SPACE SIEGE
GDR - DvD - ENG
.::.Recensione.::.
Dopo averci condotto tra mondi incantati, foreste misteriose e bui e tenebrosi sotterranei, Gas Powered Games ci catapulta, a distanza di anni luce, nello spazio profondo, alle prese con un’orda inferocita di creature extraterrestri dalle sembianze similari ai Covenant già affrontati in Halo, farciti da un pizzico di anima insettoide alla Alien.
Per chi non conoscesse Chris Taylor, la mente ideatrice di Space Siege, basti menzionare il suo esordio capolavoro con il celebre RTS Total Annihilation, la cui tradizione è stata rinnovata dal recente Supreme Commander.
Successivamente, in seguito alla creazione di Gas Powered Games, Taylor si cimenta per la prima volta nell’ambito dei giochi di ruolo di azione - hack and slash - e, in questa sua prima pubblica sortita nel nuovo genere, raggiunge immediatamente l’obiettivo prefissatosi, offrendo al pubblico l’ottimo Dungeon Siege, valida e ben confezionata alternativa all’indiscusso dominatore del genere, Diablo.
La serie Dungeon Siege viene infine arricchita e completata da un sequel e due espansioni che seppure non deprecabili, non riescono a raggiungere i fasti e l’appeal che caratterizzavano l’originale.
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L’umanità è in pericolo… tanto per cambiare!
Il giocatore, in questa nuova opera proposta dal vulcanico Taylor, ispirata solo parzialmente alle meccaniche già apprezzate in Dungeon Siege, si vedrà calato nei panni del sergente Seth Walker, un sottoufficiale del genio, divenuto improvvisamente (e per quanto riguarda i “copioni” che intessono la trama dei videogiochi, anche abbastanza prevedibilmente), l’estremo baluardo della infelice razza umana contro la minaccia aliena.
La classica domanda è d’obbligo: ce la farà il nostro eroe a risollevare il destino dell'umanità intera?
Come si accennava, Space Siege è un action (Sci-Fi) RPG in tempo reale che, tagliando i ponti con il mondo fantasy da cui innegabilmente prende spunto, tenta di colonizzare il territorio pressoché vergine del combattimento fantascientifico.
Durante un mostruoso attacco degli alieni Kerak ai danni della Terra, cinque navi spaziali cercano di portare in salvo il maggior numero di umani possibile.
Solo una delle cinque navi spaziali, la Armstrong, riesce a scampare alla distruzione. Sarà compito di Seth Walker aprirsi, a suon di proiettili ed esplosioni, un mortifero sentiero tra le fila degli agguerriti Kerak al fine di salvare il resto dell’equipaggio, potendo contare su un arsenale bellico di tutto rispetto, sulle proprie abilità ingegneristiche e su una formidabile armatura potenziata (e potenziabile nel corso dell’avventura).
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Innotradizione?
Dal punto di vista del gameplay, i Gas Powered Games hanno cercato di mediare tra innovazione e tradizione.
Il giocatore si troverà così per le mani un tradizionale Hack and slash dalla visuale isometrica, con la possibilità di zoomare e ruotare la visuale a piacere.
Tale sistema di gestione delle telecamere però soffre di qualche imperfezione: può capitare di dover sopportare repentini avvicinamenti di visuale in alcune occasioni (transitando sotto una porta o in prossimità di scale) ed anche le inquadrature a maggiore distanza in taluni casi risultano, in caso di combattimenti da lontano, non ottimali.
L’alter ego del giocatore viene gestito secondo il più classico dei sistemi punta e clicca, pulsante sinistro del mouse per indicare la direzione a Seth, pulsante destro per attaccare; premendo contemporaneamente shift + tasto destro si otterrà atteccherà o si farà fuoco restando fermi sul posto; tale sistema di controllo, soprattutto in caso di combattimento frenetico ed in presenza di numerosi nemici che si muovono contemporaneamente verso direzioni diverse, risulta impreciso e talvolta frustrante, impedendo di colpire l’obiettivo designato.
