1943 gli ultimi ebrei furono caricati su cinque vagoni ed inviati a Sobibor dove vennero sterminati. Pochi giorni dopo vennero uccisi gli ultimi trenta ebrei lasciati a Treblinka per terminare i lavori di mascheramento del campo. L'area venne camuffata da podere, venne creata dal nulla una fattoria affidata ad un contadino del luogo che avrebbe dovuto mantenere il segreto.
Il giorno della rivolta: le fiamme si alzano dal campo di Treblinka
- Scheda tecnica -
[ Info sul file ]
Nome : La storia siamo noi - Shoah - Parte 5 - by Tricco [720x480 x264 AAC].mkv
Data : 18/02/2009 06:36:42
Dimensione : 634,981,500 bytes (605.566 MB)
[ Dati rilevanti ]
Risoluzione : 720 x 480
Larghezza : multipla di 16
Altezza : multipla di 32
[ Traccia video ]
Codec ID : V_MPEG4/ISO/AVC
Risoluzione : 720 x 480
Frame aspect ratio : 3:2 = 1.5
Pixel aspect ratio : 1:1 = 1
Display aspect ratio : 3:2 = 1.5
Framerate : 25 fps
[ Traccia audio ]
Codec ID : A_AAC (AAC Low complexity)
Canali (contenitore) : 2
Frequenza : 24000 Hz
Frequenza di output : 48000 Hz
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