The Verve - A Storm In Heaven[/b] by noemi88
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Dati Album Titolo: A Storm In Heaven Anno: 1993 Genere: Rock alternativo Etichetta: Vernon Yard
Tracklist
01. Star Sail02. Slide Away03. Already There04. Beautiful Mind05. The Sun, The Sea06. Virtual World07. Make It 'Til Monday08. Blue09. Butterfly10. See You In The Next One (Have A Good Time).
Recensione
THE VERVE
I Verve furono una delle tante "next big thing" che si succedettero nei frenetici primi anni '90, quando le riviste Britanniche costruivano e bruciavano star nello spazio di mesi. Guidati da Richard Ashcroft (canto, non ancora ventenne) e Nick McCabe (chitarra), i Verve ebbero se non altro il merito di aver innalzato la routine della psichedelia "retrò" (praticata da cento e cento "next big thing" britanniche) a dimensioni quasi mistiche, a totem mantrico. I Verve fusero le melodie ipnotiche degli "shoegazer" e le pose teatrali di David Bowie, favorendo indirettamente una drastica revisione dei canoni psichedelici. L'ispirazione è però quasi sempre mancata, e alla fin fine i Verve sono stati uno "one hit wonder", che ha venduto milioni di copie di un tardo singolo non particolarmente originale. I loro singoli, All In The Mind, il vortice glorioso di She's A Superstar, e la spaziale Gravity Grave, raccolti nel 1992 sull'EP Verve (Hut), conservavano sì l'andamento della canzone pop, ma la loro struttura era (de)generata da strati e strati di frasi ripetitive lasciate fluttuare e condensare. Suspense gotica (Slide Away), feedback astrali (Star Sail), riverberi onirici (Beautiful Mind), flauti e cori celestiali Virtual World, contribuiscono a cesellare il sound mellifluo, le visioni caleidoscopiche e in definitiva la qualità trascendente dell'album A Storm In Heaven (Vernon Yard, 1993), anche se alla fine a svettare sono il blues (Butterfly, The Sun The Sea) e l'hardrock (Blue). A Northern Soul (Vernon Yard, 1995) ha poco da offrire che non fosse gia` nel primo album. A New Decade (un inno da cui sembra far capolino il buon vecchio Bob Dylan) e Northern Soul (una giostra allucinogena in cui sembra di intravedere il buon vecchio Donovan di Season Of The Witch) fanno capire che il gruppo potrebbe continuare per anni a propinare lo stesso sciroppo psichedelico, ma diversi scivoloni (McCabe che fa l'Hendrix in Reprise, e non è esattamente il più grande chitarrista del mondo, Ashcroft che intona lo shuffle acustico On Your Own con un falsetto gospel, e non è esattamente Marvin Gaye, il soul orchestrale alla Barry White di History) mettono in guardia che il futuro potrebbe riservare più ridicolo che rispetto. Manca soprattutto il materiale su cui lavorare. E Ashcroft, passando dal gemito tremante stupefatto di un tempo al crooning altisonante di oggi, e dai testi enigmatici degli inizi a quelli filosofici di oggi, tradisce soltanto di essere un cantante men che stellare e un infausto poeta.
Dati Tecnici MP3 - 192 Kbps |