A proposito di combattimento in mischia, occorre sottolineare che il prode Seth, oltre a poter contare su mitragliette, blaster sonici, lanciarazzi, granate, etc.. - sicuramente utili ed efficaci su distanze medio-lunghe - è stato equipaggiato, per gli scontri di prossimità, all’arma bianca, con una portentosa e quanto mai efficace magblade; una sorta di spada magnetica capace di penetrare anche la più solida delle armature (soprattutto se adeguatamente potenziata).
Tale introduzione aggiunge sicuramente un maggiore spessore tattico nel corso degli scontri che, altrimenti si ridurrebbero ad una semplice, generosa elargizione di piombo (e raggi laser) in quantità industriale.
Generalmente, ogni alieno distrutto, lascerà dietro di sé dei ricambi meccanici che potranno essere raccolti dal protagonista al fine di accrescere la potenza (per la verità ben poca cosa, visti gli impercettibili miglioramenti percentuali conseguiti) delle proprie armi, oltre che di quelle dell’aiutante robot.
Per poter fare ciò, Seth dovrà recarsi presso uno degli innumerevoli “tavoli da lavoro” sparsi nella nave spaziale e selezionare, compatibilmente con i ricambi accumulati, il potenziamento desiderato.
Oltre alla potenza di fuoco ed alle armi in dotazione, il sergente Walker, in cambio del pagamento del relativo costo in termini di energia, potrà utilizzare una serie di abilità speciali, immediatamente attivabili tramite la pressione di shortcuts da tastiera; anche in questo caso, seguendo uno schema abbastanza scontato, al giocatore sarà concessa la facoltà di investire in abilità relative al combattimento (proiettili incendiari, combo particolarmente potenti e devastanti, scatti a grande velocità) o alla propria peculiare specializzazione ingegneristica (trappole, scudi deflettori, granate).
Il nostro eroe, come in tutti i Gdr che si rispettino, seguirà inoltre un percorso di crescita personale, incentrato sull’attribuzione di punti caratteristica che verranno elargiti durante alcuni punti nodali della trama.
Sarà dunque consentito investire i predetti punti esperienza al fine di potenziare l’alter ego digitale, sebbene la linearità dello schema di crescita non permetta di andare oltre la semplice selezione tra caratteristiche peculiarmente belliche del personaggio e competenze tecnico-ingegneristiche.
Tutte queste innovazioni -fondamentalmente riconducibili e meri orpelli privi di reale spessore in termini di giocabilità- però, sebbene in alcuni casi risultino ben implementate nei meccanismi di gioco, non riescono a tenere nascosta per lungo tempo la ripetitività ed il senso di dejà vu propri dell'azione di gioco.
Del resto, anche le routine comportamentali degli avversari risultano così elementari da banalizzare enormemente l'intera esperienza. Come già anticipato, gli ostici e brulicanti antagonisti del sergente Seth Walker appartengono ad una specie aliena tecnologicamente avanzata e molto intelligente, chiamata KERAK, suddivisa in caste combattenti eterogenee (per tipologia ed armamento) e determinata a sterminare l’umanità.
Esteticamente realizzati in maniera discreta, risultano un ibrido tra insettoidi e creature della serie Alien, ricordando vagamente nel contempo i Covenant di Halo.
Purtroppo, nonostante l’intelligenza di cui sono (o quanto meno dovrebbero essere) dotati, vi è da dire che il loro comportamento durante le fasi di battaglia non rende assolutamente onore a cotanto sfoggio di materia grigia… scarsamente arguti, non adottano tecniche belliche sofisticate, ignorando addirittura le più elementari tecniche di autodifesa ed i più banali principi di autoconservazione, limitandosi in caso di attacco a rimanere fermi sul posto, cercando di scaricare tutta la loro potenza di fuoco sul nostro povero personaggio.
Non cercano di evitare i colpi, non sfuggono alle granate, non cercano coperture o ripari.
La loro unica forza risiede nella moltitudine e nella brutale determinazione con cui cercano di eradicare gli ultimi sopravvissuti della specie umana, indifferenti all’esito del destino dei compagni di specie che gli stanno accanto.
