FERNANDO EZECHIEL SOLANAS
TANGOS
L'ESILIO DI GARDEL
(El Exilio De Gardel)
SCHEDA DEL FILM
TANGOS - L’ESILIO DI GARDEL (El exilio de Gardel)
Argentina/Francia, 1985, 35mm, 119', col.
Regia, soggetto, sceneggiatura: Fernando E. Solanas
Fotografia: Félix Monti Scenografia: Jimmy Vansteenkiste, F. E. Solanas Musica: José Luis Castiñeira de Dios, Astor Piazzolla, F. E. Solanas Suono: Jonathan Liebling Montaggio: Luis César D'Angiolillo, Jacques Gaillard Interpreti e personaggi: Marie Laforêt (Mariana), Miguel Ángel Solá (Juan Dos), Philippe Léotard (Pierre), Lautaro Murúa (Gerardo), Ana María Picchio (Ana), Marina Vlady (Florence), Georges Wilson (Jean-Marie), Michel Etcheverry (San Martin), Gregorio Manzur (Carlos Gardel)
Produzione: Envar El Kadri per Cinesur/Tercine/Instituto Nacional de Cine/Centre National de la Cinématographie (CNC)/Ministère de la Culture de la Republique Française.
TRAMA
A Parigi, artisti argentini progettano una “tanguedia”, spettacolo che mescola commedia, tragedia, tanghi del passato e del presente per raccontare l’esilio............
RECENSIONE
E' un film sull'esilio, quindi, un film doloroso e drammatico, ma a tratti ironico. Non a caso al tango, che canta la nostalgia senza speranza, mescola on la milonga, che sa essere grottesca, pungente, satirica. Come il tango, è anche profondamente erotico.
E’ Maria che racconta la storia, ha vent'anni, vive a Parigi da qualche anno con la madre, il padre scomparso in Argentina. Racconta la storia della sua, della loro solitudine, delle ricerche e delle soluzioni adottate per continuare a vivere. E gli sforzi del "gruppo" si concentrano sulla realizzazione di una "tanghédia" (tango+tragedia+commedia), i cui testi o meglio temi arrivano via via dall'Argentina scritti da Juan; a Parigi un altro Juan (Juan Due, il primo è Juan Uno) compone la musica e si incarica di organizzare la rappresentazione con l'aiuto di un giovane regista francese. Il film vuole ricordare la dittatura miliare argentina tra il 1976 e il 1983 che fu particolarmente dura:notte_argentina non si possono dimenticare gli squadroni militari che sequestravano gli oppositori politici, li torturavano e li uccidevano, che migliaia sono stati i morti e decina di migliaia i desaparecidos. La maggior parte di loro gettata nel Rio della Plata in quelli che si chiamarono “i voli della morte”. Non si può dimenticare che fu anche allestito in quegli anni un piccolo ospedale con un reparto maternità clandestino, dove i militari attendevano che le ragazze incinte sequestrate portassero a termine la gravidanza per sottrarre loro i bambini, che venivano affidati a famiglie di militari o poliziotti, prima di ucciderle.Tutto questo viene ricordato nel film.
Ma "Tangos" è, anche, un film che s'interroga su se stesso, sul cinema, sull'arte.
"Niente creatività senza rischi", dice un personaggio. I suoi rischi, Solanas se li è assunti con audacia, ma anche con una matura padronanza dei mezzi espressivi. E il regista non manca di evidenziare nella storia i contrasti fra la razionale concezione francese dello "spettacolo" e della rappresentazione e quella sensitiva e improvvisata degli argentini.
La poetica di Juan Uno è tutta racchiusa in una labirintica valigetta: ritagli, scarabocchi, appunti presi sui pezzi di carta più folli, dai tovaglioli alla carta igienica. "Gettare dalla finestra i canoni estetici,- egli dice - mischiare i generi, rischiare la bruttezza per trovare la bellezza. La perfezione è morte, viva la vita. Juan Uno è così. Scrive senza logica...". Ma Pierre, da bravo europeo, la logica la pretende: "Juan, senza finale diventa una cazzata!". Su questa dialettica vive Tangos: a Solanas non interessa la perfezione, e in Tangos persegue con coraggio una miscela tra un cinema puro, classico, e una struttura il più possibile aperta, a schidionata.
Per di più Juan Uno non manda il finale. Ma quale può essere il finale dell'"Esilio di Gardel”? L'esilio ha una fine? I segni di democrazia sono definitivi, per l'Argentina? La vera Argentina è quella dell'infanzia o quella del ricordo o del tragico passato prossimo, della nostalgia, del sogno, del futuro? Tutto rimane aperto, nella "tanghédia" da rappresentare, e nel film diSolanas. Tutto rimane aperto perchè i pericoli della dittatura sono sempre presenti, l'apertura è tensione, tenere vivo l'allarme, lavorare perchè, come dicono gli argentini, quello che è successo non succeda "Nunca mas".
L’esilio è assenza, perdita. Si è costretti a vivere un’altra realtà, un altro tempo, un’altra vita. Si esiste convocando gli assenti. Si prende l’abitudine di parlare, di vivere con loro anche se sono morti. L’esilio è anche un grande viaggio introspettivo. Una crisi profonda dalla quale pochi riescono a fuggire. Gerardo, il vecchio che è un po’ la "memoria storica" del gruppo di esiliati, parla letteralmente con San Martin e Gardel, in una sequenza onirica che è uno dei punti più alti dei film.
E nei suoi film Solanas ha un intento chiaro:
"l'emotività del pubblico deve essere sollecitata in modo tale da provocare non l'identificazione passiva con le vicende e i personaggi presentati, ma la riflessione critica su di essi; a tal fine la struttura del racconto cinematografico viene continuamente frantumata, svelata, sconvolta, messa in discussione, negata, al fine di penetrare dentro la struttura stessa, dentro le convenzioni e così comprenderle a fondo, capirle, superarle".
E davvero questo film ci mette in questa dimensione. Richiede impegno nel seguirlo, nell’interpretarlo. Pone domande, lascia in sospeso le risposte. Ci immedesimiamo e ci perdiamo, seguiamo una scena e ci ritroviamo in un'altra...
E’ un film molto argentino e sugli argentini, ma che coinvolge tutti e interroga tutti: chi siamo noi, chi sono quelli che per un motivo o per l’altro sono costretti a scappare dal loro mondo, quale rapporto ci può essere con loro? Chi sono i responsabili dello “spaesamento” di tante persone? Come mantenere viva, là dove c'è, la democrazia, come mantenere viva la parola "libertà", attribuirle il giusto significato?
E, infine, che faranno tutti coloro che, come Maria, non appartengono più nè ad un mondo nè ad un altro? Problemi di grande attualità.
SCREENSHOT
SCHEDA TECNICA
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NOTE:
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Cover = Non inclusa
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