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Umano, troppo umano…
Con il procedere dell’avventura ed il dipanarsi della trama, il nostro soldato spaziale entrerà in possesso di alcune protesi cibernetiche che, trapiantate in appositi centri di installazione, saranno in grado di fornire miglioramenti significativi alla potenza combattiva.
Tali strumenti tecnologici, sebbene inestimabili quanto a valore, non sono privi di gravi e pericolose conseguenze.
Successivamente ad ogni innesto, infatti, Seth perderà una parte della propria umanità, rappresentata graficamente sullo schermo da una barra percentuale.
Un potenziamento tecnologico indiscriminato, consistente in trapianti ed innesti di parti tecnologicamente avanzate ma inumane, dunque, nonostante apporti inevitabili vantaggi ed un netto miglioramento delle caratteristiche e delle capacità fisico-belliche del personaggio, condurrà inevitabilmente alla perdita di quell’umanità che il sergente Walker è chiamato a salvare, conducendolo ad una progressiva trasformazione in uomo androide, in tal modo influenzando e pregiudicando, tra le altre cose, i rapporti con gli altri superstiti nel corso dello svolgersi della trama.
Proseguendo con la tradizione, che vuole bandita dai gdr la presenza della famigerata scritta GAME OVER, Space Siege adotta un sistema di rinascita del protagonista, in seguito a decesso, che prevede un punto di respawn presso il più vicino Centro medico presente sulla Armstrong.
Tali Centri medici possono venire utilizzati indifferentemente anche in vita per ripristinare energia e salute persi o diminuiti nel corso delle battaglie.
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Qualcuno (o qualcosa) mi aiuti!!
Fresca e piacevole sorpresa risulta invece l’introduzione dell’unità robotica HR-V, (Harvey) riattivata dal nostro beniamino dopo averne ricomposto i pezzi nel corso delle prime fasi dell’avventura.
Il compagno robot che tutti desidererebbero avere, vi seguirà nel corso di tutte le vostre peregrinazioni supportando l’eroe principale con il proprio fuoco di sbarramento.
Sarà possibile impartirgli rudimentali e semplici comandi di gruppo - quali ad esempio raggiungere una posizione specifica, attaccare un obiettivo o fermarsi - e potenziarlo ed equipaggiarlo allo stesso modo del protagonista con lanciafiamme e fucili al laser.
Oltre alle tattiche che si possono applicare utilizzando il mech-aiutante, fiancheggiamenti vari e fuoco incrociato alla volta dei nemici, molto più semplicemente sarà possibile utilizzarlo in modalità tanking, conferendogli il gramo compito di attirare si di sé buona parte del fuoco nemico.
Nel caso in cui il fido compagno dovesse avere la peggio e cadere in battaglia, sarà comunque possibile riportarlo “in vita” visitando una delle officine della nave al fine di rimetterlo in sesto.
Comparto tecnico e multiplayer
Duole purtroppo constatare come dal punto di vista grafico Space Siege offra modelli poligonali di una certa povertà, con textures non molto ben definite (soprattutto al livello massimo di zoom) che contribuiscono a conferire un’apparenza un po’ datata al prodotto.
Spiace che gli sviluppatori abbiano deciso di sposare una causa maggiormente conservatrice preferendo non sfruttare le potenzialità delle nuove librerie grafiche Direct x 10, ma mantenendosi su posizioni maggiormente ecumeniche che probabilmente consentiranno ad un target più ampio di videogiocatori la fruizione del prodotto.
È innegabile che Space Siege sia arricchito da effetti realizzati comunque con buona fattura e piacevoli giochi di luce provocati da esplosioni ed armi, ma oltre a ciò occorre riconoscere che i palati maggiormente raffinati, abituati ormai a prodigi tecnici qualitativamente elevati, storceranno leggermente il naso di fronte a tale realizzazione.
Gli sviluppatori hanno implementato il motore fisico che si avvale della tecnologia PhysX: buona parte degli elementi di decorazione della Armstrong sono dunque distruttibili, cadono, rotolano, esplodono se colpiti, con buona pace del piccolo distruttore presente in ognuno di noi.
Che poi tutto ciò svolga un ruolo che non sia di semplice orpello fine a se stesso rimane tutto da vedere…
L’impatto della fisica sulla giocabilità infatti non sembra risultare particolarmente incisivo, e si concretizza fondamentalmente in qualche barile fatto rotolare vicino ai Kerak per poi farlo esplodere dopo averlo colpito.
Decisamente deludente è la scelta dello stile grafico utilizzato per ricreare gli interni dell’astronave Armstrong: un posto grigiastro e noioso.
Ogni nuova area esplorata assomiglia in modo sensazionale alla precedente, seppure con una diversa combinazione di grigio e toni metallo.
Occasionalmente potrà capitare di attraversare il campo di pallacanestro della nave o quella che vorrebbe essere una sala, ma la tavolozza dei colori lascia anche in questo caso molto a desiderare.
Per qualche ragione non meglio specificata, gli ingressi e le stanze sono imbottiti con barili e ceste esplosive, divertenti da far esplodere ma la cui presenza è totalmente senza senso, quasi a voler sottolineare il senso di imperversante distruzione che sta ghermendo gli ultimi superstiti della razza umana.
Ad accentuare ed accrescere il senso di noia e di ripetitività del titolo, contribuisce inoltre la linearità del level design, che ripropone schematicamente corridoi, ponti, ingressi e stanze con struttura relativamente piatta delle mappe.
Ambienti dalla planimetria predefinita (che non invogliano certo a rigiocare lo stesso passaggio una seconda volta), articolati su più livelli collegati da scale ed ascensori, complessivamente piuttosto semplici e privi di reale varietà.
Totalmente piatto è altresì il comparto sonoro, prevalentemente attutito nel corso delle fasi di gioco e difficilmente avvertibile. Nella media gli effetti sonori,
Commento finale
Risulta sempre difficile dover valutare un prodotto come Space Siege, soprattutto quando dietro le quinte ci sono persone del calibro di Chris Taylor e team come Gas Powered Games.
E' il classico caso in cui purtroppo nasce spontanea una banale considerazione: l'idea di partenza poteva essere buona, peccato che il risultato finale non lo sia altrettanto.
In realtà, in Space Siege non c'è nulla di particolarmente negativo.
I primi momenti di gioco suscitano immediatamente un notevole interesse e creano piacevoli aspettative... che però con il passare del tempo, dei livelli e dei combattimenti vengono progressivamente disattese.
La grafica, sebbene non faccia gridare al miracolo, svolge decorosamente il suo dovere. Il sergente Walker ed il simpatico HR-V fanno la loro parte... ma tutto si riduce a questo.
Ed a poco giovano le numerose ed in taluni casi brillanti innovazioni introdotte, se poi in realtà rappresentano solamente la superficie di un prodotto che altro non consiste se non in una ripetitiva e monotona serie di battaglie, infarcite sporadicamente da piacevoli innovative parentesi.
Space Siege, sebbene sia tra gli unici nel suo genere, ed a tratti si riveli un piacevole passatempo, a causa della mediocrità di cui è fondamentalmente pervaso, non riesce ad emergere e ritagliarsi uno spazio consistente nel genere hack and slash.
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Installazione
Masterizzate o montate l'immagine. Installate il gioco. Utilizzate uno dei seguenti seriali quando vi sara richiesto: 1111-1111-1111-1111-2222; EARG-GVLA-P4DI-XXCR-Q2BU; RKRR-L4AA-GMD-ZZ66-QVQR; RPX6-LEMM-D44C-KKT2-83BM. Copiate il file che si trova nella cura dell'immagine e incollatelo nella directori di installazione del gioco sovrascrivendo quello esistente (sull'icona del gioco cliccate tasto destro - proprietà - trova destinazione e incollatelo lì sostituendo l'originale). E buon divertimento.
Sistema operativo richiesto:
WinXP/Vista
Requisiti minimi:
* Processore: 2,6 GHz
* Memoria: 512 MB
* Video: 128 MB
* DirectX 9.0c
Requisiti consigliati:
* Processore: 3,0 GHz
* Memoria: 1,0 GB
* Video: 256 MB
* DirectX 9.0c
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